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 2019  novembre 14 Giovedì calendario

A che punto è il Mose

Il Mose per salvare Venezia dalle acque alte non è ancora finito. È quasi finito, e in quella parola “quasi” è contenuto ciò che manca a far funzionare la macchina ormai pronta: manca il “motorino d’avviamento”. Per questo motivo il Mose – le dighe colossali a scomparsa – non è stato fatto funzionare martedì sera quando le sirene d’allarme coprivano Venezia con i brividi quadritonali dell’allerta generale.
Del Mose è completa, pronta e finita da mesi la parte pesante e colossale di cemento e acciaio, cioè ci sono le quattro dighe. 
Invece deve essere finito ciò che farà muovere le paratoie per chiudere fuori dalla laguna l’acqua alta. Vanno istallati compressori, attuatori, sensori, cablaggi e così via. 
Finora sono stati spesi almeno 5,3 miliardi (tangenti, generosità e regalìe comprese) su una spesa totale e finale di oltre 5,5 miliardi, cui vanno aggiunti altri interventi e progetti correlati per una stima che potrebbe avvicinarsi ai 7 miliardi. Questi costi e le spese future sono soldi pubblici.
Il progetto Mose è gestito dal Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato. Dopo gli scandali del 2014, ogni più piccola attività oggi è controllata con severità da due commissari.
Il Mose prevede che le dighe a scomparsa resistano a maree alte fino a 3 metri (quella di martedì era alta poco meno di 1,9) e, se il cambiamento del clima farà innalzare i mari, possano governare un livello medio del mare più alto di 60 centimetri rispetto a oggi. È prevista una durata di progetto di 100 anni, anche se segnali di degrado tecnico fanno temere un impegno importante per far funzionare per un secolo questa macchina immensa.
Le persone interessate ad allungare i tempi e i lavori sono molte, e sono molte anche le persone cautissime nel non impuntare il passo nel percorso finale dell’opera. Adesso l’opera lavora con impianti provvisori e il Mose e sarà effettivamente pronto per funzionare fra un annetto, se non ci saranno nuove legioni di frenatori. Dall’apertura del cantiere avvenuta nel 2003, la consegna finale e ufficiale – con le firme, le strette di mano davanti ai fotografi, il tappeto rosso, la banda musicale con gli ottoni lucidati e il consenso unanime degli elettori – è prevista fra due anni. 
Poi ci sarà la gestione e la manutenzione, che a progetto costerà fra gli 80 e i 90 milioni l’anno. Ma il buonsenso dice che per la manutenzione bisognerà spendere non meno di un centinaio di milioni l’anno, visto che perfino le cerniere delle paratoie mostrano segni di corrosione prima ancora che il Mose sia in funzione.
Dopo anni di lavori, sono state posate da molti mesi tutte le 78 paratoie che formano le quattro barriere alle bocche di porto di Lido (due sezioni affiancate), Malamocco e Chioggia. Sono stati costruiti gli edifici tecnici e la sala comando a Rocchetta, a fianco della torre piloti della bocca Malamocco, che è la torre di controllo dell’intero porto.
Mancano gli impianti accessori, come alcune batterie di compressori, gli arredi, gli ascensori, diverse condutture, numerosi attuattori oleodinamici.
Le barriere funzionano già in via sperimentale con una dotazione minima di impianti ma mancano i collaudi finali, manca la cabina di regìa e la procedura di autorizzazione per l’apertura e la chiusura delle dighe mobili.
Le prove di sollevamento hanno dato esiti positivi ma l’esperimento alla bocca di Malamocco in programma per il 4 novembre era stato sospeso e rinviato per paura che diventassero un intoppo le anomalie di alcune condutture che entravano in vibrazione.
Il progetto risale a quel 4 novembre del 1966 quando ci fu l’acqua alta più devastante per Venezia; da allora la città cominciò a svuotarsi di abitanti e a trasformarsi in un turistificio furibondo. Seguirono la Legge Speciale per Venezia e una legge che nell’aprile 1984 individuò nelle dighe a scomparsa la soluzione per salvare dal mare la città. Il 3 aprile 2003 il Comitatone diede il via libera al progetto.
Nel maggio 2003 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi posò la prima pietra e annunciò: l’opera sarà pronta nel 2011.
Nell’estate 2014 un’inchiesta (35 arresti) portò al il blocco totale dei lavori e al commissariamento del Consorzio Venezia Nuova.
Il cronoprogramma dice che il 30 giugno prossimo il Mose sarà pronto e il 31 dicembre 2021 con la consegna delle opere comincerà la gestione ordinaria.