Corriere della Sera, 29 ottobre 2019
La foto di Mina
Di Mina si vedono solo la nuca, con lo chignon rosso mogano acconciato alla buona e il profilo di grandi occhiali fumé. La foto è scattata di spalle. Lei è seduta su un divano bianco, indossa qualcosa di pesante e di blu. Sta guardando la televisione. Accanto a lei, un giovane in maglietta bianca, di spalle anche lui. La parete di fronte è spoglia, il tavolino da salotto è ingombro di libri. La figlia Benedetta Mazzini, sotto al post di Instagram, ha scritto «Madre e mio fidanzato che guardano video di gangsta rapper venezuelani #ilovemyfamily #minamazzini #mamy #lugano #homesweethome», più l’emoticon di un cuoricino, di una risata, di una scimmietta che si copre gli occhi. È bastato molto meno che quest’ologramma di Mina per rendere la foto virale: migliaia i like, oltre seicento i commenti in 24 ore e articoli ovunque sul web. La cantante, 79 anni, non sale su un palco dal 23 agosto 1978, dopo l’ultimo concerto alla Bussola di Viareggio. Da allora, circondata da un alone di mistero, vive a Lugano, con il marito Eugenio Quaini, chirurgo, sposato nel 2006, dopo 25 anni insieme.
La foto postata domenica sera è la prima in 41 anni che la mostra in un momento di intimità. È niente ed è tutto. È abbastanza per provocare una valanga di messaggi emozionati: l’attrice Michela Andreozzi scrive «Sbam!»; lo scrittore Luca Bianchini «che bel regalo!». Il resto sono ricordi, testimonianze di persone comuni: «È un privilegio vedere questa foto»; «ogni volta, con mio padre, parliamo di quanto sia ineguagliabile la sua interpretazione de La voce del silenzio»; «è stata la colonna sonora della mia vita»... Tutto così. Parole, parole. Neanche un hater, per una volta, a guastare la festa. Ed è la prova che in un’era in cui tutti vogliono apparire, Mina è l’unica che non appare, ma permane; che per essere amati non è necessario essere guardati.
La figlia Benedetta, 47 anni, declina la richiesta di un commento, dice solo che «in quello scatto c’è già tutto, non c’è niente da aggiungere». È uno sprazzo di vita familiare, di normalità, ci sono una suocera e un genero che guardano il video di un giovane rapper di cui non sapremo il nome, ma la cui immagine sfocata sta lì a dirci che Mina, ormai bisnonna, ha ancora curiosità da spendere. Non a caso, sul suo sito, compare un indirizzo postale dove gli aspiranti artisti possono inviarle i loro brani. La banalità di questa scena in un interno notte, in fondo, rivela di lei più del video in cui l’abbiamo rivista per la prima e unica volta. Era il 2001 e Mina appare mentre registra delle canzoni, con una lunga treccia, una sciarpa nera al collo. Canta, sorride, scherza coi musicisti e con il figlio Massimiliano Pani, che è il suo produttore. Il video era stato trasmesso su un sito web, che già quattro ore prima era in tilt per eccesso di contatti.
Un mese fa, è stato proprio il figlio ad annunciare un nuovo album della madre, atteso per il 22 novembre. Evento doppio: si tratta di Mina Fossati, fatto con il cantautore che si è ritirato dalle scene nel 2012. Insomma, due assenze che si uniscono, le loro, come sulla cover del disco, con due profili in bianco e nero più evanescenti che mai.
A febbraio, Mina aveva partecipato, ma solo in voce, allo spot di una compagnia telefonica trasmesso durante il Festival di Sanremo. C’era il suo cartoon in vesti di aliena e la voce dell’astronave era di Mauro Coruzzi, in arte Platinette. «Ho registrato con lei seduta accanto a me, mi tremavano le gambe», ha raccontato lui al Corriere, «ogni volta che apriva la bocca, era come rivederla divina in un TecheTecheTè della Rai». In quelle clip storiche, Mina fa ancora record di ascolti. Sono quelle in cui canta successi come Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Le mille bolle blu, E se domani, Una zebra a pois. E le canta in un modo che ha fatto dire a Sarah Vaughan, per molti la più grande jazzista del mondo, «se non avessi la mia voce, vorrei avere quella di Mina».
Mina non ha mai amato la popolarità. Già nel 1963, in un’intervista, aveva spiegato a Oriana Fallaci: «Io non l’ho mai cercato, il successo, non ho lottato per conquistarlo e così non l’ho mai apprezzato. A una certa età, così come all’uomo viene la barba, a me è venuto il successo». E il successo non l’ha abbandonata neanche quando ha deciso di separare il corpo dalla voce: da «invisibile», ha pubblicato una quarantina di album, senza perdere il favore del pubblico.