Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2019
Aramco, operazione domestica, conseguenze globali
Per quanto ridimensionata e relegata al listino domestico, la quotazione di Saudi Aramco non avrà un impatto esclusivamente locale. La compagnia è così grande che il suo ingresso in Borsa – anche con appena l’1,5% del capitale – sarà come il tuffo in piscina di un gigante: gli spruzzi saranno abbondanti e potrebbero arrivare lontano. Nel caso in questione si annunciano ripercussioni sul portafoglio di molti investitori nel mondo e persino, in teoria, sulle tasche dei risparmiatori nostrani.
L’impatto più immediato sarà sulla piccola (e giovane) Borsa saudita, che rischia di vacillare sotto il peso di un’Ipo da almeno 24 miliardi di dollari: la capitalizzazione dell’intero Tadawul, che ha appena dodici anni di vita, non supera i 500 miliardi. Listini ben più liquidi e collaudati in passato hanno avuto difficoltà a digerire operazioni molto meno imponenti: è il caso del Nasdaq, che sperimentò parecchie difficoltà tecniche nel 2012 in occasione della quotazione di Facebook, un’Ipo da 16 miliardi di dollari su un listino che all’epoca valeva 4.800 miliardi (oggi supera 11mila miliardi).
Il rischio di incidenti di questo tipo è contemplato anche nel prospetto dell’Ipo di Aramco, in cui si avverte che un’operazione «di questo genere e questa taglia è senza precedenti nel Regno». Potrebbero esserci «impatti sul prezzo di mercato e ritardi nella possibilità di condurre transazioni». Inoltre «non è possibile assicurare che dopo l’Offerta si sviluppi o si mantenga un mercato attivo e liquido per le azioni».
In caso di problemi (o anche semplicemente di un eccesso di volatilità) ad essere esposti non sarebbero solo i risparmiatori sauditi. Da qualche mese infatti il Tadawul è entrato nei maggiori indici azionari globali con lo status di mercato emergente. Ed esistono anche Etf che ricalcano l’andamento dei principali titoli sauditi, compreso uno negoziabile a Piazza Affari: l’Hsbc Msci Saudi Arabia 20/35 Capped Ucits Etf, quotato lo scorso 16 settembre. Tra gli Etf domiciliati in Europa ci sono anche l’Invesco Msci Saudi Arabia Ucits Etf e l’iShares Msci Saudi Arabia Capped Ucits Etf di BlackRock. E il raggio di influenza dell’Ipo di Saudi Aramco si allarga a macchia d’olio se si considerano gli indici azionari globali e quelli riferiti ai mercati emergenti.
Il Tadawul oggi fa parte dell’Msci All Country World Index (Acwi), oltre che del sottoindice Msci Emerging Markets (sia pure con un peso limitato al 2,8%). Ed è vicino a completare l’iter per entrare a pieno titolo anche nelle famiglie di indici S&P Dow Jones e Ftse Russell. Quest’ultima un anno fa aveva avvertito che ogni 10 miliardi di dollari di valore delle azioni Aramco in Borsa si sarebbero tradotte in un aumento di 24 punti base per il peso dell’Arabia Saudita nel Ftse Emerging Index.
L’ingresso del Tadawul nei maggiori indici è stato una svolta importante per la liquidità della della Borsa saudita, che quest’anno ha già attirato oltre 20 miliardi di dollari da fondi a gestione passiva di tutto il mondo. Il 9% oggi è in mano a investitori stranieri (ce ne sono più di 1.400 autorizzati a operare).L’altra faccia della medaglia è che gli effetti della quotazione di Aramco si faranno sentire anche al di fuori dei confini sauditi.
«Ci sarà un effetto significativo non solo sull’indice locale, ma anche su quelli globali», prevede Slava Breusov di AllianceBernstein. Tutti gli altri titoli del Tadawul soffriranno vendite, secondo l’analista: un riassestamento inevitabile, legato al riordino del portafoglio degli investitori per far posto ad Aramco.
Non si può escludere un effetto ribassista anche sui titoli petroliferi in generale: alcuni investitori potrebbero essere tentati da una rotazione in portafoglio, alla luce della promessa saudita di distribuire dividendi per almeno 75 miliardi di dollari l’anno. Con una valutazione di 1.600-1.700 miliardi complessivi tuttavia Aramco offrirà un dividend yield del 4,4-4,7%, simile o inferiore a quello delle Major occidentali.