Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 14 Giovedì calendario

Le sei cause per cui Venezia è sommersa

Venezia scende, il mare sale, lo scirocco ammassa onde sul Nord Adriatico. A completare la congiunzione astrale è la Luna piena, che "stira" la marea verso valori massimi. La tempesta perfetta porta un’acqua alta di 187 centimetri. «La settimana scorsa eravamo a 110 e la prossima resteremo a 140», spiega Maurizio Ferla, dirigente dell’Ispra al Servizio Laguna. I dati Ispra partono dal 1872 e confermano: le acque sopra ai 110 centimetri oggi sono decuplicate. E i fattori in gioco sono sei. Tre non variano nel tempo: maree, che portano innalzamenti di un metro; terreno morbido che si compatta col tempo; tettonica dell’Adriatico, che fa sprofondare Venezia di un millimetro l’anno. Valore impercettibile, ma che si accumula da milioni di anni. Tre fattori sono invece dei nostri giorni: abbassamento della costa per l’estrazione di acqua dal sottosuolo, innalzamento dei mari per il riscaldamento globale e meteo.


La marea
Agisce a Venezia come altrove. Sole e Luna esercitano la loro forza di gravità e attirano i mari verso l’alto.


La tettonica
La placca dell’Adriatico si infila sotto agli Appennini. «Scende con un’inclinazione di un grado e mezzo verso ovest e abbassa di un millimetro all’anno la costa da Trieste a Ferrara, così come Pianura Padana e Alpi Occidentali» spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.


Natura del terreno
La depressione causata dalla tettonica si riempie di sedimenti: «Sabbia e argilla, che sono rocce morbide», spiega Marco Anzidei dell’Ingv. «Con il tempo si compattano e si abbassano». Il terreno che si comprime aggiunge mezzo millimetro all’anno allo sprofondamento di Venezia. Luigi Tosi del Cnr studia da vent’anni il suolo nella Laguna: «Bastano i restauri di palazzi o le opere accessorie del Mose per aggiungere peso e farci vedere abbassamenti di un millimetro. Sono fenomeni minimi, li misuriamo con i satelliti».


Estrazione di acqua
«Tra gli anni ‘50 e ‘60 dalle falde profonde è stata estratta molta acqua per alimentare le industrie di Porto Marghera», spiega Giuseppe Gambolati dell’università di Padova. «Per questo motivo Venezia ha perso 13 centimetri». Quando ci si è accorti del danno, alla fine degli anni ‘60, l’estrazione è stata vietata e l’abbassamento si è fermato. Gambolati è autore di un piano per risollevare la Laguna. «Pompando acqua in profondità in 12 pozzi, il suolo si rialzerebbe di 30 centimetri in 10 anni».


Meteo
«Il maltempo coincide con una bassa pressione dell’atmosfera. E la bassa pressione dell’aria permette al mare di alzarsi: un centimetro per ogni millibar. Martedì per questa ragione avevamo un mare più alto di 20-25 centimetri», spiega Georg Umgiesser, oceanografo del Cnr. In più, lo scirocco a 100 chilometri all’ora spingeva verso nord onde di 4 metri.