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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

El Greco, esposte per la prima volta 70 tele di un artista che affascina

La rinascita di El Greco passa da Parigi. Il Grand Palais dedica, per la prima volta, una retrospettiva (fino al 10 febbraio) al genio spagnolo del tardo Rinascimento, spesso indicato come il primo maestro del cosiddetto Secolo d’oro spagnolo, il barocco del XVII secolo. El Greco, pseudonimo di Domìnikos Theotokòpoulos (1541-1614), è stato un pittore, scultore e architetto greco, vissuto in Italia e in Spagna. Dopo essere stato per un quarto di secolo a Creta, dove ha prodotto delle icone (Saint Luc peignant la Vierge, museo Benaki di Atene), dall’isola greca è finito con il diventare un maestro a Toledo (la città ha prestato la sua Santa Veronica). Come comprendere questo percorso così singolare che passa da Venezia e da Roma?La mostra, che espone 70 tele del maestro, prima della sua maturità fino al suo apogeo, dimostrato dalla grande Vision de Saint Jean (Met di New York) è un tuffo nell’opera singolare di un’artista dalla personalità enigmatica che continua ad affascinare. I cieli tempestosi dei vari Cristo in croce di El Greco sono i più belli mai dipinti. A questi blu grigi rispondono gli azzurri del San Martino e il mendicante (conservato alla National Gallery of Art di Washington, Stati Uniti) e quelli profondi degli abiti della Vergine, come quello della Assomption dell’Istituto d’arte di Chicago installata al centro del percorso espositivo, secondo quanto ha riportato Le Figaro. La palette dei colori di El Greco è talmente ricca da sembrare inesauribile dal momento che l’artista ha prodotto mille dissonanze. Il risultato è affascinante anche perché El greco sembrava essere molto avanti rispetto al suo tempo.
L’esposizione è curata da Guillaume Kientz, ex responsabile della pittura spagnola e sudamericana al museo del Louvre, oggi conservatore dell’arte europea al Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas). Nessuna opera è stata data in prestito dal museo del Prado di Madrid. Piuttosto, il curatore si è assicurato la potenza di fuoco delle grandi istituzioni americane e di quelle delle collezioni private, tra la quali c’è anche una Pietà raramente vista. Inoltre, ha deciso di presentare la sua selezione di opere di El Greco nella galleria Sud-est del Grand Palais dove i volumi sono totalmente bianchi. E questa dimensione immacolata, simile agli interni delle chiese di Toledo, dove El Greco ha vissuto ed morto, è in grado di far risaltare la modernità del pittore, ha detto Kientz a Le Figaro. Ai brividi che procurano questi colori di ispirazione veneziana si aggiungono quelli che provocano le forme toscane come le torsioni manieriste dei corpi. Greco offre una sintesi di questi due versanti italiani, ha sostenuto il curatore, da una parte Tiziano, veronese, Tintoretto Bassano e dall’altra Michel-Ange, Pontormo o Rosso. Complessivamente, la mostra mette in evidenza la stravanganza ma anche l’aspetto sconcertante dell’artista.