Matteo Speroni per www.corriere.it, 17 novembre 2019
ADDIO A LUCIO NISI, L’EX ORTOLANO CHE NEL 1980 FONDÒ IL “PLASTIC”, LA MITOLOGICA DISCOTECA DI MILANO AVANGUARDIA DI STILI, ARTISTI, TRASGRESSIONI - CI SONO PASSATI TUTTI: DA STING A ELTON JOHN, DA BRUCE SPRINGSTEEN A MADONNA, DA FREDDY MERCURY A GRACE JONES FINO A BOY GEORGE E ANDY WARHOL -
Milano si stava preparando al Natale, la notte del 23 dicembre 1980, e il termometro, nelle ore più fredde, si aggirava intorno allo zero. Ci voleva coraggio per aprire il locale a quel tempo più trasgressivo della città, e anche d’Italia, l’antivigilia della festa sacra per eccellenza, ma gli ideatori del Plastic non si fecero intimidire dal calendario.
Anzi, portare in un antro di un vecchio stabile di ringhiera in viale Umbria il vento scottante delle nuove tendenze alternative della musica, del costume e della moda newyorkese, a pochi anni dalla nascita dirompente del fenomeno punk, deve essere stata una sfida eccitante, inebriante, che si è poi rivelata una scommessa vinta.
Il Plastic fu fondato dall’art director e dj Nicola Guiducci con Lino Nisi, al quale subito subentrò il fratello Lucio, scomparso ieri a Milano per una malattia a 71 anni, la maggior parte dei quali trascorsi da patron del Plastic. Pugliese di Villa Castelli, arrivato a Milano per gestire un negozio di frutta e verdura in zona San Siro, Lucio Nisi era uomo di energia eccezionale, per vent’anni sia ortolano sia gestore della più nota e frequentata discoteca underground, passando dalla chiusura del locale alla spesa all’Ortomercato.
Passione e intuito: con la sua impronta post punk, dark, glam e gay friendly, il Plastic presto diventò famoso in tutto il mondo, luogo dove bisognava esserci; per i milanesi, disposti ad affrontare lunghe code notturne con selezione all’ingresso, e per le celebrità.
Da quelle stanze scure, fratturate da luci ossessive, martellate da musica stupefacente, sono passati Sting, Elton John, Bruce Springsteen, Madonna, Freddie Mercury, Grace Jones, Boy George, Katy Perry, Andy Warhol, Keith Haring e tanti altri. Il Plastic, antenna che attirava le folgori della creatività italiana e mondiale, è stato anche teatro per l’ispirazione estetica di Elio Fiorucci, Stefano Gabbana, Oliviero Toscani. Poi, nel 2012, il locale (nel frattempo ribattezzato «Killer Plastico»), che nel 2009 è stato insignito dell’Ambrogino d’oro, ha dovuto trasferirsi in via Gargano, zona Ripamonti, sempre mantenendo la sua identità. In un’epoca però in cui l’avanguardia artistica e sociale è tutta da riprogettare.
Anche il sindaco Beppe Sala ha ricordato con un tweet Nisi: «Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Lucio Nisi, tra i fondatori del Plastic, storico locale che ha portato a Milano stili nuovi e attratto artisti internazionali. La città lo ricorderà con gratitudine». Intanto, mercoledì prossimo, negli spazi dove sorgeva il Plastic inaugurerà un cocktail bar e ristorante, chiamato Killer: da Plastic a Killer Plastico a Killer, in viale Umbria 120 la metamorfosi del linguaggio confonde le tracce del passato. Ma, in fondo, non importa: il Plastic non è nato per nostalgici e conservatori.