La Stampa, 3 novembre 2019
I rumori delle auto elettriche
Ricordate in tempi in cui «silenziosa» era un pregio, parlando di macchine? Bene, la musica è cambiata. Da quando per strada hanno iniziato a circolare le auto ibride ed elettriche ci siamo resi conto che un blocco di metallo che si muove senza fare il minimo rumore può essere un pericolo per pedoni e ciclisti. Per questo in Europa, dal mese di luglio 2019 tutte le auto elettriche di nuova omologazione devono emettere un suono fino alle velocità di 20 km/h, soglia oltre la quale dovrebbe farsi sentire il rotolamento dei pneumatici: il sistema acustico è stato battezzato Avas (Acoustic Vehicle Alert System) ed entro il 2021 dovrà essere adottato da tutte le elettriche di nuova immatricolazione, anche dei modelli omologati prima di luglio 2019. Al momento, invece, non pare obbligatorio l’adeguamento delle auto già targate.
Il regolamento mette le case automobilistiche di fronte a un problema che finora non si erano mai poste, perché il rumore era diretta conseguenza delle scelte meccaniche: quale «firma sonora» scegliere per sostituire il quieto borbottio dei pistoni? Va detto che la creatività è limitata dalle maglie del regolamento europeo, che impone un suono continuo che dia «un’indicazione intuitiva del comportamento del veicolo (...) modificando automaticamente il livello sonoro o le sue caratteristiche a seconda della velocità». Chi pensava a sonorità creative - cinguettii, chitarre elettriche? - dovrà rassegnarsi: per legge l’Avas «deve essere simile al suono di un veicolo appartenente alla stessa categoria dotato di motore a combustione interna».
I costruttori automobilistici potrebbero semplicemente registrare la voce di un propulsore tradizionale, ma non lo fanno. Nemmeno le case che del sound dei loro sei-otto-dodici cilindri sono sempre state orgogliose. Tutte vogliono dare una connotazione moderna alle loro ultime creature: «La gente deve pensare subito: wow, questa non può che essere una macchina elettrica», dice Indra-Lena Kögler, designer Volkswagen.
Assoldati dalle Case, i tecnici del suono si sono messi al lavoro per accordare l’Avas come fosse uno strumento musicale. Jaguar, per la I-Pace, ha consultato anche un’associazione britannica di ipovedenti (Guide dogs for the blind), i più vulnerabili ai pericoli silenziosi. Ma il rumore è importante anche per chi guida. Le filosofie sono diverse. C’è chi, come Porsche, sostiene che la guida sportiva esiga il coinvolgimento, anche sonoro, del pilota. E chi, come Valentina Wilhelm, designer Volkswagen, fa il paragone con la voce umana: l’auto elettrica non deve essere una compagna di viaggio muta, ma «non deve nemmeno parlare tutto il tempo. Deve offrire assistenza solo quando serve».