Avvenire, 20 novembre 2019
La Caritas: troppi bambini rifiutati
Diritti effettivi per tutti i minori, un cammino ancora lungo. Lo ribadisce l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana che, rivolgendo il pensiero ai «troppi bambini rifiutati, derubati della loro infanzia e del loro futuro», ha ricordato le parole di papa Francesco: «Da come sono trattati i bambini si può giudicare una società». Nel trentesimo anniversario della Convenzione Onu sui diritti dei minori, anche la Caritas ha dedicato al tema il suo 52° Dossier dal titolo ’Un orizzonte di diritti’, che contiene anche un focus sulla condizione dei bambini siriani profughi in Libano. Nel Dossier si ripercorre la storia della Convenzione e lo stato della sua applicazione a livello internazionale, con alcuni zoom sui bambini in guerra, la pena di morte e la detenzione, lo sfruttamento sessuale, il diritto alla scuola, la protezione dei minorenni rifugiati. Allarmanti i dati: un bambino su 4 vive in paesi colpiti da guerre o disastri naturali, 28 milioni di bambini sono stati cacciati dalle proprie abitazioni, mentre ben 75 milioni di bambini e giovani hanno interrotto i percorsi scolastici a causa di conflitti e catastrofi naturali. Nel nostro Paese nel 2018 i minori in povertà assoluta erano 1.260.000. Una testimonianza raccolta sul campo da operatori Caritas si sofferma inoltre sulla situazione specifica dei bambini siriani accolti in Libano. Sono infatti almeno 550mila i piccoli siriani accolti nel Paese dei cedri, ma i numeri precisi sono fermi all’inizio
del 2015, anno in cui il governo di Beirut ha imposto all’Unchr il veto sulla registrazione degli arrivi. Dunque, nonostante il grande sforzo di accoglienza, il Libano non ha firmato la convenzione di Ginevra, dunque non riconosce lo status di rifugiato:
di conseguenza non esistono campi strutturati.
Il Dossier contiene infine alcune prospettive di impegno e proposte, rivolte ai diversi soggetti istituzionali, sia a livello generale che sulla sicurezza dei minori sul web.
Tra gli altri approfondimenti sul tema realizzati in occasione dell’anniversario del documento Onu – tantissime le iniziative di istituzioni, centri di ricerca e università da Nord a Sud – di grande rilievo quello presentato dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Oggi i servizi all’infanzia e all’adolescenza – ha fatto notare Filomena Albano – non rispettano standard minimi uguali per tutti. Per colmare tali differenze occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione. Come Autorità garante – ha proseguito – ne abbiamo indicati quattro: mense scolastiche per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, posti di nido autorizzati per almeno il 33% dei bambini fino a 36 mesi, spazi-gioco inclusivi per i bambini da zero a 14 anni e una banca dati sulla disabilità dei minorenni». Il documento – oltre 600 pagine – è allo stesso tempo un bilancio delle conquiste raggiunte e una riflessione sulle prospettive future rispetto all’attuazione in Italia della Convenzione di New York. La prima parte è dedicata alla dimensione internazionale, la seconda si concentra sull’attuazione della Convenzione in Italia e approfondisce inoltre il tema della protezione dei diritti dei minorenni in situazioni transfrontaliere.
Si analizza il ruolo del sistema italiano di tutela delle persone di minore età, con le competenze attuali, e si indicano punti di forza e sulle fragilità. Anche qui la conclusione è venata di amarezza: rimane ancora tantissimo da fare.