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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

Periscopio

Microtasse, tassine, praticamente tossine. Dino Basili. Uffa news.L’influencer è un pirla sfaticato che lucra su pirla danarosi incapaci di scegliersi da soli un paio di scarpe da pirla. Vittorio Sgarbi (Alessandro Gnocchi). Il Giornale.
Rimprovero a Salvini di aver fatto cadere il governo l’ora esatta in cui salivo sull’aereo per le vacanze. Mi è venuta una crisi isterica. L’ho maledetto. Giorgia Meloni, segretario di Fratelli d’Italia (Claudio Sabelli Fioretti). il venerdì.
Non sono mai stato iscritto a un partito politico. Con una sola eccezione. Avevo 16 anni e il circolo monarchico organizzava festine niente male. Altan (Simonetta Fiori). la Repubblica.
La sindaca grillina di Roma è divenuta tragica metafora vivente, con la sua plastica incapacità di gestire la città, con dieci assessori cambiati in tre anni e mezzo più uno sempre in bilico, anni trascorsi entrando e uscendo dalla procura di Roma, un interrogatorio dietro l’altro, un dossier dietro l’altro, per poi finire a riunirsi con i fedelissimi sui tetti (esatto: sui tetti) del Campidoglio. Fabrizio Roncone. Corsera.
Tra le domande per essere ammessi al Collegio (Raidue): cosa significa l’espressione «sbarcare il lunario»?. Risposta di uno dei ragazzi: «Atterrare sulla luna». Aldo Grasso. Corsera.
Se voglio un giudizio raro su Carola Rackete, ossia «il comandante di una nave negriera 2.0 per fornire manodopera a basso costo a questa Europa impotente a procreare», devo rivolgermi a Riccardo Ruggeri (classe 1935). Camillo Langone. Il Foglio.
L’esito delle elezioni umbre aprirà un casino tra i 5 Stelle, partiranno tutti all’attacco di Di Maio. Matteo Renzi (Marco Cremonesi). Corsera.
Sul piano storico fra fascismo e nazicomunismo non c’è partita. Il fascismo fu agnello, laddove i regimi del socialismo reale sono stati iene. Complessivamente, hanno assassinato 95 milioni di persone in tempo di pace, con genocidi etnici tipo Adolf Hitler, deportazioni, carestie, esecuzioni collettive. La Cina da sola ha massacrato 60 milioni di cittadini. L’Urss di Josif Stalin, 20 milioni. Il fascismo neppure sfiorò questi eccessi. Perché allora considerarlo più criminale del comunismo? Giancarlo Perna. LaVerità.
Rimuginando sul suo famoso «chi sono io per giudicare», dicunt a Santa Marta, che Bergoglio si stia pentendo di aver cacciato su due piedi, dopo averlo indirettamente accusato addirittura di peccato mortale, il capo della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani. Ingiustamente incolpato della divulgazione delle foto segnaletiche che violavano la privacy di alcuni addetti vaticani coinvolti nell’ennesima inchiesta su una compravendita immobiliare della Chiesa. Come se Oltretevere da sempre il pettegolezzo, soprattutto se a sfondo sessuale o di denaro, non sia il sale di ogni discussione. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Mi sono fatta largo da sola in un mondo maschile. Purtroppo non ho mai potuto dire me too, nessuno mi ha mai molestato in cambio della carriera. Però ho imparato subito un’arte preziosa che è l’ipocrisia. In redazione ho capito che dovevo rivolgermi ai colleghi come fossero delle divinità. Aiutami tu che sei così bravo, salvami con la tua intelligenza. Ci cascavano sempre. Natalia Aspesi, 90 anni, giornalista (Simonetta Fiori). la Repubblica.
Per chi ha imparato a non prendersi troppo sul serio, la lettura di Ennio Flaiano provoca il malinconico piacere che dà l’imbattersi in un fratello maggiore, più intelligente, ma senza fartelo pesare. E infatti, «scrittore minore satirico dell’Italia del Benessere» è l`ironico ritratto che lasciò di se stesso. Stenio Solinas. Il Giornale.
Oggi costruiamo solo «cristogrill» al posto delle cattedrali. Padre David Maria Turoldo celebrò le mie nozze. Sosteneva che le chiese oggi sono ridotte a garage in cui è parcheggiato Dio. Ma la gente, per credere, ha bisogno della liturgia, del canto, dell’organo, dell’incenso. L’ho detto anche a papa Francesco. E ho aggiunto: Santità, lei ha messo le persone davanti ai princìpi, però lei ha un polmone solo, lavora come un pazzo, è pieno di nemici; stia attento a non morire, altrimenti dopo ne eleggono uno che rimette i princìpi davanti alle persone. Lui ha riso e mi ha abbracciato. Umberto Galimberti (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Temo che mi possa arrivare una terza depressione. Gli esperti dicono che è possibile. Sono come una sentinella che aspetta l’arrivo del vuoto. Vedi, c’è una parte di me divorata da un pessimismo assoluto. Non mi aspetto niente da nessuno. Forse anche questo è un tratto della mia sicilianità. Giampiero Mughini (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Sono cresciuto con la musica perché mio padre a Venezia aveva un’orchestrina. Pensi che per un po’ il cantante fu un ragazzo che faceva ancora il portiere all’hotel Danieli, Sergio Endrigo. Persona magnifica, che allora cantava da crooner alla Sinatra. In più studiavo violino al Conservatorio, a Venezia ovviamente Vivaldi. Ero primo violino dei Solisti veneti, poi Claudio Abbado mi fece un provino e mi prese nell’orchestra dei Solisti di Milano, giravamo l’Europa. Volevo fare il musicista classico. Pino Donaggio, cantante (Luigi Bolognini). la Repubblica.
Fra tutti i matti, come ama definirli lei, e assassini, che ha avuto in cura, ce n’è stato uno di cui ha avuto davvero paura? Solo paura no, ma fascino, che è attrazione più paura, sì. Andavo a trovare spesso in cella Donato Bilancia (uccise 17 persone in sei mesi e fu condannato a 16 ergastoli, ndr) e lui mi disse: «Professore, ci sono due persone che stimo nella vita. Il primo è chi mi ha insegnato a rubare, un grande scassinatore. La seconda è lei». Vittorino Andreoli, psichiatra (Alessandro Belardetti). Quotidiano Nazionale, QN.
Il sistema penitenziario è la dimostrazione precisa che la pena detentiva ha fallito. Esso produce e conserva odio, spirito vendicativo frustrazione, cattiveria primitiva. Non ha alcuna efficacia riabilitativa. Non punta a evitare recidive. Punta a rafforzare gli assassini. Rincuorare le merde. Questo lo dico perché ho frequentato le prigioni di mezza Cisalpinia e, assiduamente, il carcere di Serenissima, Santa Maria Maggiore. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi, 2014.
I temi che vedo maggiormente dimenticati dalla predicazione morale della Chiesa riguardano tutta la sfera sessuale: non se ne parla più, è raro il coo di intervenire, educare, aiutare i ragazzi a crescere anche in questa dimensione, di far capire cosa fa male. Sembra vada bene tutto, mentre quando ero ragazzo io, esagerando, era peccato tutto. Pupi Avati, regista (Davide Milani). Quotidiano nazionale, QN.
Grillo: Bubbone di corte. Roberto Gervaso. Il Giornale.