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 2019  novembre 11 Lunedì calendario

UN TESORO VIENE SVELATO: PUBBLICATE LE REGISTRAZIONI CHE BOB DYLAN E JOHNNY CASH REALIZZARONO A NASHVILLE NEL 1969 - NON PIÙ IL "RIBELLE", "VOCE DI UNA GENERAZIONE", ERA UN DYLAN NUOVO QUELLO CHE ERA ANDATO A "LAVARE I SUOI PANNI" NEL CUORE DELLA MUSICA COUNTRY, IN DIREZIONE "OSTINATA E CONTRARIA" A QUELLA DOVE LA CULTURA GIOVANILE E IL ROCK STAVANO ANDANDO - VIDEO -

Un segreto durato 50 anni viene svelato: per la prima volta vengono pubblicate le registrazioni che Bob Dylan e Johnny Cash realizzarono nello studio A della Columbia a Nashville il 17 e il 18 febbraio del 1969. Qualcosa, in realtà, era uscito in diversi dischi illegali nel corso degli anni, ma il nuovo cofanetto, Travelin' thru, il quindicesimo della Bootleg series di Dylan, che raccoglie le registrazioni dylaniane tra il 1967 e il 1969, sono per la prima volta complete e, per ogni appassionato di musica, straordinarie.



Le registrazioni di Dylan e Cash sono solo una parte di quanto è compreso nel cofanetto, un meraviglioso ritratto di un Dylan particolare, che lo portò per la prima volta da anni a riemergere da un periodo di autoreclusione iniziato il 20 luglio 1966, quando Dylan ebbe il celebre e misterioso incidente motociclistico che lo tenne lontano dagli studi di registrazione per diciotto mesi e dalle scene fino al 1974, quando finalmente tornò in tour.



Pochissime furono le esibizioni in quel periodo, una al memorial per Woody Guthrie nell'agosto del 1968, una al festival di Wight nell'estate del 1969, anticipata dal duetto con Johnny Cash il primo maggio del 1969 per uno special televisivo, prima apparizione in tv dal 1964. I due si erano preparati per quella serata, soprattutto Cash, ma per Dylan quell'esibizione pubblica, davanti a milioni di persone in tv, fu una serata molto speciale. Tornava al grande pubblico dopo tre anni e non era più il Bob Dylan che la gente aveva conosciuto: era cambiata la sua vita ed era cambiato lui, nell'aspetto, nell'atteggiamento, era cambiata la sua voce, meno accusatoria e tagliente, più addolcita e melodica.



Ma come era arrivato a quella serata? Era un Dylan completamente nuovo quello che era andato a "lavare i suoi panni" nel grande mare di Nashville, nel cuore della musica country, realizzando il bellissimo John Wesley Harding tra l'ottobre e il novembre del 1967, proprio pensando a Johnny Cash. Lo aveva ascoltato per la prima volta nel 1957, con la leggendaria Walk the line e era rimasto incredibilmente impressionato dalla sua voce "che veniva dal centro della terra, potente e emozionante, profonda, ricca, bella e misteriosa al tempo stesso".

Nel 1964 si erano incontrati per la prima volta al folk festival di Newport e Cash, che già amava la musica di Dylan, l'anno seguente incise due delle sue canzoni, Mama, you been on my mind e It ain't me babe. E si rividero ancora una volta nel 1966, poco prima dell'incidente.

Cash nei mesi seguenti iniziò una sorta di "corteggiamento", cercando di spingere Dylan verso Nashville, invitando lui e la sua famiglia a fare visita alla sua casa, addirittura a trasferirsi vicino casa sua a Hendersonville, in Tennessee. Dylan aveva iniziato il viaggio verso la città a piccoli passi, il primo dei quali fu la registrazione a Nashville di Desolation row per Highway 61 revisited nel 1965, poi nel 1966 un passo più grande, completando a Nashville le registrazioni di Blonde on blonde, con un pugno di sessionman locali.

