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 2019  novembre 11 Lunedì calendario

L’accordo tra Woody Allen e Amazon

Poco prima dell’incontro a Parigi con Woody Allen per A rainy day in New York, qualche tempo fa, la storica agente del regista aveva fatto una sola richiesta: «Nessuna domanda sulla rottura con Amazon, c’è una causa in corso». Il delicato contenzioso si è chiuso ieri con una pace siglata tra i rispettivi legali: Allen ha ritirato l’istanza con cui lo scorso febbraio aveva chiesto 68 milioni di dollari alla società per aver rescisso il contratto con cui si era impegnata a produrre e distribuire quattro suoi film, compreso quello già girato con Selena Gomez e Timothée Chalamet. Amazon, secondo il cineasta, avrebbe «cercato scuse per la sua azione facendo riferimento ad accuse senza senso, vecchie di 25 anni, già note ad Amazon e al pubblico prima dell’intesa».
La società di Bezos aveva replicato che la decisione era legata alle nuove accuse della figlia adottiva Dylan Farrow e al crescente rifiuto di grandi star a lavorare o ad essere associate con lui, da Greta Gerwig a Rebecca Hall, da Timothée Chalamet a Colin Firth. In più Allen, 4 Oscar vinti, avrebbe aggravato il quadro esprimendo pubblicamente perplessità sul movimento Metoo, mettendo in guardia contro «un’atmosfera da caccia alle streghe» in cui «qualsiasi uomo in un ufficio che strizza l’occhio a una donna deve improvvisamente chiamare l’avvocato». Amazon ha ritenuto che a causa delle azioni del regista e delle loro «conseguenze a cascata» la società «non avrebbe mai potuto ricevere i benefici dell’accordo pluriennale, giustificando la rottura del contratto». L’accordo extragiudiziale è arrivato, accompagnato dall’assenza di dettagli e dal silenzio delle parti di una causa che, secondo i legali, «se portata avanti alle fine non avrebbe avuto vincitori».
Ai tempi di Amore e guerra gli avvocati erano per Woody Allen solo materiale per buone battute («Domattina alle sei verrò giustiziato per un crimine che non ho commesso. Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba»). Non avrebbe immaginato che nei lunghi anni della sua vecchiaia sarebbero stati i suoi più importanti compagni di viaggio. E, in attesa di trovare un editore per il suo libro di memorie, Woody Allen ci prova ancora, in sala: A Rainy day in New York, che in Italia sarà in sala il 27 novembre con Lucky Red, è già uscito in una quindicina di paesi e ha incassato 11 milioni e 580mila dollari. Sul fronte critico il sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes attribuisce al film il 74 per cento di gradimento dei critici (e il 78 del pubblico). Le recensioni più entusiastiche sono quelle spagnole, più freddi i giudizi di testate come Variety e Hollywood Reporter. Il film, i cui diritti sono tornati nelle mani di Allen, non ha ancora un distributore in Usa. Se per ora gli incassi sono lontani dalle cifre raggiunte oltreoceano da film comeMidnight in Paris, Blue Jasmine e Vicky Cristina Barcelona, va ricordato che nel 2017 La ruota delle meraviglie, in piena tempesta MeToo, si era fermato a 13,7 milioni.