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 2019  novembre 18 Lunedì calendario

IL FONDO DEL BARILE – NESSUN GIORNALE NE PARLA, MA STA SUCCEDENDO UN CASINO PER LA RIFORMA DEL MES, IL NUOVO FONDO SALVA-STATI CHE PREVEDE AIUTI SOLO IN CAMBIO DI CONDIZIONI DURISSIME CHE ESCLUDEREBBERO L’ITALIA, FIRMATO DA CONTE A GIUGNO - VISCO HA PARLATO DI “ENORMI RISCHI” (POI HA PROVATO A RINCULARE) E ANCHE GIAMPAOLO GALLI (ECONOMISTA PD) HA SPIEGATO CHE UNA RISTRUTTURAZIONE PREVENTIVA SAREBBE “UN COLPO DI PISTOLA A SANGUE FREDDO ALLA TEMPIA DEI RISPARMIATORI” - LO SCOOP DI "REUTERS", GLI ATTACCHI DI BORGHI, BAGNAI E SALVINI CONTRO IL PREMIER: “ALTO TRADIMENTO"





Scopro ora che la nuova frontiera dell’imbecillità sovranista è la campagna contro il MES (ESM). La gente che “ci serve una banca nazionale come prestatore di ultima istanza” è contraria al MES... che è il prestatore di (pen)ultima istanza a livello Euro. — Stefano Zanero (@raistolo) November 18, 2019 Comunque Bankitalia abbastanza schizofrenica. Come se avesse paura delle proprie parole. Noi facciamo pezzo sul “huge risk” e i vari avvertimenti e proposte. Arriva chiamata in redazione da Bankitalia chiedendoci di ammorbidirlo un po’. Risultato è questo https://t.co/32QDgCvrro — gavin jones (@gavinjones10) November 17, 2019 Non sono schizofrenici. A loro interessa solo che resti agli atti che loro l'allarme lo avevano lanciato, in modo da poterlo tirare fuori a disastro compiuto. I discorsi di Visco sono pieni di questi messaggi. Sul bail-in rimandarono a una minuscola nota a margine di un rapporto — Carlo Di Foggia (@cdifoggia) November 17, 2019

1 – ECCO COME E PERCHÉ DIVAMPANO LE POLEMICHE SUL MES (MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ) Manola Piras per www.startmag.it

Lievitano dibattito e polemiche sulla riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che dovrebbe veder la luce entro il prossimo mese di dicembre.

In questi giorni si registrano le preoccupazioni della Banca d’Italia che hanno innescato la reazione della Lega, da tempo sulle barricate e che già durante il governo Conte 1 – di cui faceva parte – ha presentato un’interrogazione all’allora ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria. In tutto questo si apre un ulteriore dibattito fra giornalisti e analisti sull’attenzione prestata al tema dalla stampa nazionale accusata- in alcuni casi – di edulcorare la pillola.

COS’E’ IL MES Nato nel 2012 per sostituire i preesistenti Fondo europeo di stabilità finanziaria e Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, il Mes (o Esm, secondo l’acronimo inglese) vuole essere una sorta di Fondo monetario europeo per sostenere i membri dell’area euro in difficoltà cui si offre un programma di aiuti in cambio di riforme strutturali.

IL DIBATTITO SULLA RIFORMA DEL MES La riforma del Mes desta allarme per il nostro Paese perché prevede che il supporto finanziario sia attivato in caso di turbolenze sui mercati del debito pubblico ma qualora ricorrano alcune condizioni: non trovarsi in procedura d’infrazione, avere da due anni un deficit sotto il 3% e un debito pubblico sotto al 60%. Dunque, l’Italia sarebbe esclusa dal supporto cui potrebbe accedere – in seconda battuta – solo se accettasse una ristrutturazione del debito.

L’INTERROGAZIONE DEL CARROCCIO E LE PAROLE DELL’EX MINISTRO TRIA Già lo scorso giugno Claudio Borghi e altri deputati leghisti hanno presentato un’interrogazione al titolare di via XX Settembre sull’iter della riforma e lo stesso Tria, durante il suo intervento all’assemblea dell’Abi, a luglio, aveva affermato che la trasformazione del Meccanismo di stabilità in un fondo monetario europeo con compiti di sorveglianza fiscale può comportare “possibili ripercussioni negative sui mercati internazionali”.

