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 2019  novembre 17 Domenica calendario

Sei anni di manovre incompiute

Qualcuno ricorderà le polemiche dell’autunno del 2018 su una legge fortemente voluta dalla Lega che assegnava ettari di terra gratis alle famiglie che volevano tornare all’agricoltura. Qualcuno arrivò ad accusare Salvini di avere una visione tradizionalista e reazionaria della società. Ebbene il governo giallo-verde approvò la legge ma poi non ne ha mai varato i decreti attuativi e così il ritorno al mito dell’ «aratro che traccia il solco» è miseramente finito su un binario morto dopo aver riempito paginate di giornale
Un destino tutt’altro che raro per le abitudini del sistema legislativo italiano che molto promette ma poco concede. Per le sole leggi finanziarie degli ultimi sei anni sono oltre 150 i provvedimenti rimasti sulla carta ovvero senza le norme attuative che pure erano previste. Va subito detto che il fenomeno è esponenzialmente cresciuto negli ultimi due anni. Nella scorsa legislatura fino alla legge di Bilancio 2017 (ovvero dal governo Letta a quello Renzi) le norme non attuate sono pochissime, meno di 30, ovvero 8 di media per anno. Siamo nella fisiologia. Con la fine della legislatura e l’arrivo del governo M5S-Lega lo scenario si è capovolto. Complice il passaggio di segno governativo sono ben 58 le norme non attuate contenute nella Finanziaria del governo Gentiloni e addirittura 68 quelle della manovra del governo giallo-verde.
Fra i provvedimenti finiti sul binario morto c’è di tutto, da norme di peso ai classici cavilli da sottogoverno.
Vediamo qualche esempio. È finita nel vuoto la sacrosanta legge che prevedeva di regolamentare i compensi negli enti di ricerca, così come quella assai utile sul razionale uso dei dispositivi medici sulla base del principio costo-efficacia. E nessun aiuto riceveranno le persone affette da malattie che le spingono a giocare d’azzardo nonostante ci sia una legge in tal senso. Anche gli assegni famigliari per i cittadini italiani che lavorano all’estero e che hanno famiglie numerose in Italia sono stati una stella filante subito gettata alle ortiche. Finiti nel nulla anche micro provvedimenti chiesti dalle categorie come ad esempio le modalità d’uso del Fondo antibracconaggio ittico o l’avvio della riforma degli eventi ippici o l’adozione del regolamento dell’Agenzia Italiana per il Meteo.
A volte, comunque, il cerchio si chiude. Così è capitato che la legge di Stabilità del 2015 provasse a rimediare ad una piccola anomalia della legge Fornero: il calcolo contributivo della pensione applicato a tutti per contenere la spesa andava invece ad avvantaggiare alcune particolari carriere. Il comma 707 ha allora previsto in questi casi il ricalcolo con le regole precedenti destinando la somma risparmiata ad un fondo presso l’Inps, finalizzato – in chiave di equità sociale – a garantire l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche per particolari categorie di soggetti. Quali categorie? Ad individuarle avrebbe dovuto provvedere un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia: decreto che naturalmente in questi cinque anni non è mai stato adottato. Così la legge di Bilancio per il 2020 (articolo 72 comma 21) ora abolisce il fondo e incamera i relativi risparmi, stimati in circa 250 milioni cumulati nel prossimo decennio: misura immediatamente operativa senza bisogno di altri adempimenti.