la Repubblica, 19 novembre 2019
Il risico delle Borse. Madrid contesa
Per essere società mercato sono parecchio “di mercato”, non c’è dubbio. La doppia morsa in cui ieri Zurigo e Parigi hanno stretto Madrid per annetterne gli scambi finanziari conferma, ce ne fosse stato bisogno, che le Borse sono le società più ambite e scalate al mondo. La deglobalizzazione, i dazi Usa-Cina, i rischi geopolitici fanno loro il solletico. Ed è solo all’inizio, perché sul piatto ci sono 2,8 miliardi di euro in contanti ma c’è aria di rilanci.
La giornata è iniziata con un comunicato della società mercato spagnola, in cui dopo alcune rumori di stampa Bme ed Euronext – il gruppo paneuropeo dei listini che aggrega Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Lisbona, Dublino e da poco Oslo, sfilata al Nasdaq dopo mesi di contesa – confermavano «trattative in corso per l’acquisizione del capitale di Bme da parte di Euronext», aggiungendo che non era sicuro che le discussioni avrebbero portato a un’offerta. Pochi minuti dopo l’offerta è arrivata. Ma da Zurigo: dove Six, holding di un gruppo di grandi banche svizzere che gestisce i listini locali, ha annunciato di voler comprare il 100% di Madrid a 2,8 miliardi di euro.
Una valutazione che parecchi osservatori trovano dorata: +34% rispetto alle quotazioni di Bme (che si è subito allineata, anzi superando i 34 euro offerti), e pari a oltre venti volte gli utili 2018 di Bme. Perfino il management della preda ha ammesso che l’offerta svizzera, tra l’altro “amichevole”, «riflette ragionevolmente l’attuale valore finanziario dei business gestiti da Bme». Un gran bell’eufemismo, che tuttavia non spiega del tutto perché Zurigo vuole strapagare Madrid. Né bastano a capirlo le tante scalate tra Borse (tentate e riuscite) in cinque anni, cercando di concentrare dati e informazioni, più redditizi degli stessi scambi. Per capire l’offerta vanno considerati anche i dispetti in corso tra Svizzera e Unione europea. Mesi fa l’Ue ha chiesto di accorpare i 120 accordi bilaterali che regolano le due aree, ma Zurigo ha rifiutato: in risposta Bruxelles ha revocato al listino di Zurigo “l’equivalenza borsistica”. Così da luglio i titoli europei non si possono più trattare a Zurigo, e viceversa. Malgrado l’ad di Six Jos Dijsselhof parlando della mossa ieriabbia negato ragioni regolatorie e politiche, appellandosi «all’attuale esigenza per le Borse di diversificare», è arduo credergli del tutto.
La palla adesso torna nel campo del colosso Euronext, leader europeo e settimo listino mondiale. Il suo vertice da settimane tesseva una rete per arrivare a convincere la Bolsa iberica, tra le ultime piattaforme indipendenti nel continente. Sul mercato gli operatori sono divisi sulle previsioni. Diversi ritengono che un tale prezzo sia difficile da scavalcare, e poco consono alla strategia di Euronext, di consolidamento federale tra i listini d’Europa. Tuttavia secondo altri proprio l’incertezza delle regole tra Svizzera e Ue, anche alla vigilia della Brexit, potrebbe rappresentare un cuneo per replicare con un’offerta più conservativa, magari in parte con azioni Euronext per invogliare gli investitori interessati a restare nel settore ruggente. Corporacion Financiera Alba, che con il 12% di Bme ne è il primo azionista, ieri non ha voluto commentare.
La risposta di Euronext potrebbe avere anche effetti per la Borsa di Londra, e la sua pedina Piazza Affari, comprata nel 2007 in una mossa pioniera del decennio da big bang per le Borse. L’8 ottobre il listino di Hong Kong, in cui l’amministrazione cinese ha voce in capitolo, offrì 30 miliardi di sterline per la City e i suoi annessi. Denaro presto rifiutato per problemi di «strategia, fattibilità e valorizzazione», rispose il cda londinese. Ma l’attacco mostra che Londra è a rischio scacco. E ancor più Milano, dove passa il circuito Mts che attrae la gran parte degli scambi sui titoli del Tesoro. Poco prima, per proteggersi dai rischi di una Brexit turbolenta, era diventato legge in Italia il golden power, che assegna al governo poteri speciali sulle attività strategiche. Fonti di mercato dopo la mossa cinese segnalarono l’attivismo di Euronext, per corteggiare Madrid o, in alternativa, ottenere da Lse la Borsa italiana e Mts, un vecchio pallino.