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 2019  novembre 14 Giovedì calendario

Calcio, arriva il tablet che dà consigli

Questa è la storia di come la matematica, dopo un corteggiamento di 25 anni, sta provando a sposare il calcio. Di come presto una manciata di algoritmi cercheranno di imbrigliarne l’imprevedibilità senza ridurne la magia, di tradurre quel movimento continuo di 22 giocatori più il pallone più l’arbitro in modelli predittivi da usare al volo: occhio che se vai avanti così… A partire dalla prima giornata del girone di ritorno, il 19 gennaio, la Lega Serie A farà trovare in panchina agli allenatori un tablet con il software “Virtual Coach”. Niente paura. Non vuole prendere il loro posto, ma aiutarli a lavorare meglio. E in futuro, con la connettività a 5G, far godere ai tifosi la visione di una partita diversa, arricchita dall’intelligenza artificiale. Questa storia verrà raccontata domani nel grande simposio internazionale in corso a Barcellona sull’innovazione applicata allo sport.
È una storia che inizia nel 1994. Mondiale negli Usa. Sulla panchina dell’Italia Arrigo Sacchi. Tra il primo e il secondo tempo i giocatori rivedono alcune immagini salienti scelte da un software americano che ha un riconoscitore vocale che taglia le azioni automaticamente. Oggi è normale, ma ai tempi no: il web era appena nato. Dietro c’è un tecnico innamorato dell’idea che il calcio si possa spiegare con i numeri: Adriano Bacconi. I primi dati che arrivano sono il possesso palla e i chilometri percorsi dai giocatori. Utili? Mica tanto, ma quelli ci sono. In altri sport è diverso.
Il secondo capitolo è del 2014: Mauro Berruto, ct della Nazionale maschile di pallavolo, incontra a un convegno il matematico Ottavio Crivaro, che guida MoxOff, una società nata dal Politecnico di Milano con l’obiettivo di proporre soluzioni matematiche alle aziende. L’ha fondata nel 2010 con uno dei grandi geni della matematica mondiale, Alfio Quarteroni, a quel tempo a Losanna, dove ha avuto occasione di provare il suo talento anche nella vela: «Era il 2001 e vennero a trovarmi Ernesto Bertarelli e Russell Coutts, volevano modelli matematici per la loro barca, Alinghi». Due anni dopo vinsero la Coppa America.
Berruto incontra la matematica (Crivaro) e dice: «Nel volley proviamo a indovinare il futuro con statistiche del passato. È come azzeccare che tempo farà domani con un libro di storia. Eppure avremmo un sacco di dati». Si inventano un software ("il gobbo") che divide la rete in tre segmenti di 9 metri ed è in grado di predire al 90% dove il palleggiatore non indirizzerà la palla. «Come accorciare la porta su un calcio di rigore». Funziona, ma ai giocatori non piace: «Si sentivano manipolati». Oggi l’evoluzione di quel software è usata da molte squadre di A e da alcune nazionali. Da quell’incontro nasce Math& Sport (partner del Coni per Tokyo 2020) che ha anche aiutato Matteo Berrettini, quand’era sconosciuto, a migliorare il servizio.
Un anno e mezzo fa la folgorazione per il calcio. I dati della partita ora arrivano in tempo reale e sono diventati 5 milioni. Quaranta frame al secondo. Sono la benzina del Virtual Coach che ha due motori: da una parte i modelli matematici per riconoscere automaticamente alcuni gesti tecnici o schemi di gioco; dall’altra algoritmi di machine learning che leggono la pericolosità di un’azione. Sul primo aspetto è entrato in gioco Bacconi: «Il possesso palla e i chilometri percorsi sono nulla rispetto alla direzione e alla velocità di corsa, utili a capire la pressione esercitata sul portatore di palla, le opzioni di passaggio e quella da scegliere: la più comoda o la più rischiosa? È come entrare nella testa di ogni giocatore». Il Virtual Coach non dà i dati: li analizza e li trasforma in un’indicazione precisa. Domenica scorsa nel test effettuato durante Juve-Milan sul tablet c’era scritto: “Giocando stretti vanno in difficoltà” (minuto 36); “Sfruttiamo di più Pjanic” (minuto 57); “Troppo spazio a Çalhanoglu” (65). Il software è personalizzabile dall’allenatore in base al proprio stile di gioco. Dice Crivaro: «Se un tecnico vuole più giocatori liberi accanto al portatore di palla, come Guardiola, o privilegia le verticalizzazioni basse come Sarri, il programma si adegua».
Ma si può racchiudere la magia del calcio in un software? Bacconi è convinto che presto, dopo aver analizzato migliaia di partite, «il programma sarà in grado di dirci chi segnerà e quando». A Quarteroni la sfida non spaventa: è tornato in Italia dopo vent’anni perché ha vinto un progetto europeo che punta a trasformare il funzionamento del cuore umano in un modello matematico, per curare malattie cardiocircolatorie. Il calcio deve sembrargli uno scherzo. Epperò dice: «Virtual Coach migliorerà ogni giorno, le variabili non sono un problema. Lo è il fattore umano. Nessun modello matematico può dirci prima se il campione si mangerà un gol fatto o farà una prodezza». Meglio così, no?