COS’HA DETTO IL GOVERNATORE VISCO SULLA RIFORMA DEL MES Sulla questione il 15 novembre è intervenuto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, secondo cui la riforma del Mes deve essere gestita attentamente perché potenzialmente comporta “rischi enormi” . Parlando al seminario congiunto Official Monetary and financial institutions forum OMFIF-Banca d’Italia, il numero uno di Palazzo Koch ha spiegato che “i piccoli e incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere ponderati rispetto all’enorme rischio che il mero annuncio di una sua introduzione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default”. Inoltre, secondo Visco, “dovremmo tutti tenere a mente le terribili conseguenze dell’annuncio del coinvolgimento del settore privato nella risoluzione della crisi greca dopo il vertice di Deauville a fine 2010”.

IL TWEET DI JONES (REUTERS) Parole chiare che però hanno forse innescato qualche ripensamento a Via Nazionale. O almeno così pare leggendo il tweet del corrispondente Reuters da Roma, Gavin Jones: “Comunque Bankitalia abbastanza schizofrenica. Come se avesse paura delle proprie parole. Noi facciamo pezzo sul ‘huge risk’ e i vari avvertimenti e proposte. Arriva chiamata in redazione da Bankitalia chiedendoci di ammorbidirlo un po’”.

L’AUDIZIONE DI GALLI E IL COMMENTO DI BORGHI E BAGNAI Da registrare, la scorsa settimana, pure l’audizione in commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue di Montecitorio di Giampaolo Galli, ex capo economista ed ex direttore generale di Confindustria ed ex deputato Pd, oggi docente alla Luiss. Per Galli, la riforma Mes – tra l’altro – è un “pericolo per l’Italia e per gli italiani”.

Parole che hanno suscitato la reazione di Borghi e dell’economista Alberto Bagnai, senatore della Lega: “E’ impressionante sentire queste parole da un osservatore esterno e non sospettabile di antieuropeismo. Il professor Galli ha inoltre dichiarato a chiare lettere che una ristrutturazione del debito, implicita nei nuovi meccanismi del fondo, ‘sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di risparmiatori”, hanno scritto Bagnai e Borghi in una nota.

Ricorda poi il parlamentare del Carroccio: “Abbiamo sempre denunciato il sospetto segreto con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria, hanno condotto le trattative senza mai informare il Parlamento, pur essendone obbligati per legge. La loro reticenza ci aveva indotto persino ad interrogazioni parlamentari addirittura quando eravamo parte della stessa maggioranza”.

A Borghi, ha replicato Galli su Facebook: “La campagna #stopMES è una sciocchezza demagogica. Il MES, pur con limiti, è un’istituzione preziosa, uno strumento di solidarietà dei paesi più solidi (Germania) nei confronti di quelli più esposti alle crisi, Italia in primis. Ecco perché”.

LE CRITICHE DI BARRA CARACCIOLO ALLA RIFORMA DEL MES Una condanna della riforma arriva anche da Luciano Barra Caracciolo, magistrato ed ex sottosegretario agli Affari europei con Paolo Savona ministro nel governo M5s-Lega, come sottolineato su Twitter  dall’analista Giuseppe Liturri: “Magistrale ricostruzione di @LucianoBarraCar della catena causale e temporale che ha portato ad una bozza di Trattato che #Bankitalia stessa definisce fonte di ’rischi enormi’ per l’Italia. Una stampa degna di questo nome dovrebbe parlarne per settimane”.

In un lungo e articolato intervento sul suo blog Orizzonte48.com Barra Caracciolo evidenzia: “La riforma Esm impone una scelta, obbligata e senza alternative, tra ristrutturazione del debito pubblico o definitiva ristrutturazione sociale italiana, cioè uno sconvolgimento ordinamentale e dunque costituzionale, – o meglio la sua brusca e intollerabile accelerazione, che è totalmente non voluta dal popolo sovrano”. “Quando finiremo di pagare per i problemi delle intenzionali pecche istituzionali dell’eurozona?”, si domanda l’ex sottosegretario.

Inoltre, la preoccupazione di Barra Caracciolo è che si determini “un effetto di sbilanciamento sull’Esecutivo di decisioni che non solo sfuggiranno sempre più all’autonoma deliberazione parlamentare e alla indipendenza di giudizio degli organi costituzionali di garanzia, ma che sono assunte, in modo crescente e divorante, in sede sovranazionale, e quindi al di fuori del circuito di deliberazione dell’indirizzo elettorale, democratico e costituzionale”.

