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 2019  novembre 15 Venerdì calendario

Biografia di Elisabetta Spitz

Ancora tu. Il governo giallo-rosa nomina Elisabetta Spitz supercommissario per il Mose. Il suo nome – individuato dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli – certo non è nuovo negli ambienti del potere in cui l’architetto Spitz è apprezzato da decenni. In particolare dalla stagione targata centrosinistra dell’era di Romano Prodi, ma ancora più di Massimo D’Alema: aveva tanti estimatori, a cominciare dall’allora ministro Vincenzo Visco e da Pierluigi Bersani. E in quella stagione che l’architetto romano raggiunge i vertici di agenzie governative. Un legame di stima che aveva suscitato qualche polemica quando era emerso che l’associazione politica Nens di Bersani e Visco era ospitata in un appartamento di proprietà proprio della famiglia Spitz.
 
Il “privato” e quell’ago della bilancia
Le cronache ricordano anche la vita privata di Spitz, allora sposata con quel Marco Follini che era passato dal centrodestra al centrosinistra ed era stato l’ago della bilancia della politica italiana.
Mentre, però, la stella di Follini tramonta, quella di Elisabetta continua a brillare. Classe 1953, Spitz studia da architetto, ma la sua fortuna non arriva progettando case. Il suo curriculum ricorda che nel 1999 viene nominata da Visco nel comitato che predispone un progetto di riforma del ministero delle Finanze. L’idea è quella di creare un corpo snello supportato da 4 agenzie fiscali: Entrate, Territorio, Dogane e Demanio. Visco nel 2001 sceglie Spitz come direttore generale del Demanio, incarico rinnovato nel 2004 e nel 2007. Ruolo molto ambito perché il Demanio amministra la quota più rilevante delle proprietà pubbliche. Intanto nel 2004 Giulio Tremonti, che guida il Mef, istituisce la Patrimonio Spa e Spitz entra nel cda. Ma la sua capacità di destraggiarsi tra le cariche più diverse è quasi un’arte. È lei stessa a presentarle nel suo curriculum: dal 1992 al ’99 è presidente del consorzio di progettazione della salvaguardia delle aree abitate di Venezia. Insomma, le vicende della Laguna e del Mose l’architetto le conosce dalle origini. Poi, appunto, il grande salto nella Commissione che ridisegna la struttura del Mef. Dal 2001 al 2004 Spitz è anche nel cda di Eur Spa, altro ruolo molto ambito a Roma. Un piede nella Capitale e nei ministeri, l’altro a Venezia. In una stagione non proprio felice. Tra il 2009 e il 2010 Spitz è consulente dell’Autorità Portuale di Venezia.
 
Archiviata per “Toghe lucane”. Zero riflettori
Intanto, nel 2008, è anche componente della Commissione per il futuro di Roma Capitale presieduta da Antonio Marzano. E mentre le cronache ricordano che fu indagata e archiviata nell’inchiesta “Toghe lucane”, il rosario di cariche procede inarrestabile. È consulente di Beni Stabili sgr per la start-up di fondi immobiliari con partnership pubblico-privato, nonché (2010-2012) risulta advisor per la riorganizzazione e gestione del patrimonio immobiliare del Gruppo Kos e segue l’avvio di un fondo immobiliare di residenze sanitarie. Non vanno dimenticati gli incarichi nella Commissione per la valutazione delle buone pratiche amministrative e nella commissione del Miur che fissa le linee guida per l’edilizia scolastica. Ma anche la presidenza del comitato di valorizzazione del patrimonio immobiliare degli enti locali di Assoimmobiliare-Confindustria. Infine l’ultimo fiore all’occhiello: il ruolo di amministratore delegato di Invimit Sgr che si occupa della gestione di fondi immobiliari di patrimoni immobiliari di enti pubblici, territoriali e statali. Spitz lavora a testa bassa. La politica e i salotti romani la amano. Ma lei si tiene lontana – prudente – dai riflettori. Adesso l’ultimo passo, una nuova missione: il Mose.