Corriere della Sera, 1 novembre 2019
La verità su Casalduni
Nello sceneggiato «Imma Tataranni» in onda su Rai 1 domenica scorsa l’improbabile protagonista, una sostituta procuratrice della Repubblica, fa una filippica antirisorgimentale rievocando indignata la cosiddetta strage di Casalduni. È una cosa molto grave. Questa è una delle più grandi bufale sul Risorgimento. Cialdini nell’agosto del 1861 avrebbe ordinato una rappresaglia in cui sarebbero state trucidate centinaia di persone. Falso. Lo storico Luigi Desiderio ha dimostrato in maniera inoppugnabile le seguenti circostanze: il 6 agosto 1861 i briganti si impadronirono del villaggio di Pontelandolfo e, l’11 agosto, massacrarono a colpi di mazza 45 soldati; il 14 agosto, su ordine del generale Cialdini inviato il 10 agosto, le truppe italiane avrebbero ucciso da cento a mille persone. È evidente che questo ordine di Cialdini non può essere inteso come il via libera a una rappresaglia perché è precedente ai delitti che si sarebbero voluti punire. Inoltre, nei registri parrocchiali della Chiesa della Santissima Annunziata di Casalduni, sono annotati i decessi di 12 persone uccise il 14 agosto 1861 e la causa delle morti. Questa rappresaglia non esiste. È frutto di pessima propaganda. Vi fu un semplice atto di guerra.