Libero, 31 ottobre 2019
I meteoropatici sono in aumento
Con i mutamenti climatici in atto sta aumentando la quota di meteorosensibili e meteoropatici, e a creare problemi in queste ultime settimane è la brusca variazione dei parametri, quando i passaggi dal caldo al freddo, dal sereno alla pioggia sono sempre più improvvisi, violenti e frequenti nella nostra penisola. La meteoropatia in medicina è classificata come un disturbo psichico e fisico di tipo neurovegetativo, che si verifica in determinate condizioni del tempo meteorologico o in quello delle situazioni climatiche stagionali. Il meteoropatico è un individuo particolarmente neurolabile, dal carattere volubile, predisposto ad essere fragile in situazioni di intenso stress, incline a cambiare umore a seconda delle condizioni del cielo e ad accusare disturbi ancora prima che si verifichino mutamenti delle condizioni meteorologiche, manifestando una fase acuta corrispondente alla variazione del tempo, come irritabilità, nervosismo, aggressività, insonnia, apatia e depressione, con una altrettanto rapida attenuazione, e scomparsa dei sintomi, alla fine della perturbazione atmosferica. In occasione di episodi ventosi o temporaleschi, accompagnati da una diminuzioni della pressione atmosferica, con pioggia, umidità e cielo nuvoloso, il meteoropatico accusa l’acuirsi di sintomi patologici, come avviene ad esempio per chi soffre di emicrania, asma, artrosi, reumatismi o allergie, con peggioramenti dell’umore causati dalla diminuzioni delle endorfine, le sostanze chimiche di natura organica prodotte dal cervello, dotate di proprietà analgesiche, la cui carenza induce diminuzione della sopportazione del dolore con contemporanea ridotta capacità delle difese immunitarie. Tutti coloro che lavorano quotidianamente vivono con un livello di stress piuttosto elevato, che mette alla prova le personali capacità di compensazione, ed inoltre passando la maggior parte delle giornate in ambienti condizionati, si perdono un po’ le capacità naturali di adattamento. Ebbene, in questi ultimi mesi sono sempre di più i soggetti che accusano disagi anche 2-3 giorni prima di una perturbazione, che avvertono minime differenze di pressione ed elettricità in anticipo, inclusi i parametri chimici dell’aria, i quali iniziano 72 ore prima di un mutamento del tempo.
STRESS DELL’ORGANISMO
Quando le condizioni meteorologiche cambiano, l’organismo deve adattarsi ad esse e subisce naturalmente uno stress. Chi è sano e stabile psicologicamente però, non ne risente affatto, mentre chi è più vulnerabile non riesce a compensare l’alterazione e manifesta disagi; le donne e gli anziani sono più sensibili, così come chi soffre di alcune patologie, come ad esempio l’ipertensione, e tali soggetti, quando la temperatura cambia bruscamente, hanno un rischio maggiore di palpitazioni, tachicardia e crisi ipertensive, mentre chi è afflitto da cefalea o sindromi osteoarticolari vede acuirsi i fastidi, perché al variare dei parametri meteorologici si riduce la loro soglia del dolore. Il soggetto meteorosensibile è quello che quando cambia il tempo è più vulnerabile ai disturbi, mentre il vero meteoropatico ha un calo sostanziale della qualità di vita con un malessere generale che ne compromette in maniera evidente la quotidianità. PROBLEMI DIFFUSI La persona neurolabile, spesso di genere femminile, è quella dotata di particolare sensibilità ed emotività, difficilmente adattabile a contesti ed eventi nuovi, e l’instabilità del sistema neurale risulta una problematica sempre più diffusa, dovuta al l’incremento di elementi della normale vita quotidiana vissuti come negativi, che si ripercuotono pesantemente sul tono dell’umore e delle relazioni sociali, influenzando i sistemi di adattamento e del metabolismo. La meteoropatia non è associata a malattie pre-esistenti, pur essendo tipica di personalità particolarmente vulnerabili, ma dipende esclusivamente dai cambiamenti meteorologici, che influenzano lo stato di salute, e chi soffre di patologie varie subisce l’azione del clima in modo maggiore, accusando peggioramenti psichici e fisici. Sentirsi un po’ giù o più assonnati quando il tempo volge al brutto è quasi normale, ma non riuscire ad alzarsi dal letto, non uscire di casa o avere una ricaduta dell’artrosi è da considerarsi patologico. Secondo le stime ufficiali i meteoropatici sono circa il 6% della popolazione, i meteorosensibili invece il 40%, poiché tutti noi un po’ “sentiamo” il tempo, anche se non ce ne accorgiamo, non abbiamo veri e propri sintomi e non ne siamo condizionati.
