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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

QUANDO BEPPEMAO STAVA PER SILURARE DI MAIO – PER CAPIRE IL SOLCO CHE SI È CREATO TRA GRILLO E LUIGINO BISOGNA TORNARE A GIUGNO: UN GIORNO DAVIDE CASALEGGIO VA NELLA VILLA DEL COMICO, CHE CONFESSA DI ESSERE SCONFORTATO DALLA PIEGA PRESA DAL M5S - A QUEL PUNTO, GRILLO CHIEDE A BRUCIAPELO: “DAVIDE, PERCHÉ NON TI METTI TU ALLA GUIDA DEL MOVIMENTO?” - E LUI... -

Beppe Grillo potrebbe togliere con uno sbadiglio il M5S dalle mani di Luigi Di Maio. Basterebbe un post, una telefonata, una dichiarazione. E stava per farlo. L' estate scorsa, poco prima che Matteo Salvini sabotasse il governo gialloverde. C' è un episodio che spiega come la distanza tra il creatore-garante del M5S e il capo politico, scelto in una gara senza avversari, si sia scavata nel tempo anche se è emersa solo ora di fronte alla scelta di allearsi con il Pd. Com' è noto, Grillo lo vuole, Di Maio no.

Una domenica di giugno, Davide Casaleggio va a Genova, nella villa del comico. Il M5S è in subbuglio. La caduta alle Europee di fine maggio fa male. Il cellulare continua a squillare, i parlamentari che hanno un rapporto da tempo con Grillo evocano il suo intervento, non ne possono più dello strapotere di Di Maio, della scollatura tra le Camere e il ministro. Anche Grillo è sconfortato. Confessa di aver plasmato il M5s su altre idee, smarrite tra compromessi di governo e l' eterno inseguimento di Salvini. «Si parla solo di migranti, dove sono le nostre cose?».

L' ambiente, la repubblica fondata sulle start-up che sogna in giro per il mondo. Le differenze tra lui e Di Maio sono radicali, da sempre. Nel caos, Grillo si sente di nuovo strattonato. Il M5s, orfano del suo bastone, non cammina sulle proprie gambe: zoppica. Il comico è brutalmente sincero: «Lo sai, io mi sono rotto i co...». Vuole concentrarsi sugli show, il blog, i viaggi. Non vuole tornare di nuovo nella bolgia romana.

E così a Casaleggio jr, quel giorno, fa una proposta: «Perché non ti metti tu alla guida del M5S?». Davide è spiazzato, ma non ha bisogno di pensarci: «Beppe lo sai che il mio sogno è di aprire un diving alle Maldive». Questa del centro immersioni - sua passione - è la risposta che, chi lo conosce, dà ogni volta che si sente stufo di tutto: la società e il Movimento ereditati dal papà, l' Associazione Rousseau, i parlamentari con le loro lamentele. L' episodio è stato raccontato a La Stampa da una fonte vicina a Casaleggio, confermato da un' altra nel M5s ed è noto a Palazzo Chigi. In questi giorni è tornato a circolare tra alcuni parlamentari sotto forma di indiscrezione.

Casaleggio si trova in una situazione particolare. Osteggiato da molti eletti, che gli contestano l' investitura dinastica e il versamento di 300 euro mensili per Rousseau, è punto di riferimento per altri, che lo cercano lamentandosi proprio di Di Maio. Lui ascolta e abbozza ma non fa nulla.

Perché c' è un patto con Di Maio dal giorno in cui i loro nomi sono stati scolpiti come soci fondatori nell' atto di nascita della nuova associazione M5s: Casaleggio non si sente tagliato per la politica ed è sempre sorpreso quando la stampa o i partiti gli attribuiscono un potere decisionale su linea e programmi che in realtà non ha. Il suo compito è occuparsi di software, soldi e comunicazione, al capo politico tocca governare il M5s e il Paese.

L' imprenditore ha un coinvolgimento più diretto nel destino di Di Maio. Ne parlano con Grillo. Dal ministro dipendono gli uomini dello staff, tutti provenienti dalla Casaleggio: Cristina Belotti, e i due soci di Rousseau Pietro Dettori e Max Bugani (quest' ultimo romperà con Di Maio in piena estate e resta tra i più critici verso il leader).

Tra luglio e i primi di agosto, all' alba della crisi, Grillo riceve tante chiamate da Roma. La situazione con la Lega sta sfuggendo di mano. E lui non ha mai fatto mistero di mal sopportare la narrazione leghista nella quale è stato risucchiato il M5s. È fulmineo quando si presenta l' occasione di un accordo con il Pd e incenerisce Di Maio, che appena dieci giorni prima aveva giurato: «Mai con il partito di Bibbiano».

L' asse con Giuseppe Conte è conseguente. Il comico vede in lui il perno di un progetto che si sta delineando: contaminarsi con il Pd, sciogliere il M5S in un' area progressista con il cuore verde. Un bastione contro l' avanzata della destra sovranista. A fine agosto si rivolge ai giovani Dem, due settimane fa dal palco di Napoli battezza quel progetto: «Siamo noi a dare la narrazione al Pd e a tanti giovani. È meraviglioso». E lancia, a Di Maio, un avvertimento su Conte: «Decidiamo se vogliamo buttare bucce di banana sul suo cammino o affiancarlo».