il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2019
Abolire i 5 Stelle
Interpretando un sentimento largamente diffuso nei partiti, nei giornaloni, nei grandi gruppi e nelle case degli italiani più furbi, vorrei lanciare un appello ai 5Stelle: uccidetevi. Scomparite. Scioglietevi. Estinguetevi. Come quelle sette religiose americane che si danno convegno in radure appartate e si ammazzano in massa. Tutti vi danno per morti? Anticipateli con un bel suicidio assistito collettivo. Ora si vota in nove regioni? Non candidatevi. Avete dei sindaci, tipo Raggi a Roma e Appendino a Torino? Fatele sloggiare subito. Siete maggioranza in Parlamento? Fate dimettere tutti i vostri 310 deputati e senatori. Avete Conte premier, 9 ministri, 6 viceministri e 16 sottosegretari? Via, tutti a casa. Dopo dieci anni d’inferno, l’Italia potrà finalmente chiudere quest’orrenda parentesi di antipolitica, populismo, giustizialismo e incompetenza. E tornare alla buona politica di un tempo, la politica di quelli bravi, colti e capaci. Salvini vincerà le elezioni, diventerà premier, avrà finalmente i pieni poteri, nominerà Savoini agli Esteri, Berlusconi alla Giustizia, Arata agli Interni e Siri alle Finanze, trasferirà Palazzo Chigi al Papeete, varerà la Flat Tax e il condono per chi non la paga, ripristinerà la prescrizione, i vitalizi e i 945 parlamentari, depenalizzerà la corruzione internazionale, il peculato, il finanziamento illecito, il razzismo e le altre specialità della casa, cancellerà il dl Dignità (non gli piace il nome) e il Reddito di cittadinanza (come dicono i salviniani di sinistra, “non funziona”, soprattutto per loro che uno stipendio ce l’hanno).
A destra saranno tutti contenti. E a sinistra pure, perché potranno gridare al fascismo un giorno sì e l’altro pure senza nemmeno il fastidio di governare o di proporre qualcosa. Un paradiso: mica come ai tempi di quel delinquente di Conte, che prima di fare il premier era avvocato e aveva addirittura dei clienti; poi, da capo del governo, voleva addirittura punire gli evasori fiscali e si permetteva financo di governare senza chiedere il permesso alla Fiat e a Caltagirone e di non spifferare i decreti in anteprima a De Benedetti, il che lo rendeva inviso ai giornaloni. Nelle regioni e nelle città tornerà il buongoverno della destra e della sinistra, che a turno le avevano così bene amministrate prima della calata dei barbari. Dall’Alpi a Scilla, l’Italia del Sì sarà un gran festival di nuovi Tav, nuovi Tap, nuovi Mose, nuovi Expo, nuove Olimpiadi, nuovi Mondiali, nuovi inceneritori e nuove retate. Poi, un bel mattino, un bambino si sveglierà nella sua cameretta, aprirà la finestra e domanderà ai genitori: “Cos’è questa puzza di merda?”. E quelli: “Piccino, si stava meglio quando si stava peggio”.