Il Messaggero, 12 novembre 2019
I segreti del Dottor Živago
Un destino nel nome, è proprio il caso di dirlo. Ancora adolescente, in Pennsylvania, Lara Prescott ha letto Il Dottor Zivago a ripetizione. Sua madre, battezzandola, si era ispirata alla crocerossina Lara Antipov e «da allora, l’ho riletto ogni anno, perché ogni volta mi trasmetteva qualcosa di diverso». Poteva rimanere un semplice hobby, finché nel 2014, il padre di Lara le ha mandato un articolo in cui veniva rivelato come la Cia avesse usato proprio quel romanzo avversato dal regime comunista e pubblicato da Feltrinelli il 15 novembre 1957 come un vero strumento di propaganda durante la Guerra Fredda. Il suo autore, Boris Pasternak – premio Nobel per la letteratura nel 1958 venne bollato come nemico del Soviet ma non tutti sanno che dietro la passione su carta, si celi il grande amore del romanziere, la poetessa Olga Vsevolodovna Ivinskaja, che venne deportata nel gulag. Oggi questa storia viene rivelata grazie al romanzo d’esordio di Lara Prescott, bestseller in America e Regno Unito, tradotto in 29 paesi e con i diritti cinematografici già venduti a Ink Factory (The Night Manager) e Marc Platt Productions (La La Land, Il Ponte delle Spie). In Non siamo mai stati qui (DeA, pp.446 18) Lara Prescott riscrive la storia del libro, fra passione e spionaggio, svelando la sorte amara toccata alle donne intorno a Pasternak che lo protessero ad ogni costo contro le minacce del regime.
Un libro nel libro per rivelare la genesi de Il Dottor Zivago?
«Esattamente. Questo libro è la storia segreta del romanzo di Pasternak, un intreccio di finzione che muove personaggi storici. I documenti decretati oggi rivelano le mosse della Cia che usò le pagine de Il Dottor Zivago per scardinare il cuore del popolo russo, reintroducendolo in patria dopo che vi era stato bandito. Il mio romanzo è un libro sui libri e sul potere della pagina scritta».
I libri continuano a far paura ai regimi, allora come oggi?
«Nel 1957 Feltrinelli fu lesto e geniale. Bruciò la concorrenza di tutti gli altri editori e pubblicò questo libro che valse il Nobel per Pasternak ma fu una mossa molto coraggiosa perché subì minacce e pressioni dall’Unione Sovietica che voleva indietro il manoscritto. Ma è vero, ancora oggi i libri fanno paura, in Cina e in Turchia gli autori possono finire in prigione, vengono bruciati libri e si colpiscono le librerie per piegare il libero pensiero».
E del resto anche Il Dottor Zivago continua a far discutere visto che la pronipote, Anna Pasternak, l’ha accusata d’aver plagiato la memoria di famiglia
«Sono accuse vili e infondate. Nessuno è il proprietario della memoria storica, è davvero triste cercare di fermare la parola».
C’è un crocevia nella sua storia: Olga, prigioniera nel gulag e intenzionata a proteggere l’amato Boris, scrive una lettera per rivelare ai propri figli una crudele verità...
«È una scena romanzata tratta dall’autobiografia scritta da Olga. Lei ha fatto tutto quanto fosse in suo potere, si è sacrificata per proteggere Boris Pasternak, non ha mai confessato nulla che potesse metterlo in difficoltà davanti agli occhi del Soviet ma ad un certo punto, prende carta e penna, esasperata, e scrive: L’amore non è abbastanza, l’amore non può sconfiggere ogni cosa. Lo fa anche per smitizzare quell’amore per il quale lei aveva perso tutto e mettere in salvo i suoi stessi figli».
L’amore di Olga sopravvive ad ogni prova?
«Olga venne rinchiusa nel gulag e nonostante i lavori forzati, il clima crudele e la prigionia, solo e soltanto l’idea che forse Boris continuasse ad amarla e che l’avrebbe aspettata, le diede la forza per farle sopportare tutto, la volontà di andare avanti nonostante tutto. L’amore che provava per Boris fu il suo stesso salvagente».
Ma Pasternak fece abbastanza per proteggere Olga?
«Vede, dal punto di vista artistico parliamo di un autore immortale ma umanamente si comportò in modo terribile. Pasternak abbandonò al proprio destino sia la moglie che l’amante e quest’ultima finì nel gulag. Separiamo i due piani narrativi ma per me era fondamentale considerare l’autore e l’uomo con tutte le sue umane debolezze».
Per il regime sovietico Boris Pasternak era il più grande poeta russo vivente. E allora, perché avversarono con tale forza il suo romanzo-capolavoro?
«In primo luogo, lui si inimicò il regime perché rifiutò con grande fermezza di scrivere un’opera di propaganda che potesse diffondere nel mondo il messaggio del socialismo. Pasternak venne definitivamente bollato come un elemento sovversivo quando, scrivendo Il Dottor Zivago, non si conformò allo stile del realismo socialista. Anziché raccontare un’idea di massa e dello stato per il benessere comune, narrava le idee, le opinioni e gli amori dei diversi personaggi, ciascuna diversa e soprattutto, libera dal collettivismo del regime. Per tali motivi il libro venne vietato e censurato ma sottobanco, oggi lo sappiamo, faceva battere i cuori del popolo russo».
Secondo la stampa britannica, Reese Witherspoon è in pole position per diventare la protagonista del suo romanzo sul grande schermo. Conferma?
«Non ne ho idea ma sarebbe meraviglioso! È stata fotografata con la copia del mio romanzo e oltre ad essere una grande attrice, lei possiede una propria compagnia di produzione per cui sarebbe meraviglioso. Fate il tifo per me, teniamo le dita incrociate».