Il Messaggero, 31 ottobre 2019
Intervista ad Amadeus
«Sto lavorando come un pazzo per Il Festival di Sanremo (in calendario dal 4 all’8 febbraio 2020, ndr) e I soliti ignoti. Non mi fermo mai. Alle 23, però, mi cala la palpebra e vado a dormire».
Non si lamenti.
«Ci mancherebbe. Sto vivendo un sogno».
Si vede. Nel suo camerino al Teatro Delle Vittorie di Roma, set del game show di Rai1 che conduce dal 2017, Amadeus è tutto sorrisi, adrenalina a mille e attenzione maniacale a non dire una parola fuori posto.
Sono già partite le polemiche: Striscia la notizia ha detto che avete dedicato solo 4 giorni per ascoltare le 842 canzoni dei giovani di quest’anno, poi diventate 65: come replica?
«Non è vero. Io e gli altri 4 membri della commissione artistica abbiamo iniziato a valutare i brani il 17 settembre e siamo andati avanti fino al 17 ottobre, quando sono arrivati gli ultimi 65, che abbiamo ascoltato nei successivi quattro giorni. Domenica prossima da 65 diventeranno 20. E dopo i passaggi a Italia sì di Marco Liorni ne resteranno 5 che si aggiungeranno ai 2 selezionati da Sanremo Giovani e 1 da Sanremo Young».
C’è chi chiede di vedere le schede con la valutazione.
«È una questione che riguarda la Rai, anche se ci sono regolamento e privacy da rispettare. Comunque sia, no problem con Antonio Ricci: l’ho già invitato all’Ariston. Sul palco mi piacerebbe avere anche il Gabibbo».
Prime impressioni dopo questi ascolti?
«Tanti cantautori, rapper e trapper di gran livello. Per i 70 anni del Festival vorrei canzoni per tutti i gusti e in grado di durare nel tempo. Per me sarebbe una sconfitta se non fosse così. Dopo Claudio Baglioni, che ha lanciato Ultimo e Mahmood, devo fare davvero bene. Con le giurie siamo a posto».
Fra i giovani avete selezionato solo 6 donne (46 uomini e 13 gruppi): com’è possibile?
«Non lo so. Si sono iscritti più uomini, è sempre così. Le sembro uno che discrimina?».
Quante canzoni dei Big sono arrivate finora?
«Una cinquantina. Da lunedì cominciamo a selezionare».
Si fermerà a 20 pezzi, come ha comunicato, o a 24 come Baglioni l’anno scorso?
«Al massimo arriverò a 22».
Perché, dopo il trionfo di Mahmood con
Soldi, uno dei più importanti degli ultimi vent’anni, ha deciso di riproporre la categoria Giovani, escludendoli così dalla vittoria?
«Credo nella tradizione e nei giovani, che secondo me devono fare un percorso lungo e non giocarsi tutto in una notte. E poi non mi sembra corretto nei confronti dei 20 Big fare in modo che qualcuno senza una storia consolidata possa scavalcarli. Io di sicuro da lunedì prossimo farò sentire le canzoni dei venti giovani ovunque, anche sul palco dello show di Capodanno su Rai1. Più visibilità riesco a dare loro, più sono contento».
Le case discografiche si sono fatte sentire? Tipo: Vuole i Big, italiani e stranieri? Li protegga.
«No. Ho scritto il regolamento ad agosto, in Spagna, dopo la chiamata ufficiale del 2. Ho fatto tutto da solo e non ho cambiato una virgola».
Con Fiorello che farà? E con Jovanotti?
«Ne parleremo a dicembre. Qualsiasi cosa faccia a me va bene. Spero resti il più a lungo possibile. Ai tempi di Radio Deejay, 35 anni fa, a Milano ci siamo fatti una promessa: fare Sanremo insieme».
Allora, come sarà questa edizione?
«Ci sarà sempre un racconto, non sarà il Sanremo dell’Ecco a voi...».
I conduttori del passato ci saranno?
«Qualcuno sì, se sta bene nella storia. Non voglio fare la parata».
Scommetterà su qualcuno o no?
«Certo. Magari su qualche volto femminile».
Monica Bellucci e Chiara Ferragni?
«Non faccio nomi, ma perché no?».
Circolano anche quelli di Belén Rodriguez, Caterina Balivo...».
«Wanda Nara... Di tutto».
Esclude ritorni, per esempio di Belén?
«Direi di sì. Voglio un Festival imprevedibile. Pieno di sorprese».
Nell’impostazione generale a che punto è?
«Due-tre punti importanti li ho fissati».
Il sogno qual è?
«Ce l’ho, ma non è sempre un nome grosso che ti fa fare centro. Sono le idee».
Amadeus, sta dicendo poco o niente.
«Ha ragione. Sono blindatissimo anche con i miei autori. Parlo poco perché non mi piace dire gatto se non ce l’ho nel sacco, per citare Trapattoni».
Al momento cos’ha nel sacco?
«Bei gattoni. Più italiani che stranieri».
Come superospiti girano voci su Lady Gaga, Madonna, Ed Sheeran, Lewis Capaldi...».
«Magari venissero tutti e quattro».
I suoi partner saranno sempre gli stessi o cambieranno ogni sera?
«Saranno residenti: due donne o due donne e un uomo».
Cosa la spaventa di più?
«Il tempo che non ho. E poi la voce. Mi terrorizza l’idea di perderla in quei giorni».
Il Dopofestival ci sarà?
«No. Mi piaceva tanti anni fa, poi mi sono sempre addormentato. Fiorello l’ha trasformato in L’altro Festival per Raiplay, su cui ho deciso di far passare in diretta anche l’incontro giornaliero con la stampa di dirigenti e artisti Rai».
Il palco come sarà?
«Allo scenografo Gaetano Castelli ho chiesto un progetto innovativo nel rispetto della tradizione».
Ci saranno i fiori?
«Sì. Al Comune di Sanremo ho chiesto di riportarli in scena».
Morgan ha detto che aver scelto lei come direttore artistico del Festival è come aver chiamato un elettricista a riparare un lavandino: ha mandato, per caso, una sua canzone?
«Spero lo faccia e che mi metta in difficoltà».
Le cover del repertorio sanremese chi le sceglie?
«Gli artisti, e se ci saranno doppioni, passerà quello con l’idea interpretativa più bella».
Sua moglie, Giovanna Civitello, showgirl 42enne, che cosa farà?
«Niente. Sul palco è la mia partner ideale, ma se scegliessi lei si scatenerebbe il finimondo».
Il 20 novembre a Roma che cosa farà?
«All’Auditorium di via della Conciliazione condurrò, in diretta su Rai1, una serata di beneficenza per l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ci saranno Mahmood, Renzo Arbore, Alessandra Amoroso e tanti altri. Non ho il tempo di respirare, ma questa occasione non potevo perderla».