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 2019  ottobre 30 Mercoledì calendario

Cavi e pali elettrici, così va in fiamme la California

Gli incendi devastano la California e l’affidabilità di una sua infrastruttura essenziale: lo Stato tecnologicamente più avanzato d’America ha compagnie elettriche che non solo non hanno ammodernato una rete antidiluviana, risalente alla prima metà del Novecento, ma si sono rivelate anche incapaci di svolgere la manutenzione della vegetazione che circonda i tralicci. 
Risultato: come già accaduto l’anno scorso, anche stavolta la Pacific Gas and Electric Company ha dovuto ammettere che diversi incendi, compreso quello più grave nella contea di Sonoma, sono stati provocati da cavi, trasformatori e pali abbattuti dal vento, che hanno fatto incendiare alberi e cespugli secchi.
Più degli incendi, i cittadini, i sindaci e il governatore dello Stato, Gavin Newsom si infuriano per i blackout programmati da PG&E e da altre compagnie elettriche: quando aumenta l’intensità del vento, l’erogazione di energia è sospesa per evitare il rischio di nuovi incendi. Finora due milioni e mezzo di californiani hanno avuto l’elettricità a singhiozzo, e le utility hanno fatto sapere che si potrebbe andare avanti così per anni.
La gente è furiosa, il sindaco di San José vorrebbe creare una nuova società elettrica della città posseduta dagli utenti mentre il governatore Newsom invita il finanziere Warren Buffett, che con la sua Berkshire Hathaway ha già investito nel business energetico californiano, ad acquistare la PG&E. La società replica di non essere in vendita. In realtà è addirittura in bancarotta dallo scorso gennaio, dovendo far fronte ai 30 miliardi di dollari di danni provocati dall’incendio di Paradise dello scorso anno che ha distrutto un’intera cittadina e provocato più di 80 vittime.
La dura verità è che nessuno è disposto a entrare in un business che richiede da subito centinaia di milioni di dollari di investimenti in sicurezza senza poter aumentare le tariffe o le tasse. 
Il titolo PG&E da giovedì scorso ha perso il 50 per cento del valore e i due gruppi che avevano mostrato qualche interesse per la società si sono ritirati dopo i nuovi incidenti. Aggravati dal fatto che la Pacific ha ammesso di non aver avvertito della sospensione imminente dell’erogazione dell’elettricità 23 mila utenti (tra i quali anche 500 malati gravi), come la legge le impone: i contatti con le utenze non sono stati aggiornati.
È una situazione senza uscita, figlia di decenni di mancati interventi di ammodernamento e manutenzione: «Gli anni dell’avidità, della cattiva gestione, dell’attenzione rivolta solo agli azionisti e non alla gente, sono finiti», scandisce Newsom, ma parla al vento. E nel resto d’America le cose non vanno meglio: la rete elettrica è fatiscente ovunque. Solo che altrove non ci sono i venti e la vegetazione secca che provocano gli incendi.