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 2019  ottobre 30 Mercoledì calendario

Sul nuovo album di Marracash

Il cuore, i denti, il sangue, il fegato, l’anima: ci sono tanti pezzi di Marracash - anche se sarebbe più corretto dire di Fabio - dentro al disco più atteso dell’anno. Da una parte c’è il personaggio, dall’altra l’individuo; ed è proprio su questo dualismo che si sofferma Persona (che usce domani dopo tre anni di silenzio). Non è un caso, infatti, che la prima canzone citi il monologo più noto del film di Ingmar Bergman, affrontando subito la dicotomia tra ciò che si è per gli altri e ciò che si è per se stessi. «Questo album - racconta Marra - è frutto di un lungo processo personale, i pezzi sono venuti fuori come sangue da una ferita. Per tre mesi mi sono chiuso in casa e non ho fatto altro che scrivere». Ognuna delle quindici canzoni rappresenta una parte del corpo di Fabio: «Era da anni che avevo quest’idea in mente. Volevo creare un simulacro di me stesso, un po’ tipo Frankenstein. Ma per quanto volessi realizzare un disco a mia immagine e somiglianza, di fatto mi sono reso conto che non sarei mai stato io».
Rispetto a Status, che era un lavoro barocco in cui Marra mostrava i muscoli, Persona è più comunicativo. Probabilmente perché - come dice il rapper milanese - «mi sono tolto la maschera per riappropriarmi di me stesso». 
C’è tanta carne al fuoco: dal web all’amore fino alla salute mentale. Marracash non nasconde di aver avuto un momento buio, di essere rimasto impantanato in una relazione tossica e di essere andato in analisi. «Gli attacchi di panico e la depressione riguardano moltissime persone, non solo nel mondo dello spettacolo. Non ho problemi a condividere quello che ho passato, perché mi rendo conto che per molti sono una specie di fratello maggiore. Purtroppo questi problemi sono in aumentano, ma restano un tabù». 
Cuore, denti, fegato, anima
Qua e là c’è anche la politica, come nella strofa "L’ignoranza sventolata come bandiera, il sonno della ragione vota Lega". «Mi sembra incredibile come la gente riesca a resettare cose di pochi anni fa. Mi ricordo bene quando la Lega andò al potere nel 1994. La retorica di Bossi è la stessa di Salvini. Non è cambiato nulla, ma le persone hanno già dimenticato il passato».
Riguardo alle collaborazioni - in tutto nove - il King del rap spiega: «Ho chiamato quelli che potevano aggiungere qualcosa alla traccia o che hanno talenti che io non ho». 
Non mancano gli amici di sempre, Gué Pequeno e Luché. Ci sono poi Coez, Mahmood, Cosmo e Sfera Ebbasta. 
Gli appunti di Madame
Ma le canzoni che meritano di essere ascoltate con maggiore attenzione sono quelle con Massimo Pericolo, Tha Supreme e Madame, tre giovani bravissimi che hanno dato alle tracce un tocco in più. «La sera che Madame, ovvero Francesca, è venuta da me era agitatissima, a stento parlava. Ho pensato che forse avevo sbagliato a contattarla. Poi lei ha iniziato a farmi domande sul tema della canzone prendendo appunti. Alla fine si è dimostrata più che all’altezza della situazione, anche se ha solo diciassette anni».
Spicca il brano con Davide Mattei, il diciottenne che con gli ultimi cinque singoli ha totalizzato cento milioni di streaming: «Quando gli ho mandato il pezzo per chiedergli se gli andasse di partecipare non mi ha risposto per qualche ora. Non sapevo se avesse deciso di farlo o no. Poi, di colpo, mi ha inviato la sua parte, con tanto di arrangiamenti musicali. Mi ha veramente sorpreso».
"Quelli che non pensano"
Il testo che lascia senza fiato, però, è Quelli che non pensano, in cui Marra (con un buona dose di coraggio) campiona uno dei classici del rap italiano, ovvero Quelli che Benpensano di Frankie hi-nrg. «Il non pensare oggi riguarda tutti. Le fake news e la super democratizzazione delle opinioni creano paradossi come No Vax e terrapiattisti, che sono ancora più stupidi di quelli di cui parlava Frankie. Adesso non si analizzano più i pensieri in profondità e questo è pericoloso». La qualità di questo disco è altissima. La partita che ha giocato Fabio, stavolta, è davvero di un altro campionato. Un campionato che non riguarda solo il rap, ma che va oltre i generi e le generazioni.