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 2019  novembre 17 Domenica calendario

In Iran proteste per la benzina più cara

Le proteste contro il caro benzina, scoppiate venerdì sera in diverse città iraniane, tra cui Shiraz, Sirjan, Mashhad, Ahvaz, Gachsaran e Bandar Abbas, è proseguita ieri mattina, primo giorno lavorativo della settimana, anche a Teheran che si è risvegliata sotto una coltre di neve nella sua parte settentrionale. La capitale ieri era paralizzata dagli ingorghi causati più che dalla neve, che ha spinto le autorità a chiudere le scuole, da un modo inedito di manifestare. I blocchi del traffico sarebbero organizzati attraverso la app Waze dove, chi è a capo delle manifestazioni, indica dove fermare le auto e suonare i clacson.
Continuano a circolare notizie dell’uccisione, venerdì sera a Sirjan, di un manifestante. Nella stessa città nella provincia di Kerman è stata incendiata una stazione di servizio. Una seconda vittima si è registrata nelle manifestazioni di Behbahan. La polizia antisommossa si è scontrata con i manifestanti in molte città, tra cui Mashhad, dove gli agenti hanno lanciato anche gas lacrimogeni. Su twitter sono stati postati video come quello che ritrae la statua dell’ayatollah Khomeini distrutta a Shahriar o l’incendio di un poster della guida suprema Khamenei a Islamshahr, entrambi centri nella provincia di Teheran. Una folla di manifestanti ha dato fuoco alla sede della Banca centrale iraniana a Behbahan, nella provincia del Khuzestan. Lo riferisce un tweet di al-Arabiya. Le forze di sicurezza iraniane, riferisce il New York Times, hanno sparato sulla folla a Shiraz, tra le città dell’Iran scosso da una protesta contro l’aumento del prezzo del carburante: un video ritwittato dalla corrispondente Farnaz Fassihi mostra un giovane a terra, con una ferita al petto, circondato da soccorritori.
La rivolta è scoppiata dopo l’inaspettato annuncio dell’aumento del prezzo del carburante. I proventi degli aumenti, ha dichiarato il ministro del petrolio Bijan Zanganeh, sono stati stimati tra i 300 e i 310 mila miliardi di rial, pari a 2,55 miliardi di dollari all’anno. Le maggiori entrate, ha ribadito il membro del governo, saranno indirizzate a 18 milioni di famiglie bisognose, circa 60 milioni di persone, nel giro di dieci giorni. Promessa che evidentemente non ha convinto l’opinione pubblica. Il procuratore dello Stato, Mohammad Jafar Montazeri, ha invece accusato gli agitatori di essere agenti stranieri. Infine, su richiesta del-l’Iran, è stata chiusa in entrambi i sensi la frontiera con l’Iraq nel passaggio di Shalamcheh.