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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

Viene da Brescia il maggior telescopio mai realizzato

A caccia dei segni della vita a miliardi di chilometri di distanza con l’occhio più grande mai realizzato. Detta così sembra la solita, romantica suggestione. In realtà si tratta di un nuovo e sofisticato strumento di osservazione spaziale.Il gruppo italiano Camozzi, infatti, tramite la controllata Ingersoll machine tools, al termine di una gara durata due anni, ha siglato un accordo con Gmto corporation per la realizzazione del primo gigantesco telescopio terrestre di nuova generazione Magellan (il Giant Magellan Telescope): avrà una potenza visiva dieci volte superiore a quella dei maggiori telescopi odierni.
Un po’ di numeri per comprendere la portata dell’impegno, che vede l’Italia in prima fila. Prima quelli relativi alla struttura. La Ingersoll realizzerà un meccanismo di precisione di acciaio da 1.300 tonnellate che sosterrà e manterrà in posizione 7 specchi giganti (realizzati al Richard F. Caris Mirror Lab dell’Università di Arizona) quando metteranno a fuoco la luce di stelle e galassie distanti.
La struttura del telescopio, completa di specchi e di tutta la strumentazione, peserà 2.100 tonnellate e a sostenerla, incredibilmente, sarà un film d’olio spesso solo 50 micron (2 millesimi di pollice), che con un movimento senza attrito compenserà la rotazione terrestre e permetterà così di seguire i corpi celesti nel loro arco attraverso il cielo. Il tutto grazie alla tecnologia idrostatica sviluppata dal Gruppo Camozzi.
Gli altri numeri, quelli relativi all’impegno economico e finanziario di questa nuova avventura alla ricerca dei segreti dell’universo. L’investimento è pari a 135 milioni di dollari, il più grande realizzato ad oggi da Gmto.
I lavori per la realizzazione del telescopio gigante (che sorgerà nel deserto del Cile) dureranno 9 anni e saranno realizzati insieme con la tedesca MT Mechatronics.
Si tratta di un progetto a cura di un consorzio internazionale di università ed istituti scientifici, finanziato da istituzioni partner, governi e donatori privati. Data di inizio operatività 2029: la struttura sarà consegnata in Cile alla fine del 2025 e dovrebbe essere pronta per il posizionamento degli specchi nel 2028. Le fondamenta sono già ultimate.
«Il progetto riempie di orgoglio e motiva tutti noi di Camozzi ed è un importante riconoscimento alle tecnologie più avanzate del nostro gruppo. Siamo inoltre soddisfatti di essere stati prescelti in una competizione fra i gruppi più importanti a livello internazionale», dichiara Lodovico Camozzi, presidente e amministratore Delegato di Camozzi Group (presente in 75 paesi nel mondo con 30 filiali, 2.600 dipendenti, 5 divisioni e 18 siti produttivi, fatturato 2018 pari a 419 milioni di euro, di cui l’85% all’estero).
Da Brescia, sede del gruppo, al deserto Cileno, passando per Rockford nell’Illinois (dove ha sede, invece, la società interamente controllata Ingersoll Machine Tools) e per Magonza in Germania dove si trova MT Mechatronics, per concludersi nell’accordo con Gmto, l’ente che si occupa di promuovere la realizzazione del Telescopio Gigante Magellano. Ingersoll Machine Tools produrrà, assemblerà e testerà il meccanismo di precisione di acciaio da 1.300 tonnellate, MT Mechatronics sarà responsabile invece della progettazione, della meccanica e del sistema di controllo del telescopio, la cui struttura, invece, sarà testata dalla Ingersoll prima di essere consegnata ed installata all’osservatorio Gmt Las Campanas nel deserto di Atacama in Cile.
Tutto ciò si tradurrà in immagini che saranno 10 volte più chiare rispetto a quelle del Hubble Space Telescope. «La costruzione della struttura del telescopio è uno degli step principali per la costruzione del Telescopio Gigante di Magellano» dichiara Robert N. Shelton, presidente di Gmto. «Abbiamo scelto Ingersoll Machines Tools e MT Mechatronics per la loro la grande specializzazione nella produzione di complesse strutture di precisione», sottolinea James Fanson, manager di progetto di Gmto.
Presto, dunque, tutto ciò che esiste oltre il nostro sistema solare potrebbe non essere più un mistero. E ci sarà anche un pezzo di made in Italy, quello che può vantare ed esibire la tecnologia più avanzata, a dare la «caccia» a buchi neri, materia ed energia oscura, e a tracce di vita oltre il nostro sistema solare.