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 2019  novembre 13 Mercoledì calendario

Il biologo e l’equazione sui cicli umani

La prestigiosa rivista Nature pubblicò nel 2010 due articoli nel giro di pochi giorni. Nel primo si ipotizzava che di lì a 10 anni, nel 2020, la tecnologia avrebbe reso più felice e più facile la nostra vita in ogni campo: persino i terreni coltivati avrebbero raddoppiato la loro biomassa in sole due ore. Nell’altro articolo si diceva invece che nel 2020 l’Europa e gli Usa sarebbero stati scossi da una marcata instabilità politica, che avrebbe portato a conflitti sociali molto gravi. Per l’America si prevedevano scontri non così forti come nella Guerra di Secessione del 1861, ma sicuramente più rilevanti di quelli degli Anni 60 e 70. 
Poche delle previsioni del primo articolo si avvereranno nel 2020, ma molte del secondo sembrano invece vicinissime alla realtà. A scriverlo era stato Peter Turchin, un ricercatore del Connecticut di origine russa che fino a quel momento si era occupato di biologia e di rapporti tra predatori e predati e che oggi è uno storico seguito con sempre maggiore interesse. Turchin sostiene che l’instabilità politica è ciclica e che, se studiassimo con maggiore attenzione la Storia passata, avremmo ottime possibilità di predire la Storia futura, esattamente come facciamo per le previsioni del tempo. 
Ma la Storia può essere davvero anticipata usando equazioni e variabili? Gli storici dicono di no: nessuno può sapere se e quando nasceranno una Giovanna d’Arco, un Napoleone, un Garibaldi o un Trump: piccole variazioni creano grandi differenze nei sistemi complessi ed è difficilissimo prevederle. Ma Turchin la pensa diversamente: ha creato Cliodynamics, un database che prende in esame 450 società umane del passato per mettere a confronto le ragioni del loro successo e della loro sconfitta. Ha così scoperto che la storia dell’uomo è fatta da cicli che durano due o tre secoli e culminano con la rivolta sociale delle classi più deboli, che sfocia a volte in vere rivoluzioni.
Alla base di tutto ci sarebbe l’aumento della popolazione che porta sempre a una fase di benessere, seguita a un periodo di declino. Quando le cose cominciano ad andare male e la gente è più povera, lo Stato spende più soldi per aiutarla, aumentando il debito pubblico e inimicandosi le élite. Quando le risorse non sono più sufficienti, scoppia il conflitto sociale che determina il declino. 
Anche un altro studioso di Harvard, Jack Goldstone, ha rilevato che c’è stato un aumento della popolazione prima di ogni ribellione o rivoluzione della storia. George Lawson, della London School of Economics, afferma che il nostro tempo ha caratteristiche simili agli anni dal 1770 al 1870, nei quali furono spazzate via molte monarchie europee. Per riuscire a trovare le leggi della Storia - ha detto Turchin al «Guardian» - bisogna smetterla di studiarla in compartimenti stagni. Gli storici devono lavorare con i demografi e con gli economisti per capire meglio le ricorrenti ragioni dell’instabilità e per cercare di prevenirla. La buona notizia e che a ogni caduta segue una rinascita: basta solo essere presenti nel momento giusto della storia.