Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 01 Venerdì calendario

Periscopio

Troppi ego fanno impazzire l’ago della bilancia. Dino Basili. Uffa news.Sono molto contenta che in Umbria sia arrivato mezzo governo italiano per mettere la faccia sulla sconfitta. Nel momento in cui porti il governo qui e poi non vinci, vai a casa. Giorgia Meloni, (Marco Cremonesi). Corsera.
Se Conte, sui servizi segreti, pensa di farcela da solo, senza delegare niente a nessuno, noi non faremo polemica. Gli abbiamo dato solo un consiglio, non un ultimatum. Matteo Renzi. (Maria Teresa Meli). Corsera.
In un sistema politico paralizzato dal trasformismo e di cui l’establishment (guidato del Pd) non cessa di tenere ben salde le redini, il segno distintivo diventa sempre di più l’immobilismo. Quell’immobilismo di cui il Paese sta lentamente morendo. Ernesto Galli della Loggia, storico, Corsera.
A Roma, in via Cipro, a mezzogiorno, nessuno è ancora passato a raccogliere i rifiuti. L’odore prende allo stomaco. È così in ogni zona della città, dal centro storico fino in periferia. Roma è una città infetta. Fabrizio Roncone. Corsera.
Adesso il cretino (riferendosi al titolo di un fondo sul Fatto ndr) dirà che la colpa è degli elettori, ovvero sempre di qualcun altro. E continuerà col suo giornaletto a sparare cazzate stupide senza voler vedere la realtà. Ogni volta che un attivista M5s vede uno Spadafora, un Buffagni o una Castelli, viene colto da conati di vomito e fugge via disgustato. Dobbiamo dire basta a questi frutti avvelenati e a chi li ha coltivati, sostenuti e difesi. Mario Michele Giarrusso, senatore M5s. Ansa.
Ora che si sta preparando alla sua impegnativa visita in Giappone, pare che il Papa abbia confidato al suo strettissimo cerchio magico che il vecchio Comandante già gli manca. E magari sta anche cercando di capire chi gli ha servito questa polpetta avvelenata, che ha fatto sobbalzare sulla sedia i capi dei servizi segreti, dalla Cia al Mossad, che con Giani avevano intessuto da anni riservate collaborazioni. Ma per capire bene cosa sta succedendo occorre partire da lontano. Nel 1999, quando l’aretino Giani venne assunto in Vaticano, la gendarmeria pontificia non esisteva più. Luigi Bisignani. Il Tempo.
L’Italia, il fascismo lo ha subito e ha il nervo scoperto, temendone la replica. Quanto al Pci (aggiungono le sinistre) fu ingrediente della democrazia italiana, estraneo alla macelleria staliniana. Lo fu suo malgrado, osservo io. Sono stati gli altri italiani a impedire che i comunisti delle Botteghe Oscure spalancassero le porte all’Urss di cui furono quinta colonna. Loro erano invece pronti a tutto e lo si vide nell’odio con cui avvolsero i profughi istriano-dalmati che fuggivano d’Oltrecortina. Giancarlo Perna. la Verità.
Può darsi che Atlantia, a seguito di quanto emergerà dalle inchieste giudiziarie, non sia titolata a ottenere di nuovo le licenze autostradali, ma questo non può avvenire per decisione sovrana del signor Luigi Di Maio. Vi sono procedure ben precise da seguire. Sarebbe bene lo si sapesse. Carlo Lottieri. il Giornale.
Lando Buzzanca, 84 anni, conserva un’invidiabile forma fisica: asciutto, elegante nella sua camicia bianca aperta. Ha sandali ai piedi. È un signore curato che dimostra meno degli anni che ha. La stanza che mi accoglie è piena di libri e di tracce dei suoi film. Ci sono le immancabili foto di scena. Le donne che hanno attraversato la sua carriera. Antonio Gnoli. la Repubblica.
È un sacerdote speciale, don Angelo, e non certo perché prima della talare ha indossato la fascia tricolore ed è andato in pensione nel 1994 come responsabile di Aem (oggi A2A) per l’ammodernamento della rete elettrica di Milano. Semmai lo è per altri motivi: ha avuto una moglie per 37 anni e ha procreato due figli, che lo hanno reso nonno di quattro nipoti. «La contessa Giulia Maria Mozzoni Crespi mi chiama “il prete vedovo”», sorride. Stefano Lorenzetto. Corsera.
Se andate Merano (Alto Adige o Südtirol che dir si voglia) andate in via delle Corse 73, di fronte all’ingresso dei portici: una volta lì c’era la sede distaccata del tribunale di Bolzano. Guardate in alto, sul muro scrostato c’è una meridiana sovrastata da una sigla misteriosa: «A.E.I.O.U.». No, non è un memento per chi si fosse scordato le vocali dell’alfabeto. È un acronimo che sta per «Alles Erdreich Ist Österreich Untertan», «l’intero mondo è soggetto all’Austria». Fa un po’ sorridere, oggi l’Austria è uno staterello di nessun peso. Ma una volta era più o meno così: gli Asburgo regnavano su un impero sterminato, sul quale «non tramontava mai il sole», che copriva mezza Europa, e queste vallate (dove oggi a non tramontare mai è solo il traffico di Tir e auto sulla Autobrennero) ne erano soltanto una remota provincia. Per dirla tutta, sotto la meridiana c’è anche una scritta in latino, mezzo scrostata. Si può leggere o intuire: «(Hora vol)at irrevocabilis. Ultima latet», ovvero «il tempo vola, non può tornare indietro». E non sappiamo quand’è la nostra ultima ora. Maurizio Pilotti. Libertà.
Uno dei tanti luoghi comuni che girano nell’ambiente giornalistico è sintetizzabile in questa battuta, logora fin che si vuole ma in buona parte ancora efficace: “in Italia i giornalisti si dividono in due categorie: quelli che lavorano al Corriere della sera e quelli che al Corriere della sera ci vorrebbero lavorare”. A torto a o a ragione (ma io credo abbastanza a ragione) il Corriere è considerato il massimo, nel nostro mestiere, e la sua sede di via Solferino una sorta di Scala del giornalismo. Michele Brambilla, Sempre meglio che lavorare – Il mestiere del giornalista. Piemme, 2008.
Milano è la città italiana più viva, quella con più futuro da regalare, e anche l’unica da cui si può decidere di partire verso il grande mondo, mantenendo intatti i propri sogni, senza abbandonarsi alla nostalgia, ai ricordi di un passato che pure qui era stato grande, grandissimo. Edoardo Nesi, scrittore pratese. la Repubblica.
Divorziano e si risposano in un’età in cui, normalmente, dovrebbero aspirare a fare i nonni. Invece scalpitano di vita. Questo, secondo l’indagine di Adico in base alla quale gli ultra-settantenni veneziani sono ben più disinvolti dei loro figli. La Nuova di Venezia e Mestre, 12 ottobre 2019.
Motori delle auto che non si accendono. Portiere elettriche che si chiudono e aprono da sole... Le segnalazioni arrivano da via Lombroso, a due passi dall’ospedale San Matteo. Strani fenomeni che, però, non hanno nulla di paranormale ma più probabilmente sono legati a campi elettromagnetici. Provincia pavese del 6 ottobre 2019.
Grillo Prodi: la compagnia di giro. Roberto Gervaso. il Giornale.