Corriere della Sera, 18 novembre 2019
Brexit, stangata per gli europei sulla sanità
Tassa sulla sanità per gli europei dopo la Brexit: una stangata di oltre settecento euro l’anno che si abbatterà sui cittadini comunitari a partire dal gennaio 2021, cioè quando sarà concluso il periodo di transizione che farà seguito all’uscita di Londra dalla Ue, prevista per il prossimo 31 gennaio.
È la misura principale contenuta nel pacchetto sull’immigrazione, reso pubblico ieri dal governo, il cui obiettivo è quello di equiparare gli immigrati europei a quelli extra-Ue dopo la Brexit. Attualmente in Gran Bretagna i cittadini comunitari hanno diritto alle cure mediche gratuite, fornite dal servizio sanitario britannico, mentre gli extra-comunitari devono pagare una tassa di 400 sterline. A partire dal 2021, invece, tutti saranno soggetti al pagamento di 625 sterline (circa 720 euro, al cambio attuale), indipendentemente dalla provenienza geografica: solo così si potrà accedere alle cure mediche.
Il governo britannico ne fa una questione di equità: «Rendere più giusto l’accesso al servizio sanitario fa parte di un più giusto sistema di immigrazione in generale», ha spiegato il ministro Michael Gove. «Non è corretto che gente dalla Bulgaria o dalla Slovenia possa venire qui e avere automaticamente dei diritti che non hanno quelli che provengono dal Bangladesh o da Singapore». Ma d’altra parte in questo modo gli europei perderanno un diritto che era stato loro garantito da decenni (anche se la misura riguarda solo i nuovi arrivi, chi già si trova in Gran Bretagna prima della Brexit continuerà ad avere la sanità gratuita).
A parte questo, il governo britannico prepara una stretta più generale sugli arrivi: dopo la Brexit entrerà in vigore un sistema di controllo dell’immigrazione «a punti» che privilegerà i lavoratori qualificati. E non ci si potrà trasferire in Gran Bretagna senza avere già una offerta di lavoro in tasca (unica eccezione gli scienziati e gli imprenditori che vogliono avviare un’azienda). «Come Paese tollerante e inclusivo, la Gran Bretagna saluta con favore i benefici che l’immigrazione può portare», ha aggiunto il ministro Gove. «Ma l’immigrazione va controllata se deve funzionare nell’interesse di tutti».
Questo è il programma cui il partito conservatore di Boris Johnson darà corso se vincerà le elezioni: e tutti i sondaggi puntano in quella direzione.
Questo vuol dire anche che dal 2021 si bloccherà il flusso di migliaia di giovani italiani che ogni anno sbarcano a Londra in cerca di opportunità e spesso trovano un primo impiego come camerieri o parrucchieri: occorrerà un visto e per ottenerlo servirà avere già un contratto in tasca, cosa non così facile a farsi dall’Italia. E in ogni caso, una volta sbarcati in riva al Tamigi, guai ad ammalarsi: si rischia il salasso finanziario.