LA POCA ATTENZIONE DELLA STAMPA AL PROBLEMA SECONDO BORGHI Il leghista Borghi in questi giorni ha anche evidenziato la scarsa attenzione al problema da parte della stampa nostrana. Ha scritto su Twitter: “Io veramente non ho parole. Guardate che tipo di forze sono in atto e la manipolazione sfacciata. A sinistra l‘agenzia con le dichiarazioni di Visco sul Mes, a destra il titolo dell’UNICO giornale che ne parla a parte @LaVeritaWeb. Incredibile, i RISCHI ENORMI diventano BENE”. Il riferimento è al titolo dell’articolo che il Sole 24 Ore ha dedicato alle parole di Visco: “Bene la riforma dell’Esm, ma serve un safe asset europeo”.

Critiche raccolte da Stefano Fassina, sempre su Twitter, che però più che della stampa si preoccupa degli effetti della riforma. Dopo aver ringraziato Borghi, il parlamentare di Leu ed ex viceministro Pd all’Economia ha colto l’occasione per lanciare una proposta: “In Parlamento dobbiamo dare mandato a @GiuseppeConteIT di non firmare revisione #Esm” perché “è non solo conflitto tra Stati, ma conflitto di classe: gli interessi delle nostre imprese esportatrici sono allineati a quelli delle imprese esportatrici tedesche”.

In effetti sulla stampa nazionale l’argomento non sembra trovare grande spazio, nonostante l’intervento del governatore della Banca d’Italia. Le critiche di Borghi al giornale di Viale dell’Astronomia, però, ieri hanno trovato l’eco che non ti aspetti: un articolo del Fatto quotidiano dal titolo “Le paure di Visco e l’ottimismo del Sole, giornale della vie en rose”. Eloquente l’incipit: “L’ottimismo, si sa, è il sale della vita e quale giornale, se non Il Sole 24 Ore, è più adatto a vivere la vie en rose o almeno en saumon? Prendiamo il discorso di Ignazio Visco di cui il giornale della Confindustria dà conto ieri”.

2 – SALVINI: CONTE HA MODIFICATO MES DI NASCOSTO? ALTO TRADIMENTO, IN GALERA Roma, 18 nov. (LaPresse) - "Pare che, nei mesi scorsi, Conte o qualcuno abbia firmato di notte e di nascosto un accordo in Europa per cambiare il Mes, ossia l'autorizzazione a piallare il risparmio degli italiani. Non lo lasceremo passare. Sarebbe alto tradimento, se qualcuno senza interpellare Parlamento avesse trasformato il fondo salva stati in un fondo ammazza stati. #StopMes è primo su Twitter. Se qualcuno ci infilerà in questa gabbia, i titoli italiani varranno in prospettiva men che zero. Rischia di essere un crimine nei confronti dei lavoratori e dei risparmiatori italiani. Si ponga rimedio adesso, prima che sia tardi o sarà alto tradimento. E per i traditori il posto giusto è la galera. Ogni giorno chiederemo al signor conte, ex avvocato del popolo, attuale avvocato di se stesso, se lui qualcuno del suo governo ha messo la testa degli italiani". Così su Facebook il leader della Lega, Matteo Salvini.

3 – UE, LEGA: RIFORMA MES ENORME RISCHIO PER ITALIA Roma, 14 nov. (LaPresse) - Accogliamo con sconcerto le parole del prof. Giampaolo Galli che ritiene la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) un "pericolo per l'Italia e gli italiani". Eravamo a conoscenza del rischio insito nella riforma, ma è impressionante sentire queste parole da un osservatore esterno e non sospettabile di antieuropeismo. il Professor Galli ha inoltre dichiarato a chiare lettere che una ristrutturazione del debito, implicita nei nuovi meccanismi del fondo, "sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di risparmiatori". Abbiamo sempre denunciato il sospetto segreto con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e l'ex ministro dell'Economia Giovanni Tria, hanno condotto le trattative senza mai informare il Parlamento, pur essendone obbligati per legge. La loro reticenza ci aveva indotto persino ad interrogazioni parlamentari addirittura quando eravamo parte della stessa maggioranza. Anche il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, ha rivelato che la riforma è stata sostanzialmente approvata dai presidenti in giugno. Questo enorme rischio per l'Italia si sta preparando tra le segrete stanze di Bruxelles, senza che il Parlamento, al di là delle nostre interrogazioni e di queste audizioni, abbia mai potuto dire una singola parola in merito. Cosa ha approvato a nostra insaputa il presidente Conte? In cambio di cosa ha dato il suo assenso a questa possibile bomba, che potrebbe azzerare il risparmio di milioni di Italiani? La riforma del MES deve essere bloccata senza se e senza ma, e il presidente deve riferire immediatamente in parlamento". Lo dichiarano in una nota i parlamentari della Lega Claudio Borghi e Alberto Bagnai, in seguito all'audizione sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) del Prof. Gianpaolo Galli, ex dirigente di Bankitalia e vicedirettore dell'osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, presso la commissione Bilancio della Camera.



