Avvenire, 29 ottobre 2019
Ecco chi è il diacono permanente
Salvaguardare la figura del diacono permanente (celibe o sposato), anche se «in un contesto difficile e complesso come quello amazzonico l’idea di giungere a una ordinazione sacerdotale, mi pare possa essere una soluzione». Ma «solo in situazioni estreme» aggiunge subito Enzo Petrolino, presidente della Comunità del diaconato in Italia. «Ho letto il paragrafo 111 del documento finale del Sinodo e credo che sia indicata una possibile soluzione alle difficoltà che hanno le locali comunità – dice Petrolino – ma non vorrei che qualcuno potesse pensare in futuro di allargare il raggio d’azione. Sarebbe la morte del diaconato permanente e del suo ruolo».
Oggi chi è il diacono perma-
nente?
È stato il Concilio Vaticano II ha reintrodurre questa diaconia, che è il cuore della missione della Chiesa. Diaconia, infatti, significa servizio e lo stesso Gesù è venuto per servire. Una missione, a dire il vero, che accomuna tutti i battezzati, ma che il Vaticano II ha voluto recuperare con un segno sacramentale. Una figura quella del diacono ben presente nelle prime comunità cristiane e che svolgevano proprio un servizio a poveri, orfani e vedove, e allo stesso tempo sapevano evangelizzare.
Quale ruolo svolge nell’odierna comunità ecclesiale?
Precisiamo subito che non stiamo parlando di un “mezzo prete” o un “mezzo laico”. È una figura con un proprio specifico, animando il servizio all’intero della Chiesa locale. Tre i campi d’azione: liturgia, catechesi e carità. Quando Paolo VI parlava del diaconato permanente, diceva che avrebbe dovuto «servire al rinnovamento della Chiesa dal suo interno». E molto importante fu permettere che al diaconato permanente potessero accedere anche uomini sposati.
Quale ruolo assume in questo caso la sposa del diacono?
Nessun ruolo nel compimento del servizio, ma nel percorso formativo e soprattutto nel momento della ordinazione, il consenso della sposa è determinante per poter procedere. In questo senso si potrebbe parlare di una sorta di diaconia di coppia, una diaconia familiare anche se a essere ordinato è soltanto il marito.
Anche se ordinati, restate comunque immersi nel mondo laico, dal punto di vista familiare, lavorativo, di impegno.
È vero. Viviamo, per così dire, una duplice dimensione: ordinati e immersi nel mondo. A differenza di un laico, però, non possiamo dimenticare che nel nostro agire siamo espressione del vescovo. La nostra testimonianza mette in campo la Chiesa.
Il diaconato permanente ha appena festeggiato i 50 anni dal suo ripristino. Cosa ha cambiato dentro la Chiesa?
La risposta è un po’ complessa. Diciamo che la presenza dei diaconi permanenti è importante per richiamare la comunità al senso della diaconia, del servizio. Certo per aver un impatto forse occorrerebbe ripensare al modello di Chiesa che
si vuole proporre. Papa Francesco, ad esempio, punta molto su una Chiesa serva e povera. Ecco, il servizio. Se manca questa dimensione, c’è davvero poco spazio per il diaconato. Il documento finale del Sinodo parla della necessità di diverse conversioni, tra cui quella pastorale. Ecco cosa serve per il diaconato permanente non solo nella Chiesa amazzonica. Una conversione di cui avevano parlato diverso tempo fa anche i vescovi italiani.
In quale occasione?
Negli Orientamenti pastorali per il primo decennio di questo secolo (2000/2010) elaborati dalla Conferenza episcopale italiana. È il testo «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia», nel quale si parla esplicitamente della conversione pastorale. Un tema che resta attuale.
Quanti sono i diaconi permanenti in Italia?
Le statistiche vedono i diaconi raddoppiarsi negli ultimi quindici anni, in Italia ci sono più di 4.600 distribuiti, in maniera quasi omogenea, su tutto il territorio nazionale con una presenza in ben 214 (94,27%) diocesi su 227 e una prevalenza nel Sud (37,26%), seguito dal Centro (37%) e dal Nord (25,68%). Inoltre l’Italia è il Paese europeo col maggior numero di diaconi e precede la Germania con 2.463, mentre nel 1997 la situazione era invertita (2.016 diaconi in Germania, 1.966 in Italia). Siamo terzi nel mondo dopo Brasile e gli Stati Uniti.
Di questi 4.600 diaconi permanenti in Italia quanti sono sposati?
Lo è l’87,41% dell’intero campione, mentre i diaconi celibi sono l’8,42%, i vedovi sono lo 0,35% e i diaconi religiosi lo 0,82%.