Avvenire, 20 novembre 2019
Investire nelle foreste
Investire in foreste significa trasformare la lotta concreta al cambiamento climatico in un modo, sicuro e certificato, per dare valore ai propri risparmi. Si tratta di un settore emergente degli investimenti sostenibili tanto che in occasione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile è stato organizzato un evento specifico rivolto a banche, società di gestione del risparmio, asset manager, fondazioni e altri operatori.
L’iniziativa, dal titolo «Investire in foreste e risorse naturali: esperienze e opportunità per l’Italia», è stata organizzata dallo spin-off dell’Università di Padova Etifor in collaborazione con il Forum per la Finanza Sostenibile e ha rappresentato il primo vero momento di confronto in Italia sulla tematica degli investimenti forestali, diventati strategici per i vantaggi che portano all’interno dei portafogli d’investimento e per i rilevanti impatti ambientali, sociali e di governance (impatti ESG). Sono stati illustrati i trend globali e le opportunità concrete per l’Italia. Tra i relatori, Pedro J. Ochoa, uno dei maggiori esperti a livello internazionale, già in forze alla Banca Europea degli Investimenti, e Lucio Brotto di Etifor, società di ricerca e consulenza specializzata in valorizzazione del patrimonio forestale. Un investimento forestale rappresenta un’allocazione di capitale finanziario in un asset reale, vale a dire l’acquisizione e la gestione attiva di una foresta (o di un titolo che abbia come sottostante questa attività) con l’obiettivo di ottenere un ritorno finanziario, che deriva essenzialmente da quattro componenti: la crescita biologica degli alberi che producono legname; l’aumento del valore dei terreni, l’aumento nel medio-lungo periodo del prezzo del legname e dei prodotti derivati, tenendo conto che la domanda di legname è stimata in crescita del 30% entro il 2030. Inoltre, il commercio di legname non è più la sola finalità ma i modelli d’investimento si sono aperti anche alla commercializzazione di altri prodotti e servizi quali il sequestro della CO2, i servizi ricreativi, la protezione della biodiversità, la conservazione del suolo, tutti elementi che è possibile far certificare da enti terzi come FSC ( Forum per la Finanza Sostenibile e del Forest Stewardship Council). Le foreste possono essere considerate a tutti gli effetti delle fabbriche e, al tempo stesso, dei magazzini – la proprietàdi una foresta, infatti, implica sia la produzione del legname, il cui valore aumenta, sia la sua conservazione in loco, mantenendo flessibilità di scelta rispetto al momento di utilizzazione e vendita.
Dal punto di vista finanziario, l’inclusione di investimenti forestali all’interno dei portafogli d’investimento offre diversi vantaggi, spesso sconosciuti ai più: bassi livelli di volatilità, l’effetto di protezione dall’inflazione e infine la bassa correlazione con altre asset class che consente di ridurre la componente di rischio all’interno del portfolio d’investimento. Questa caratteristica risulta dalla natura stessa di questa classe di attività: la crescita biologica, che è la principale componente del rendimento, è indipendente dalle condizioni macroeconomiche e dei mercati finanziari. Già dai primi anni ’90 con l’affermarsi del concetto di gestione forestale sostenibile a livello istituzionale, sono nati diversi i strumenti per misurare e garantire l’applicazione del concetto di sostenibilità alla gestione forestale. Nello specifico, oggi si contano più di 50 tra standard, protocolli di qualità e sistemi di rating.
I primi esempi di investimento finanziario in foreste degni di nota furono promossi negli anni ’70 e ’80 dai fondi pensione negli Stati Uniti e nel Regno Unito. A livello globale, il capitale investito è aumentato da circa 1 miliardo di dollari nel 1980 fino a oltre 100 miliardi di dollari al giorno d’oggi con interventinei paesi in via di sviluppo. Si tratta soprattutto di investitori istituzionali, fondi pensione, assicurazioni, fondazioni bancarie, mentre per i risparmiatori l’accesso diretto sembra essere difficile per mancanza di proposte.