La Stampa, 31 ottobre 2019
Un’impresa italiana realizzerà il supertelescopio
«Siamo felici di lavorare per creare un apparato scientifico esclusivo e rivoluzionario per lo studio del cosmo profondo». Ludovico Camozzi, presidente e amministratore delegato dell’omonima multinazionale bresciana della componentistica industriale commenta così la vittoria di una gara internazionale da 135 milioni di dollari vinta insieme ai tedeschi di MT Mechatronics per realizzare il Giant Magellan Telescope (Gmt), telescopio terrestre di nuova generazione dieci volte più potente degli strumenti oggi in circolazione, come il telescopio spaziale Hubble.
Ad assegnare la commessa, al termine di una gara durata due anni a cui hanno partecipato imprese da tutto il mondo, è stata la Gmto Corporation, che gestisce il progetto per conto dei suoi 12 soci fondatori, università ed enti di ricerca, molti dei quali statunitensi. Ci vorranno nove anni di lavoro per realizzare la struttura e la Ingersoll Machine Tools, azienda statunitense rilevata da Camozzi nel 2003 che ha vinto la commessa, produrrà lo scheletro di acciaio di precisione, del peso di 1.300 tonnellate, che sosterrà e garantirà il movimento senza attriti della struttura ottica, composta da sette «specchi» del diametro di 8,4 metri l’uno, che cattureranno la luce proveniente da galassie e stelle lontane per farla analizzare dagli strumenti nell’Osservatorio di Las Campanas, nel deserto di Atacama, in Cile.
Per la Camozzi, azienda nata nel 1964 a Lumezzane, dal padre Attilio insieme ai fratelli Luigi e Geronimo, si tratta di un altro fiore all’occhiello che contribuirà a migliorare i numeri di un 2019 che si preannuncia positivo dopo un 2018 che ha fatto registrare una crescita del fatturato del 6,3% toccando i 419 milioni dando lavoro a 2500 persone, di cui 1350 in Italia. Un fatturato realizzato per l’85% sui mercati esteri anche se grazie al piano di Industria 4.0 è in ripresa.