Avvenire, 20 novembre 2019
I 100 anni del gruppo Angelini
Cento anni e non sentirli? Tutto merito di buona salute ma anche di buone medicine. È, per usare un battuta, il segreto di fabbrica del successo del gruppo Angelini, una delle più importanti aziende farmaceutiche italiane controllate dall’omonima famiglia che ha sede a Roma e che oltre al core business, è un investitore finanziario importante in banche come Mediobanca e Unicredit. Il gruppo Angelini è oggi una grande realtà imprenditoriale internazionale che opera, in Italia e all’estero, con oltre 30 società e 6mila dipendenti e un turnover consolidato di oltre 1.600 milioni di euro, di cui il 54% è rappresentato dal farmaceutico. In Italia, Angelini è un punto di riferimento indiscusso nel campo dell’analgesia con marchi leader nella cura del dolore e dei disturbi infiammatori sia tra i farmaci a prescrizione medica ( Tachipirina, Tachifene, Aulin, Tachipirina1000, Tachidol, Vellofent, Alghedon) sia di automedicazione (linea Moment). Nel trattamento delle malattie da raffreddamento e dell’influenza, Angelini è presente con marchi storici leader di mercato come Tachipirina e Tachifludec. Il 20 dicembre 1919 Francesco Angelini aprì ad Ancona un piccolo laboratorio farmaceutico, che conoscerà una forte espansione nel secondo dopoguerra. Nel 1940 fondò A.C.R.A.F., acronimo di Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco, le cui attività principali sono la produzione e la distribuzione di farmaci; opera nel settore industriale, chimico e farmaceutici con la produzione e la distribuzione di farmaci. Nell’immediato dopoguerra, Francesco Angelini diventò famoso nel paese poiché importò per primo la vitamina B12 in Italia, un ricostituente per la cu- ra dell’anemia, malattia molto diffusa in quel periodo. Il farmaco venne prodotto e commercializzato con il marchio Dobetin ed ebbe una risposta molto positiva da parte del mercato. Nel 1962 diventò presidente il figlio Ignazio e l’anno dopo il gruppo, mediante le attività della controllata Faber entrò nel mercato dei beni di consumo con il lancio dei pannolini per bambini Lines e, nel 1965, con il lancio degli assorbenti femminili Lines Lady. Nel 1992 il gigante americano Procter & Gamble acquisì il 50% delle quote di Fater dando vita a una joint ventureparitetica con il gruppo Angelini e cedendo, alla controllata, le licenze per la commercializzazione dei prodotti a marchio Pampers. Negli anni Ottanta vennero aperti gli stabilimenti in Spagna e Portogallo e nel 1993, alla morte di Igino, l’azienda passò nelle mani del figlio Francesco, omonimo del fondatore, che amplierà l’offerta grazie all’acquisizione di nuove società, anche nel settore vitivinicolo (tre cantine in Toscana) e in quello della profumeria (rileva la spagnola Idesa Parfums a Barcellona). Nel 1997 avvenne il riassetto proprietario all’interno della famiglia Angelini con tensioni molto forti. Negli anni 2000 il gruppo, sempre nelle mani di Francesco Angelini, acquisisce le aziende italiane Amuchina, Farmamed e altre società farmaceutiche in Portogallo, Grecia ed Europa dell’Est. Il settore pharma rappresenta la metà dei ricavi del gruppo che diversifica ancora di più nei profumi (rileva l’italiana ITF e la tedesca ITF) e nei vini acquisendo nel 2010 la friulana Puiatti di Romans, nel 2011 la veronese Bertani produttrice dell’Amarone e nel 2015 la marchigiana Fazi Battaglia. E nel 2013 il portafoglio prodotti di Fater si arricchisce dei marchi Ace e Neoblanc (mercato dei prodotti per la pulizia della casa). Esattamente un anno fa è stata decisa una riorganizzazione dell’assetto proprietario della Angelini finanziaria, la holding del gruppo, con l’ingresso della quarta generazione Angelini: Thea, figlia di Francesco e Tiziana, avrà il 68% mentre l’altro 32% sarà diviso in modo paritetico tra Maria Francesca e Maria Gioella, figlie di Francesco e della prima moglie. Nella riorganizzazione della holding del gruppo, attuata nel 2019 con alla guida Alberto Capponi, entra con l’incarico di vicepresidente con un ruolo di indirizzo strategico il marito di Thea Angelini, Sergio Marullo di Condojanni.
Oltre ai farmaci, come si diceva, la famiglia è un investitore finanziario rilevante. Il veicolo usato per la diversificazione del business è la Angelini Partecipazioni Finanziarie (Apf), controllata da Angelini Holding (Afh), veicolo che la famiglia proprietaria utilizza per investimenti in asset quotati e non. Il bilancio 2018 si è chiuso con un utile di 3 milioni di euro: il profitto è giunto dai quasi 5 milioni di dividendi incassati dallo 0,46% di Mediobanca, dallo 0,06% circa in Unicredit e dall’11,4% di Tamburi Investment Partners ( Tip) mentre in portafoglio sono entrati anche il 3% di Be e l’1,3% di Triboo ed è stato venduto l’ultimo 0,02% di Mps. «Ci apprestiamo – ha detto Francesco Angelini – a celebrare il centesimo anniversario del nostro gruppo con grande emozione. Guardiamo al futuro con profondo rispetto dei principi fondatori e di una filosofia imprenditoriale che si rinnova oggi, anche grazie all’impegno della nuova generazione, e in particolare di mia figlia Thea Paola e di suo marito Sergio. Desidero ringraziare le persone che lavorano in Angelini, i nostri clienti, i partner e gli stakeholder che da 100 anni danno fiducia alla nostra azienda».