Il Sole 24 Ore, 12 novembre 2019
La zampata di CR7 sui conti trimestrali della Juve
Centodieci milioni di euro di debiti finanziari netti in più in tre mesi. È il dato che balza agli occhi nei «principali risultati al 30 settembre 2019» approvati dal cda della Juventus venerdì 8 novembre.
I debiti finanziari netti della società di calcio sono saliti nel trimestre a 573,9 milioni rispetto ai 463,5 milioni dichiarati alla chiusura del bilancio al 30 giugno scorso. E già quel dato scontava un forte incremento rispetto ai 309,8 milioni del 30 giugno 2018 (+49,6% in 12 mesi). In Borsa il titolo bianconero ieri ha avuto un leggero guadagno (+0,68% a 1,4125 euro).
Il primo trimestre della stagione non è particolarmente significativo perché i ricavi sono inferiori alla media stagionale perché ci sono poche partite, però include anche le plusvalenze del calciomercato estivo. Eppure il risultato netto è negativo per -19,2 milioni, anche se migliorato rispetto ai -24,7 milioni nello stesso trimestre dell’esercizio precedente.
Il comunicato del club spiega che l’incremento dell’indebitamento è «determinato principalmente dagli esborsi legati alle campagne trasferimenti (-113,1 milioni netti)». Il patrimonio netto, in conseguenza della perdita, è diminuito a 12,1 milioni (da 31,2 milioni del 30 giugno). Il rapporto tra debiti finanziari netti e patrimonio netto è 47,4, in forte peggioramento rispetto al 14,85 di giugno.
Del resto la Juventus ha messo in cantiere una ricapitalizzazione di 300 milioni, approvata dall’assemblea degli azionisti il 24 ottobre con una delega al cda. Il presidente, Andrea Agnelli, ha escluso che l’aumento di capitale sia necessario. «Non era necessario. È stata una scelta strategica della società in un’ottica di sviluppo e per finanziare un percorso di crescita ulteriore», ha detto il presidente il 24 ottobre.
Tuttavia i dati al 30 settembre sembrano indicare non solo la necessità ma anche l’urgenza di una ricapitalizzazione. La Juventus non fa più la relazione trimestrale da diversi anni, perché non è obbligatoria. Perché allora l’inconsueta approvazione dei «principali risultati» al 30 settembre? La pubblicazione di dati freschi fa pensare che la società si prepari a dare il via alla ricapitalizzazione entro poche settimane.
I costi degli investimenti degli ultimi anni, la difficoltà a vendere calciatori ricevendo pagamenti per cassa (e non giocatori in cambio), la presenza di qualche «esubero» di lusso, hanno alzato i costi a un livello tale che i ricavi attuali non riescono a coprire.
I ricavi del trimestre dichiarati dalla Juventus sono 170,4 milioni rispetto ai 143,1 milioni del periodo di raffronto, dentro però ci sono anche proventi da gestione diritti calciatori per 63,7 milioni (plusvalenze) rispetto ai 42 milioni del 2018. Escludendo questi proventi, i ricavi operativi sono 106,7 milioni (+5,5%). I ricavi da sponsor sono aumentati da 23,5 a 33,5 milioni, ma i ricavi da vendite di prodotti e licenze (merchandising) sono diminuiti da 13 a 10 milioni. Il costo dei tesserati è aumentato da 76,9 a 86,2 milioni, gli ammortamenti da 42,7 a 47,3 milioni. Nel bilancio l’effetto CR7, per ora, si sente soprattutto sui costi.