4 – IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ: FUNZIONAMENTO E PROSPETTIVE DI RIFORMA Estratto da www.giampaologalli.it (audizione presso le Commissioni riunite V e XIV della Camera dei Deputati, 6 novembre 2019)

(…) È evidente che la riforma riguarda in particolare l’Italia che è il paese con lo spread più alto e che non ha creato le condizioni, né dal lato della finanza pubblica né dal lato delle riforme per la crescita, per mettere il debito su un trend discendente in rapporto al Pil. Le organizzazioni internazionali e i mercati hanno smesso di credere alle promesse delle autorità di intervenire, in futuro, per risolvere il problema. Nella previsione base della Commissione Europea il debito aumenterebbe di altri 10 punti di Pil in meno di un decennio; secondo il Fondo Monetario, il debito salirebbe oltre il 160% del Pil nell’arco di un quindicennio. Entrambe queste previsioni sono del luglio scorso.

(….) Nel complesso, si può forse dire che la prospettata riforma del MES aiuta la stabilità dei paesi virtuosi dell’eurozona, ma è probabile che renda meno stabili paesi come l’Italia.

(…) Il punto che vale la pena sottolineare è che non vi è molta coerenza in chi sostiene che gli aiuti alla Grecia sono in realtà serviti per salvare le banche estere e al tempo stesso rifiuta di considerare uno schema di ristrutturazione preventiva dei debiti sovrani.

La nostra opinione su questo punto è che l’idea di una ristrutturazione “early and deep” non avesse senso nella Grecia del 2010 e, a maggior ragione, non abbia senso nell’Italia di oggi. In particolare, occorre considerare che l’Italia ha risparmio di massa e che il 70% del debito è detenuto da operatori residenti, tramite le banche e i fondi di investimento. In queste condizioni, una ristrutturazione sarebbe una calamità immensa, generebbe distruzione di risparmio, fallimenti di banche e imprese, disoccupazione di massa e impoverimento della popolazione senza precedenti nel dopoguerra. 

Nessun governo può prendere una decisone del genere se non nel momento in cui perdesse l’accesso al mercato e non fosse più in grado di pagare stipendi, pensioni, fornitori ecc. Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche[9].

Anche per questo motivo, azioni o parole che possano ingenerare il timore di una ristrutturazione o, peggio, di un default, vanno considerati come un pericolo per l’Italia e per gli italiani. Per questo motivo ci preoccupano le proposte di revisione del Trattato istitutivo del MES.

 (…)

Conclusioni Il MES è un’istituzione molto utile che deve continuare ad avere il pieno sostegno dell’Italia. Le proposte di riforma che sono state formulate dall’Eurogruppo dello scorso giugno presentano aspetti positivi, ma anche alcune delle criticità per un paese come l’Italia. In particolare, preoccupa l’idea che, in certe circostanze, la ristrutturazione del debito pubblico possa diventare una precondizione per avere accesso alle risorse del MES. Occorre rafforzare il ruolo della Commissione rispetto al MES, evitare che le CAC “single limb” – i cui dettagli tecnici non sono ancora stati resi noti – facilitino eccessivamente la ristrutturazione del debito, sottolineare con forza che la ristrutturazione del debito pubblico non può essere decisa sulla base di valutazioni meccaniche e  va valutata con grande attenzione, con il pieno coinvolgimento delle autorità nazionali,  perché rischia di aggravare la condizione economica e sociale di una nazione, nonché di avere effetti di contagio molto negativi sull’intera eurozona.