Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 19 Martedì calendario

Diritto & Rovescio

In Italia, l’Iva sugli assorbenti grava con un’aliquota del 22%. La stessa aliquota, per rendere l’idea, che pesa sui superalcolici, gli elettrodomestici, le automobili e i gioielli, come se l’igiene intima di una donna non fosse una necessità ineliminabile ma un consumo di lusso. Non si tratta di un errore ma di una scelta tipicamente maschilista com’è dimostrato da due circostanze. La prima è che, mentre sugli assorbenti grava l’aliquota del 22%, sui rasoi ce n’è una del 4%. E la seconda circostanza, anch’essa espressione di un maschilismo sfacciato, è che la richiesta di riduzione dell’Iva dal 22 al 10%, prima firmataria Laura Boldrini, ha raccolto le firme di solo 31 parlamentari (tutte donne) come se l’equità fosse una categoria sessuale e non semplicemente inevitabile. Nella riduzione richiesta rientrano anche, e comprensibilmente, i pannolini per bambini e i pannoloni per anziani anch’essi oggi tassati con un’Iva al 22%. Questa tassa è pari a zero in Irlanda, al 5,5% in Francia, Belgio e Olanda e si ferma al 7% in Germania.