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 2019  ottobre 31 Giovedì calendario

I messicani che vendono sangue negli Usa

Ogni mattina migliaia di messicani attraversano la frontiera con il Texas per vendere il proprio sangue. A scapito di rischiare la vita e la salute, hanno trovato una possibilità di un ingresso mensile che arriva anche ai 400 dollari, non poco per chi in Messico ne guadagna abitualmente quasi la metà. Da El Paso sino a Brownsville, i gruppetti di uomini ma anche donne, si organizzano per dar continuità a un servizio iniziato da qualche mese. «Con quello che guadagno pago la scuola dei miei figli». Jorge è un “cliente” abituale della vendita del sangue, così come pure un suo amico, Jesùs. «Con i 40 dollari che mi offrono per donazione, posso a pagare l’università se riesco a venire anche più volte in una settimana». L’importante è avere una Visa temporal, un permesso di permanenza temporale che permette ai messicani di fermarsi negli Usa qualche giorno, tempo nel quale vendono il sangue anche più volte a settimana.
Diversamente dal Messico dove è proibito vendere il plasma, negli Usa questo mercato è fiorente, e chi porta amici e familiari, riesce a recuperare anche un bonus extra. Ma i rischi sono molteplici. Il principale è quello della salute che, per chi dona più volte al mese, è messa a dura prova. Inoltre lo scarso standard di sicurezza di controllo di alcuni centri di prelievo, situati sul confine con il Texas, aumentano esponenzialmente il rischio di infezioni.