Grazia Longo per “la Stampa”, 29 ottobre 2019
NARCOROMA! LA PISTA DELLA COCA NEL DELITTO LUCA SACCHI – NELLO ZAINO RUBATO C’ERANO 35MILA EURO PER LA COCAINA - GLI INQUIRENTI IPOTIZZANO UNA COMPRAVENDITA DI DROGA DEGENERATA IN RAPINA CON OMICIDIO – I SOLDI SAREBBERO SPARITI LA SERA STESSA DELL’OMICIDIO - DEL GROSSO, AUTORE MATERIALE DEL DELITTO: "NON LO VOLEVO UCCIDERE, IL RINCULO DELLA PISTOLA ME LO HA FATTO COLPIRE IN TESTA" -
Una compravendita di droga degenerata in rapina con omicidio. Ma si sarebbe trattato di cocaina, non di marijuana. Un chilo di cocaina in cambio di 35 mila euro. Denaro probabilmente contenuto nello zaino rosa di Anastasiya Kylemnyk, rubato da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, in carcere con l’accusa di aver ucciso il fidanzato di Anastasiya, Luca Sacchi, 24 anni. È questa la pista all’attenzione di inquirenti e investigatori.
Dalle indagini di carabinieri e polizia, coordinate dalla pm Nadia Plastina, emerge infatti che la galassia di pusher intorno agli assassini è dedita alla vendita di cocaina e non di marijuana. La presenza di 35 mila euro, e non di 2 mila come ipotizzato in un primo momento, avrebbe dunque spinto Del Grosso a sparare.
Ma la circostanza della cessione, in realtà solo ventilata ma non avvenuta, della droga è ancora piena di misteri. L’unica certezza è che Luca, mercoledì scorso alle 23, è stato ucciso davanti al pub “John Cabot”, nel quartiere Colli Albani, con un colpo di P38 alla nuca, mentre difendeva la sua ragazza, a cui Pirino aveva dato un colpo in testa con una mazza di baseball prima di strapparle lo zaino.
Del Grosso, com’è ribadito anche nell’ordinanza con cui il gip Corrado Cappiello ha confermato l’arresto, «alla reazione di Sacchi, che affrontava l’aggressore, esplodeva contro Sacchi un colpo di arma da fuoco, da distanza ravvicinata, in direzione del capo e ne provocava il decesso». La fase dell’omicidio è cristallizzata grazie al racconto di alcuni testimoni e alle ammissioni dello stesso Del Grosso: «Non lo volevo uccidere, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa».
Resta invece da chiarire la questione dell’acquisto di droga e della probabile attività di spaccio da parte di Luca, Anastasiya e due loro amici. Il leader di questo gruppo dovrebbe essere Giovanni, che nell’ordinanza viene definito «amico intimo di Luca Sacchi» e che la sera del delitto era il contatto con un altro Valerio, emissario di Del Grosso per la compravendita della droga. Valerio ha riferito che essendo stato «incaricato da Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare, come convenuto, della merce» incontrò in via Latina alle 21,30 proprio «l’amico intimo» di Sacchi «al quale si presentava come inviato di Valerio (Del Grosso, ndr)».
Il gip quindi ricorda che «in quel contesto, una donna aveva lasciato uno zaino» con soldi divisi «in mazzette da 20 e da 50 euro». Accertata la presenza del denaro, la ragazza (Anastasiya, ndr) «aveva ripreso lo zaino mentre arrivava subito Del Grosso, che parlava con Giovanni di erba che sarebbe andato a prendere per portarla sul posto». Ma è probabile che invece di marijuana si trattasse di cocaina e che nessuno ne abbia parlato nel tentativo di ridimensionare una possibile accusa di spaccio. Del resto, non sarebbe l’unica bugia.
Rintracciato dagli inquirenti, il pregiudicato Giovanni ha «confermato la sua presenza» nel locale «in compagnia di Luca e Anastasiya» ha, però, «negato di conoscere Del Grosso e i due testimoni». Anche il racconto di Anastasiya (che nega la storia della droga) è ancora pieno di lacune e punti oscuri, tanto che a breve sarà nuovamente interrogata in procura.