ItaliaOggi, 1 novembre 2019
Hong Kong è entrata nella recessione
L’incertezza politica e le proteste antigovernative, arrivate alla 22ª settimana, hanno spinto turisti e aziende alla fuga da Hong Kong. L’economia è in acque agitate dopo cinque mesi di conflitti. Dopo un secondo trimestre 2019 in rosso, il segretario alle finanze del governo hongkongonese ha annunciato che la crescita sarà negativa anche nel terzo trimestre. Dunque, Hong Kong piomba ufficialmente in recessione. Le esportazioni sono risultate in calo del 7% da giugno a settembre, e il turismo, uno dei pilastri dell’attività locale, è sprofondato del 37% nel terzo trimestre. Gli hotel sono per un terzo vuoti. Secondo la camera di commercio di Singapore, una impresa americana su 100 avrebbe lasciato il territorio mentre le catene come Starbucks hanno chiuso i negozi.Le proteste sono iniziate a marzo contro il disegno di legge sull’estradizione, che è stato ritirato. Nonostante questo, gli abitanti di Hong Kong continuano a scendere per le strade per chiedere le dimissioni del capo del governo, Carrie Lam, e maggiori libertà civili. Concessioni impensabili per Pechino. Tutti i weekend le manifestazioni finiscono in guerriglia urbana con le forze dell’ordine che utilizzano cannoni a acqua e lacrimogeni. I manifestanti prendono spesso di mira i negozi, ristoranti e banche che giudicano vicini alla Cina continentale.
La settimana scorsa Paul Chan ha annunciato una serie di misure a sostegno dell’economia locale fra le quali sovvenzioni ai tassisti e le compagnie dei traghetti. Il governo ha già sbloccato 2,4 miliardi di euro (21 mld di dollari di Hong Kong) per aiutare le piccole imprese. Il governo dovrà ripristinare la fiducia con la popolazione, che cerca sempre più di emigrare, e con i turisti, per la maggior parte cinesi.