Anteprima, 11 novembre 2019
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Biografia di Fred Bongusto
Fred Bongusto (1935-2019) Cantante. Crooner. All’anagrafe Alfredo Antonio Carlo Buongusto. Timbro pastoso e caldo, tutti i suoi più significativi successi risalgono agli anni Sessanta: Amore fermati, Una rotonda sul mare, Frida, Prima c’eri tu (vincitrice di Un disco per l’estate nel 1966) ecc. «Ho cominciato a Torino che era piena di locali. Era il 1959, avevo appena finito il liceo con una voglia matta di fare musica sulla scia di Bruno Martino, Don Marino Barreto. Sognavamo i locali che portavano cento persone, atmosfera raccolta, diretta a gente attenta che aveva bisogno di musica persuasiva per parlare d’amore all’orecchio della ragazza. Tutto inizia con una sigla musicale, non mi si vedeva ma mi si sentiva, Amore fermati. Nel 1963 vivo l’anticipo del boom. Escono Doce doce e Frida. Una rotonda sul mare l’ho capito subito che era perfetta. Mi ricordo che incontrai Gorni Kramer in Galleria a Milano e gli dissi: “Ho scritto una canzone nuova, se non fa successo cambio mestiere”. Andò tutto bene eppure quella canzone ebbe un’infinità di traversie. Ero in Rca per l’arrangiamento, mi volli affidare a un brasiliano che però partì per impegni improvvisi dopo aver preparato solo quattro battute d’arrangiamento. Io, disperato, mi affidai ad Augusto Martelli che all’epoca era innamorato pazzo di Mina e dunque il giorno della registrazione, visto che doveva vedere lei, mi mandò il padre al suo posto. Io volevo uccidermi. Si incominciò così, alla ventura, senza capire bene dove si andava. Alla fine ci accorgemmo che una mano divina era intervenuta sul pezzo. Ancora adesso è la canzone sinonimo dell’estate, delle vacanze, del mare. La cantavo a Riccione e alla Bussola che in quegli anni raccoglieva il meglio del mondo internazionale». I primi guai arrivarono intorno alla metà degli anni Settanta, quando il night, ovvero il suo regno naturale, lasciò spazio alla discoteca. «Cambiava un’epoca, e di brutto. Chi era abituato ad intrattenere il pubblico in un certo modo era ormai fuori moda, vinto dai decibel delle cattedrali della dance e da chi rincorreva lo sballo. Per molti cantanti della sua generazione fu un momento bruttissimo. Erano cambiati i parametri di giudizio. L’intonazione, la quadratura e il glissato non contavano più nulla: ora a prevalere era il look, le luci, qualche trucco in sala di registrazione, molta approssimazione. Bongusto si difese a suo modo, con classe e stile, firmando qualche dozzina di colonne sonore (fra cui Malizia) e defilandosi all’estero, soprattutto in Brasile, dove è sempre stato conosciuto e stimato. I suoi ultimi titoli a comparire in hit parade, non certo nelle prime posizioni, sono Attento disc jockey (velata minaccia) e Cantare, e addirittura un album del 1990 dal profetico titolo Quando posso torno. Da allora poco o nulla, a parte una riuscita collaborazione con l’arrangiatore Don Costa» (Salvatori). Tra le ultime sue apparizioni pubbliche, quella del 22 aprile 2013, in occasione del concerto in ricordo di Franco Califano, quando ha cantato la canzone scritta per lui dallo stesso Califano Questo nostro grande amore. Nel 2013 ha duettato in Amore fermati con Iva Zanicchi nel disco della cantante In cerca di te». Storia d’amore cinquantennale con l’attrice Gabriella «Gaby» Palazzolo, conosciuta nella seconda metà degli anni Sessanta, quando lei era ancora coniugata con l’attore americano John Drew Barrymore (1932-2004). Sposata nel 1980. Da giovane giocò prima a calcio e poi a tennis, anche a livello agonistico.