MALEDETTA UMIDITÀ
Una ricerca dell’Università di Manchester ha certificato che il fattore più importante associato al peggioramento dell’umore e del dolore scheletrico è l’umidità, due componenti che peggiorano notevolmente nei giorni di pioggia, mentre tale associazione non è stata osservata correlata alla temperatura, ma è stato dimostrato che chi soffre di artrosi, una malattia degenerativa delle cartilagini, assiste al riacutizzarsi dei dolori con il freddo e le temperature rigide dei mesi invernali, mentre chi è affetto da artrite, una patologia infiammatoria che provoca danni articolari, subisce l’acuirsi del dolore quando quando il clima è caldo e afoso, quindi con l’aumento delle temperature, e non con il loro abbassamento. Insomma, l’“effetto meteo” varia certamente a seconda del disturbo del paziente, ma vira soprattutto a seconda della sensibilità individuale al clima. Nella maggior parte dei casi la meteoropatia si manifesta con disturbi dell’umore, con tendenza all’isolamento, ansia, malinconia e sintomi depressivi, insonnia e cefalea, aumento della dolorabilità a livello articolare e muscolare, ma si possono osservare anche disturbi del sistema cardiovascolare, della pressione sanguigna, cardiopalmo, tachicardia, pesantezza e dolorabilità retrosternale. Occorre precisare che il tempo da solo non può essere causa di questi disturbi ma, nei soggetti predisposti, può peggiorare quelli già preesistenti. Di norma la “sindrome meteoropatica” si manifesta 48/72 ore prima dell’arrivo di una perturbazione, perdura qualche giorno, per andare a scemare man mano che il tempo si stabilizza, e nel caso in cui le alterazioni atmosferiche siano una di seguito all’altra, i sintomi tendono a diminuire di intensità, verificandosi di fatto una sorta di adattamento. Non esistono rimedi farmacologici specifici diretti, ed occorre alleviare i sintomi attraverso binari sedativi in caso di ansia acuta e di antidolorifici in caso di riacutizzazione di dolori articolari o cefalee. Nelle forme croniche, oltre ad ansiolitici e blandi antidepressivi è utile la somministrazione di complessi vitaminici e magnesio, in particolare modo nelle donne.
SINTOMI DEPRESSIVI
La meteoropatia è quindi la conseguenza di una esagerata reazione del sistema nervoso centrale che si verifica quando, durante un brusco cambiamento climatico, il cervello impartisce ordini sbagliati alle ghiandole neuroendocrine, e questo spiega il motivo per cui molte persone ipersensibili alle variazioni del tempo cadono in uno stato d’ansia con sintomi depressivi. I meteoropatici tendono infatti a chiudersi in casa, ad evitare di esporsi al clima ritenuto negativo, senza capire che ridurre la propria esposizione alla luce naturale risulta proprio uno tra gli elementi ambientali che più influenzano questa sindrome e di conseguenza la salute fisica e psichica, poiché si riduce la produzione di mediatori chimici fondamentali, quelli che entrano in gioco nei periodi di sovraffaticamento o di stress. Vivere sempre a temperatura controllata è sbagliato, perché si disabitua l’organismo agli sbalzi di caldo e freddo, il quale si impigrisce e reagisce in modo anomalo, diventando incapace di riequilibrare la propria omeostasi, che è all base dei disturbi, i quali spesso coinvolgono e contagiano anche le persone che vivono accanto al meteoropatico, le quali diventano presto insofferenti ai continui cambiamenti d’umore di questi soggetti, che trascorrono la vita condizionati dalle nuvole e dalla pioggia, imputando tutta la loro instabilità psichica al maledetto cielo.