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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

New York City regala i senzatetto

La città di New York ha cominciato a trasportare i suoi homeless in aereo o in bus verso altre 373 città, di 32 Stati diversi, dotandoli solo di una una-tantum per pagarsi il primo anno d’affitto. «La città condivide generosamente i suoi senzatetto con ogni angolo d’America», ha scritto sarcastico il New York Post, dalle spiagge tropicali di Honolulu e Porto Rico, ai calanchi dello Utah e alle paludi della Louisiana, la Grande Mela ha inviato le famiglie di homeless locali in 373 città di tutto il Paese con in tasca un annualità intera di affitto ai sensi del Sota (Special One-Time Assistance Program) del sindaco De Blasio. Di solito, però, la città destinataria non ne sa niente.«I contribuenti», continua il Post, «finora hanno speso circa 80 milioni per il solo affitto, cui si aggiungono le spese di viaggio e di arredamento, per esportare 5.074 famiglie, corrispondenti a 12.482 persone, nei posti più vari, da Newark alle isole del Pacifico del Sud. Famiglie che una volta vivevano nei rifugi della città sono state smistate in 32 stati diversi, nonché a Porto Rico (protettorato Usa, ndr)».
È dell’agosto 2017 il programma pilota che offriva un anno di affitto ai senzatetto che potessero provare di essere stati per almeno 90 giorni nelle strutture del comune e di avere una qualche fonte di reddito.
Nei cinque anni precedenti il comune aveva già speso l’equivalente di oltre un milione di euro per il Project Reconnect che aveva fornito il biglietto di sola andata a 2.512 famiglie per sistemarsi al di là dei confini urbani. Mete preferite: la Florida, Porto Rico e il North Carolina. A questo il programma Sota, iniziato evitando accuratamente ogni clamore mediatico, ha aggiunto i 12 mesi di affitto anticipato, pagato dovunque essi riescano a trovare un alloggio.
Con la popolazione dei dormitori che si avvicinava ai 60 mila, la città era disperatamente a caccia di nuovi spazi. Ma a ribadire il concetto che non è tanto la povertà in sé il problema degli homeless, ma spesso piuttosto la droga e la salute mentale, il risultato dell’iniziativa non è stato brillante. Soprattutto perché le autorità newyorchesi hanno operato in sordina, evitando anche di coinvolgere i comuni destinati a doversi sobbarcare gli eventuali costi sociali una volta terminata l’una tantum di partenza.
2.226 famiglie Sota hanno optato per la città di Newark, che si trova in uno stato diverso, il New Jersey, ma che da New York dista appena una ventina di minuti di treno. Il problema è che il pur vicinissimo Newark non ha i mezzi del colosso della porta accanto, la cui popolazione equivale a quella di tutto lo Stato del New Jersey. Non a caso il comune, ha annunciato il portavoce Mark Di Ionno, «sta per approvare un’ordinanza che vieta a New York di inviarci i suoi clienti Sota».
«Tutti hanno il diritto costituzionalmente garantito di potersi spostare dovunque vogliano», ha assicurato il sindaco di Newark, Ras Baraka, «ma secondo noi il programma Sota incentiva lo spostamento dei senzatetto fuori dalla città di New York».
Non sono sul piede di guerra solo le autorità dei posti in cui atterrano i senzatetto di New York, ma centinaia di queste famiglie stanno ritornando al punto di partenza, e alcune stanno addirittura facendo causa alla città di New York per essere state abbandonate in quelle che essi descrivono come condizioni invivibili.
«All’inizio abbiamo riscontrato molte lamentele sulle condizioni delle case affittate. Adesso che siamo verso la fine del periodo previsto per il sussidio, ci preoccupiamo soprattutto per il fatto che potrebbe non essere realistico aspettarsi che le persone siano totalmente autosufficienti dopo un solo anno di sussidio», ha detto Jacquelyn Simone, analista delle politiche di Coalition for the Homeless.
Ad oggi sono 224 le famiglie che sono ritornate al punto di partenza, nei rifugi della città di New York. Non è noto quante se ne siano rifugiate nei dormitori delle altre diverse città, una volta finito l’anno di affitto prepagato.