ItaliaOggi, 12 novembre 2019
Lucette Destouches, la moglie di Céline, insegnante di danza, morta a 107 anni
È stato il suo grande amore e aveva fretta di raggiungerlo nell’aldilà. Quando, nel 1961, dopo 25 anni di vita insieme, morì suo marito, il più influente scrittore francese del XX secolo, Louis Ferdinand Cèline (pseudonimo di Louis Ferdinand Auguste Destouches (1894-1961), la sua vedova Lucette Destouches, aveva già fatto preparare la propria lapide, accanto a quella del marito nel cimitero di Meudon, comune nei pressi di Parigi. Incisa sul marmo la propria data di nascita: «1912 con le prime due cifre di quella di morte, 19..» Lucette Destouches, nata Almansor, non poteva immaginare che avrebbe vissuto tanto da entrare nel nuovo millennio, vivendo fedele al ricordo del suo amato che considerava «uomo di immensa bontà, come ripeteva sempre. Lucette è stato il grande amore di Céline, al quale ha rallegrato la vita con la sua gioia di vivere. Si è spenta a 107 anni, l’8 novembre 2019. Quando si incontrarono, lei aveva 24 anni ed era una ballerina, lui di anni ne aveva molti di più, 42, ed era già stato sposato due volte. Giovane, affascinante ed elegante, Lucette si innamorò del grande scrittore e medico francese nel 1936 quando si incontrarono in un locale da ballo parigino, a Montmartre, che l’autore di «Viaggio al termine della notte» (Voyage au bout de la nuit, 1932) frequentava abitualmente. Lei ha insegnato danza fino all’età di 81 anni. Si sposarono nel 1943 e lei seguì Céline nella sua fuga in Germania, e poi, nel marzo 1945 in Danimarca. Nel 1951, rientrati in Francia andarono a vivere a Meudon dove lui morì nel luglio 1961. Oggi lo scrittore francese è una figura discussa e controversa per le sue prese di posizione politiche a favore della Germania nella seconda guerra mondiale (era favorevole al collaborazionismo della Francia di Vichy con la Germania nazista dopo la sconfitta del 1940) e per questo aveva scritto dei pamphlet violentemente antisemiti, come «Bagatelle per un massacro» (Bagatelles pour un massacre, 1937). Dopo la sua morte, Lucette, ha vissuto chiusa nella loro casa, custode degli scritti del marito. E rispettando la sua volontà si era ferocemente opposta alla riedizione di quest’opera antisemita e delle successive. Un «no» che due anni fa è diventato un «sì» per motivi di carattere economico legati alla propria salute, spiegò all’epoca Lucette Cèline.