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 2019  novembre 19 Martedì calendario

Socialisti tedeschi dimezzati

Bilancio elettorale quello preventivo per il 2020. La Große Koalition è in crisi, se si votasse domenica prossima non avrebbe più la maggioranza. A Berlino si decide di aumentare gli interventi soprattutto a favore delle famiglie e dei pensionati, ma basterà per riguadagnare i voti perduti, e per contrastare l’avanzata dei populisti dell’estrema destra? Il ministro delle finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz, ha tentato di difendere fino all’ultimo la linea del risparmio a tutti i costi, come il predecessore, il falco cristianodemocratico Wolfgang Schaüble, ma è stato costretto a piegarsi, almeno un poco.Scholz è candidato alla guida della sua Spd, i socialisti, e la decisione è attesa per dicembre. I compagni gli rimproverano che potrebbe militare tra le file dei conservatori e che sarebbe il meno adatto a guidare la ripresa del partito in caduta libera: aveva raggiunto il 40% ai tempi di Gerhard Schröder, è uscito dimezzato alle elezioni nazionali due anni fa (il 20,5%), e alle ultime elezioni regionali a fine settembre in Turingia è crollato al 7%, un quarto rispetto all’AfD, il partito dell’estrema destra. In base agli ultimi sondaggi, nel 2021 la socialdemocrazia, il grande partito popolare di Willy Brandt e Helmut Schmit non andrebbe oltre il 14%, un livello da cui sarebbe difficile risalire.
Scholz, mentre sono in corso nell’Spd le eliminatorie per la nomina del nuovo leader, un sistema penoso scelto per accontentare la base, ha ricevuto attraverso lo Spiegel l’investitura del predecessore Martin Schulz. Ma il ministro delle finanze non segue la linea perdente scelta da Martin due anni fa, che puntava sui proletari e sui diseredati nella Germania opulenta. I proletari sono scomparsi da tempo, e la classe operaia è ben diversa: un addetto alla catena di montaggio della Vw guadagna circa 5.500 euro lordi, appartiene a quella classe media che si sente trascurata dalla grande coalizione, e teme di perdere domani il livello sociale raggiunto. Comunque, si aumenteranno le uscite per la disoccupazione di 700 milioni, in parte per i programmi di riqualificazione professionale.
Scholz difende a denti stretti lo Schwarzes Null, lo zero nero, cioè il pareggio in bilancio, che la Germania ha imposto ai partner europei. Il bilancio raggiunge i 362 miliardi, con un aumento di 1,66 miliardi, ma i nuovi investimenti non prevedono nuovi debiti. Allarga i cordoni della borsa senza rischiare il rosso, grazie ai risparmi compiuti negli anni scorsi: per fronteggiare eventuali maggiori spese per i profughi negli anni scorsi sono stati accantonati 45 miliardi di euro, che potranno in parte essere usati per altri scopi. E, potrà anche essere finalmente approvata entro il 2021 l’abolizione del Soli, cioè del contributo di solidarietà (il 5,5% in più) a favore della scomparsa Ddr, a trent’anni dalla riunificazione.
Scholz è stato obbligato a rimangiarsi i tagli previsti per l’istruzione e la ricerca, e ha approvato una spesa record di 18,6 miliardi a favore delle università, ma anche per creare nuovi posti all’asilo e venire incontro alle famiglie dove la madre svolge un’attività per contribuire al bilancio domestico, o per venire giustamente al suo desiderio di realizzarsi. Si spenderà di più per la difesa, per una spesa pari all’1,42% del Pil, sempre lontano dal 2% richiesto dagli impegni della Nato. Si spende per il clima, ma sarà difficile riuscire a portare via voti ai verdi, che ormai sono saldamente al secondo posto, dietro la Cdu-Csu di Frau Merkel.