E aveva anche iniziato un viaggio personale che lo aveva portato nel 1965 al matrimonio con Sara Lowndes, a diventare padre, ad allontanarsi dalle scene e dall'immagine che il pubblico aveva di lui, a non essere più il '"santo", il "ribelle", il "menestrello", la "voce di una generazione" o qualsiasi altra cosa la gente volesse. Voleva solo essere Bob Dylan, con la sua famiglia, il suo amore, le sue passioni, la sua musica, in direzione "ostinata e contraria" a quella dove la cultura giovanile e il rock stavano andando.

Mentre il mondo giovanile nel 1967 impazziva per Stg. Pepper dei Beatles, per The piper at the gates of dawn dei Pink Floyd, per i Velvet Underground e Jimi Hendrix, per la psichedelia e gli acidi, il ventiseienne Bob Dylan guardava a Nashville, alla tradizione, al country, all'unico giornalista che riuscì a parlargli (Michael Iachetta del New York Daily News) disse che vedeva solo qualche caro amico, s'informava poco di quello che accadeva nel mondo e leggeva libri di cui nessuno aveva sentito parlare, pensando a cosa avrebbe fatto poi. In realtà immaginava quella che Rosanne Cash, figlia di Johnny Cash, definisce giustamente una "rivoluzione musicale", il mix di country, folk e rock che avrebbe preso corpo in quel periodo.

Nell'ottobre del 1967 Dylan, dunque, prese un treno per Nashville dove arrivò con un pugno di canzoni che aveva scritto nella sua casa di Woodstock, senza l'aiuto della Band. Registrarono John Wesley Harding in sole nove ore e mezza, due session di tre ore e una terza, molte settimane dopo, contro le settanta ore che ci erano volute per registrare il precedente Blonde on blonde. "Non volevo registrare come facevano gli altri", disse Dylan parlando del disco, "volevo usare meno parole, cercavo semplicità". Tornato a Woodstock iniziò a pensare al futuro, si concesse l'esibizione con la band al memorial di Guthrie, ma si concentrò soprattutto sulla sua vita familiare.

Tornò a Nashville nel febbraio del 1969, per registrare le nuove canzoni che aveva scritto, canzoni che imponevano uno stile nuovo non solo alla musica ma anche e soprattutto alla sua voce, e Johnny Cash invitò lui e la sua famiglia a stare con lui nella sua casa a nord di Nashville. Le registrazioni di Nashville skyline iniziarono il 13 febbraio, il 16 Dylan invitò Cash a essere ospite dell'album e il cantautore accettò immediatamente: "Andai nello studio il 17 febbraio e loro accesero il registratore per circa due ore". Si rividero ancora il giorno dopo e la session fu decisamente più lunga. Il cofanetto è, ovviamente, uno scrigno di gioielli, oltre alle registrazioni di John Wesley Harding (compresa una bellissima versione alternativa di All along the watchtower) e di Nashville skyline, (e basterebbe solo Lay lady lay per meritare l'acquisto), a quelle per Self portrait, ancora a Nashville il 3 maggio del 1969 e quelle con il re del bluegrass Earl Scruggs del 1970, ci sono 24 brani registrati nei due giorni con "the man in black", tra successi di Cash come Ring of fire (scritta da June Carter e Merle Kilgore) e I walk the line, canzoni di Dylan come One too many mornings e Don't think twice, it's all right e brani classici come That's allright mama, Mistery train, Matchbox, alcuni in duetto vero e proprio altri con le voci alternate, in alcuni casi addirittura con Carl Perkins come ospite, in un incontro in cui rispetto e stima si trasformano in gioco e complicità.

E a chiudere ci sono le registrazioni delle prove dello show di Cash, registrato al Ryman Auditorium di Nashville il 1 maggio del 1969, il clamoroso ritorno in scena di Dylan davanti a milioni di telespettatori, cantando I threw it all away e la meravigliosa, Girl from the north country. E non c'è nulla che non valga la pena di essere ascoltato.