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 2019  novembre 14 Giovedì calendario

Il successo del reality sui Kardashian

La vera rivoluzione televisiva in questo momento è su Sky. E si incarna in un docureality che racconta il vero significato della parola entertainment. Nell’intrattenimento gli americani si confermano seri maestri, ma mai seriosi. Basta buttare un occhio a Le Kardashian, fenomeno di culto negli Usa, che racconta le vicende della famiglia allargata Kardashian-Jenner. Una vita da ricchi sfondati, tra popolarità e attacchi di panico, vacanze da nababbi, volti stirati dall’acido ialuronico, macchinoni e suite d’albergo da mille e una notte. Una vita ai limiti dell’immaginabile e dello sfrontato, uno schiaffo allo spettatore. Che però non cambia canale, anzi.
In America si è giunti alla 17esima edizione e in Italia è appena partita la 14esima (dal lunedì al venerdì alle 18.45 su Sky Uno e in streaming su Now Tv).
Per fare luce su questo successo planetario occorre capire chi siano i Kardashian. L’impatto della famiglia in questione, su Facebook, Instagram e Twitter, fa capo a un miliardo di followers. Un settimo dell’intera popolazione mondiale, in pratica. 
In prima linea troviamo le tre sorelle, Khloé, Kourtney e Kim, macchine da soldi senza pietà, capaci di monetizzare anche l’aria che respirano. La prima si definisce, in famiglia, «la sorella ex grassa» (e questo crea sapientemente empatia con il pubblico femminile), generosa, determinata nel mantenere un clima di armonia con le sorelle. Kourtney è invece la più alla mano e casual. È fisicamente la più somigliante al padre Rob Kardashian, avvocato di origini armene scomparso nel 2003, difensore di O.J. Simpson, nel caso giudiziario che sconvolse gli States. Poi c’è Lei, Kim Kardashian, moglie del rapper Kanye West e star da oltre 150 milioni di followers su Instagram. Si definisce imprenditrice nel settore del make up. Per lo scorso Halloween pare abbia fatto ritoccare anche le foto della figlia Chicago, di un anno, prima di postarle. Perché l’immagine è tutto, e tra i Kardashian bisogna capirlo fin da bambini.
C’è anche un fratello, Rob, 32 anni, che soffre di bulimia e in passato è stato protagonista a sua volta di un altro reality, Rob e Chyna, basato sulle sue vicende sentimentali. Ma la vera regina è la matriarca Kris Jenner, mamma manager, coproduttrice e mente diabolica nell’ideazione del format. Ha avuto altre due figlie, Kylie e Kendall, da Bruce Jenner, ex atleta, che nel 2015 ha raccontato in tv di sentirsi una donna da sempre e di aver «vissuto per decenni nella menzogna». Oggi, alla soglia dei settant’anni, è diventato Caitlyn attraverso un tortuoso percorso di transizione di genere, chirurgico e non solo, rigorosamente raccontato alle telecamere con il documentario I’m Cait. 
I Kardashian monetizzano tutto, le crisi psicologiche, le litigate, il cambio di sesso, il furto subìto di un anello da 5 milioni di dollari, i tradimenti, le sedute dall’estetista. «È lavoro», dice Kim ogni due per tre durante il reality in questione, pure se sposta un tovagliolo o se va in bagno. Il risultato è un racconto sorprendentemente di valore. Le Kardashian litigano raramente e se lo fanno, si chiariscono alla velocità di un bancomat. Eroine di questi tempi, vivono tra borse da diecimila dollari che appoggiano qua e là per casa, come fossero sportine da supermercato. Al primo posto mettono la famiglia, i sentimenti e i pochi e fidati collaboratori, che non le contrastano mai. Le Kardashian, tra loro, non sembrano conoscere invidie, dialogano e sottolineano i reciproci successi, sorellastre comprese. Kylie Jenner per esempio, anche lei imprenditrice, è attualmente la più pagata al mondo su Instagram. Un suo post sponsorizzato viene retribuito circa un milione e 200mila dollari (Chiara Ferragni, spòstati). E infine c’è Kendall, 24 anni, tra le top model più quotate al mondo. Ragazza dal cuore d’oro e ex fiamma di Justin Bieber, ne Le Kardashian si mostra sofferente all’idea di denunciare l’ennesimo stalker sconosciuto infilatosi nel giardino di casa sua, «se ha problemi mentali, mi fa male l’idea di mandarlo in galera». Insomma, questo reality è degno della sua fama? Sì. Perché racconta il nulla con ironia, ricordandoci che il mondo dello show business è un mondo dove regna l’aspirazione di vivere meglio, portato all’eccesso. Ha il compito di raccontarci qualcosa e qualcuno che (per fortuna) non diventeremo mai, ma che siamo legittimati a sognare e a spiare. Senza troppi moralismi.