Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 18 Lunedì calendario

La pastora personale di Trump

“Più sei ricco, più Gesù ti ama”. Il Dio di Donald Trump parla con voce di donna. È quella di Paula White, Paula la candida, nuova consigliera spirituale del presidente Usa. Così si descrive: “Pastore evangelista del centro cristiano Nuovo Destino di Orlando”, nonna amata, personalità televisiva, mentore, scrittrice che “superando la tragedia, ha trovato ristoro in Cristo, la sua missione è mostrarlo agli altri”.
Sommersa dal dolore di un destino sfortunato, arriva dalle viscere d’America. Figlia di madre alcolizzata e padre suicida, cresciuta tra miseria e servizi sociali, è stata vittima di abusi sessuali. La fede a arriva a 18 anni, col suo primo marito e le prime messe davanti alle telecamere. Poi diventa sempre più credibile, seguita e vittoriosa. La telepredicatrice evangelista oggi ha una comunità capace di raccogliere 150 milioni di dollari in donazioni.
Nel 2007 fu investigata dal Senato per le sue richieste di fondi ai fedeli, ma tutto si concluse senza prove. È una vecchia Barbie bionda che parla di sacro e di moneta. Vorticosa, prolifera e mirabolante. Alle sue prediche cita poco i salmi: “Dio ha detto che intesterete i vostri assegni a Paula White, se Dio vi chiede di donare 12 dollari fatelo, anche con carta di credito, in cambio avrete ricchezza, se non lo fate, i vostri sogni moriranno”.
Dio chiede, Dio vuole, Dio è d’accordo con lei. Braccia ed occhi al cielo, con il suo dito indice puntato al soffitto, è la star dei prosperity gospel americani, qualcosa a metà tra una preghiera cantata e un manuale d’istruzioni per diventare ricchi, mentre Paula convince tutti che le sfere celesti augurano ai fedeli una vita “abbondante”: “Non dovete avere paura, ansia, la mentalità della povertà”.
Convergenze gelatinose. Ci sono croci, sospetti e critiche bibliche. Per molti cristiani a stelle e strisce è un’eretica e i suoi sermoni sono interventi da convegno sul materialismo eccessivo e smisurato d’America, ma il microfono rimane il suo scettro del comando. Dall’altare di uno schermo televisivo o del suo sito web – dove le icone sono i suoi ritratti o la copertina del suo ultimo libro, Something greater, “qualcosa di più grande”- predica con molti punti esclamativi, ricorda i milioni di dollari che ha fatto destinare ai più bisognosi d’America, (quelli che lei ama ma il suo Dio, evidentemente, non abbastanza). Paula ha sentito la voce di Dio e Trump ha sentito la sua durante un tour per la folla adorante dei suoi discepoli. Comincia allora il richiamo divino tra i due. Trump la invita a predicare la sua particolare versione della Bibbia ad Atlantic city nel 2002. Poi alla cerimonia inaugurale dell’insediamento del presidente nel 2016 lei lo benedice con molti dei suoi proverbiali amen. Paula è “bellissima dentro e fuori” ha detto il presidente. Lei ha ricambiato: “Trump è come un diamante che svela una nuova faccia ogni volta che è esposto alla luce”. Lei è certa che lui “abbia una relazione con Dio” e promette il voto degli evangelici alle elezioni del 2020. Spesso è ospite della Fox. L’ultimo sermone riguardava le “potenze demoniache dei network”, i media che si “sono allineati contro Trump”.
Dio ti benedice, la stampa quasi mai. “La pastora personale del presidente”, come la chiama il New York Times, è adesso diventata ufficialmente consigliera dello Studio Ovale per la Faith and Opportunity Initiative. Non è più certo che domani agli ultimi apparterrà il Regno dei Cieli, oggi è sicuro solo che a Paula appartiene un ufficio alla Casa Bianca.