ItaliaOggi, 31 ottobre 2019
L’ordinazione di uomini sposati (che c’è già) fa un passo avanti
Nello scorso weekend si è chiuso il Sinodo convocato da Papa Francesco per discutere di Amazzonia. Padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, ha sottolineato che la difesa ecologica è una: «Questione fondamentale». Serve cioè una conversione integrale, pastorale, culturale, ecologica e sinodale. Ottobre una volta era il mese della Madonna del Rosario: non ce la faccio, troppi ricordi.Questo Sinodo ha prodotto tre cose: l’ordinazione di uomini sposati; un maggior riconoscimento del ruolo della donna; il caso della Pachamama, le statuette degli indios amazzonici trafugate da una chiesa romana e gettate nel Tevere e poi ritrovate (fatto per il quale il Papa in persona si è scusato). Vediamo un po’.
I viri probati: il celibato è solo una tradizione nella Chiesa cattolica di rito latino (cioè da noi). Il primo Papa era sposato; ma nella Chiesa cattolica di rito orientale ci si può sposare. Apertura de che? I preti sposati li abbiamo da 2000 anni, andate a Piana degli Albanesi (Pa) e Lungro (Cs), ne trovate quanti ne volete (a Piana fanno bene i cannoli, nel caso). Storia vecchia: al Concilio Vaticano II, negli anni ’60, si avanzò la possibilità di ordinare preti uomini di età avanzata, dotati di dottrina, pietà e di esemplare vita coniugale, i viri probati appunto. Paolo VI, per motivi di opportunità, nell’ottobre del ’65 tolse il celibato dai lavori conciliari.
Qualche proposta sui viri probati, minoritaria, viene avanzata al Sinodo del 1971: bocciati. In Germania ci provarono col Sinodo tedesco di Wurzburg tra ’71 e ’75, bocciati anche lì: ma i progressisti da quelle parti, con buoni agganci in terra di missione in Sudamerica e Amazzonia, presero a propagandare l’idea come panacea contro il calo delle vocazioni (e di recente i tedeschi hanno ripreso questo leitmotiv anche per l’Europa). Sono cinquant’anni che ci provano, finalmente ci sono riusciti.
Le donne prete? Pie illusioni: anche la questione delle donne, del riconoscimento della responsabile di comunità: fuffa. Di fatto questo avviene da decenni, con suore che fanno le factotum nelle parrocchie e sono sempre a disposizione. Le donne già oggi, previo apposito corso di formazione, possono per esempio distribuire la Comunione durante la Messa e nessuno si sente male. Certo, la grande speranza è quella (per i tifosi bergogliani) di vedere un giorno le donne prete. Per la dottrina cattolica ciò non è possibile. Lo ha deciso Cristo col suo esempio e le sue scelte (il cosiddetto deposito della fede), chiamando all’apostolato 12 maschi. Il deposito della fede non può essere mutato, punto. E no, le diaconesse nella Chiesa dei tempi primigeni, non avevano il Sacramento dell’Ordine che è quello che hanno diaconi, preti e vescovi. Le fonti di cui disponiamo confermano, tranne una.
La Pachamama: chiudiamo infine con la vicenda più discutibile (o ridicola) del Sinodo, ossia la Pachamama. Trattasi di statuetta o meglio, idolo pagano, che raffigura una donna incinta. I sincretisti o sincretini si spingono a parlare di Madonna dell’Amazzonia: in realtà è un demone, un’entità soprannaturale (l’Esorcista non c’entra, non scaldatevi) venerato dagli indios amazzonici. È la Madre Terra, a cui si alzano nelle campagne altarini per chiedere che il raccolto sia propizio.
Ma la Pachamama può non essere bonaria e mandare inondazioni e distruzione, cosa che la Madre di Dio non fa (peraltro è Persona e non demone, essendo stata Assunta in cielo, come da dogma cattolico, anima e corpo). La Chiesa locale ha tollerato questo culto che ufficialmente è depurato dai suoi elementi pagani; in privato e nelle campagne gli indios invece lo praticano eccome.
A questo demone si sono inginocchiati i religiosi quando c’è stato quel curioso rito iniziale in Vaticano. E la Pachamama era accompagnata da un simpatico idolo con un fallo in bella evidenza, idolo poi sparito. Chissà chi è che l’ha preso e dove l’avrà messo.