ItaliaOggi, 2 novembre 2019
Diritto & Rovescio
Pagnoncelli ha pubblicato sul Corsera le ultime stime elettorali. Lega 34,3% (un mese fa 30,8), Meloni 9,8 (era a 8,9), M5s 17,9 (era al 20,8%), Pd 17,2 (era al 19,5), Fi 6,2 (era al 7), Renzi 6,2 (era al 4,8), La Sinistra 1,7 (era 2,8). È un disastro per M5s e sinistra. Volano invece Salvini e Meloni. Sale Renzi. Siccome fra tre mesi (per l’esattezza il 26 gennaio prossimo) si voterà nella regione Emilia-Romagna che è, da sempre, il tabernacolo della sinistra Pci-Pds-Pd e che, se cadesse, trascinerebbe nella polvere un’intera area politica (l’unica rimasta intatta dall’ultimo dopoguerra) è scattato l’allarme rosso. Il primo a uscire dalla trincea è stato Pier Luigi Bersani che, da segretario Pd, parlava di «tortelli a misura di bocca» o di chi «preferisce un passerino in mano che un tacchino sul tetto». Ieri invece, intervistato dal Corsera, ha cambiato registro e si è lamentato che gli M5s «si immaginano in un solipsismo che assomiglia a un cupio dissolvi». Forse ha ragione lui. Ma ho la sensazione che, adesso, sia diventato troppo sofisticato.