ItaliaOggi, 31 ottobre 2019
Bibbia e birra: ora il Vangelo si legge al pub
Una Bibbia media. Col Vangelo e una pinta al bancone del pub. La diocesi di Torino, per portare il suo messaggio pastorale, ha studiato un’iniziativa singolare. Che consiste nell’uscire dai tradizionali confini religiosi per parlare di fede nei luoghi di aggregazione come birrerie e bar. Un percorso di catechesi simile a quello adottato a Verona, dove il progetto La Bibbia al bar è giunto alla seconda edizione.«Dev’esserci spazio anche per tutti quelli che hanno altre visioni della vita, professano altre fedi o si dichiarano estranei all’orizzonte religioso. Il Vangelo ci chiede di osare e vogliamo farlo senza presunzione e senza fare proselitismo». Parole pronunciate da Papa Francesco. E recepite dalla diocesi e dalla Pastorale universitaria di Torino.
Il primo appuntamento tra birra e sacre scritture si è tenuto lo scorso martedì sera in un pub del centro città. Il format prevede trenta minuti di introduzione condotta da un adulto, che sia un sacerdote, una suora o un normale religioso, e da un giovane, che insieme affrontano un tema preciso.
A spiegare nel dettaglio l’iniziativa è stato chi l’ha adottata per primo: don Massimiliano Lucchi, che fa parte della diocesi di Verona. Don Lucchi, insieme con un altro parroco veronese, don Luca Pedretti, da due anni promuove La Birra al bar, il gusto di servire e nutrire l’amore. Un progetto col quale si intende «far vedere che la Chiesa non ha paura di sporcarsi le mani andando là dove le persone si ritrovano, che non ha paura di rischiare, proponendo cose nuove, per certi aspetti anche anticonformiste».
«Come ci insegna Papa Francesco dobbiamo osare di più», ha spiegato don Lucchi. «Gesù è presente in mezzo alla gente, e se le persone hanno la capacità di aprire gli occhi, lo trovano. Il Signore è ovunque se abbiamo voglia di trovarlo».
Il progetto, nella città scaligera, è partito lo scorso 22 ottobre. E si protrarrà sino al 16 dicembre. Lo schema delle serate sarà simile a quello adottato a Torino: lettura del Vangelo, spiegazione del contesto biblico e comprensione del testo con l’ausilio di video e slide, condivisione di riflessioni e degustazione finale.
«Vogliamo essere dove le persone si incontrano e portare in quei luoghi il messaggio evangelico», ha proseguito don Lucchi. «Da noi le messe sono ancora partecipate, il 40% delle persone viene in chiesa. Tuttavia vogliamo essere noi ad andare da loro. Vogliamo che le persone vivano un’esperienza sensoriale. La gente ascolta attraverso i sensi, attraverso il cuore. Nei brani scelti ci sarà sempre la presenza del banchetto, ma sarà un pretesto per insegnare al servizio. Abbiamo iniziato con le nozze di Cana, dove chi serve a un certo punto deve mettersi con fiducia nelle mani di Gesù, che trasforma l’acqua in vino. Gesù parla e insegna alla gente».
«Noi vogliamo nutrire lo spirito di servizio che Gesù insegna ai suoi discepoli nelle varie caratteristiche», ha detto ancora il sacerdote della diocesi di Verona all’Avvenire. «Per tale ragione ogni serata sarà compartecipata dalla presenza di una o più associazioni del territorio che operano in ambiti diversi. Questo ci aiuta anche nel coinvolgimento dei giovani, che sono molto impegnati nel fare. Le nostre associazioni sono ricche di giovani, ma magari sono meno disponibili all’ascolto di una lectio divina».