Corriere della Sera, 29 ottobre 2019
Berlino, il memoriale sfratta i pipistrelli
BERLINO Ogni città è conosciuta per i suoi animali. Roma ahimè lega parte della sua reputazione alla folta presenza di ratti e gabbiani. Anche Berlino non scherza: celebre per i topi, invero numerosi, la capitale tedesca può vantare anche branchi di cinghiali, che affollano i suoi numerosi boschi e, più nobilmente, usignoli e magnifiche volpi, che ogni tanto sconfinano sotto la Porta di Brandeburgo. Quello che pochi sapevano è che anche i pipistrelli adorano Berlino. E questo ora rischia di diventare un problema. Per loro e soprattutto per uno dei progetti più ambiziosi della città sulla Sprea.
Tant’è. È da oltre un decennio che problemi tecnici, costi fuori controllo e furibondi litigi sul suo significato rallentano, anzi bloccano la realizzazione del monumento alla riunificazione tedesca. Deciso nel 2007 con un voto del Bundestag, il memoriale doveva essere completato in tempo per i 30 anni della caduta del Muro, che si celebrano il prossimo 9 novembre. Il concorso per il progetto esecutivo risale al 2011, quando vinse l’idea degli architetti Milla&Partner: un gigantesco dondolo d’acciaio a forma di insalatiera del peso di 150 tonnellate, lungo 50 metri, montato su un piedistallo sull’asse Est-Ovest. A seconda di dove la gente si siederà, potrà oscillare verso Oriente o Occidente. Sul monumento, la scritta «Wir sind das Volk, wir sind ein Volk», noi siamo il popolo, noi siamo un popolo, ricorderà i giorni della Wende, la svolta. Ribattezzata «l’altalena dell’unità», la mega ciotola sarà collocata sul lungofiume nel cuore cittadino, proprio a lato dell’Humboldt Forum, dominato dalla ricostruzione critica del castello degli Hohenzollern, opera dell’italiano Franco Stella. Entrano in scena i pipistrelli. Non chirotteri qualunque, ma rari Myotis daubentonii, volgarmente detti pipistrelli di Daubenton, specie riconoscibile per le piccole orecchie e le minuscole dimensioni. Una sessantina di loro ha infatti da anni eletto dimora proprio negli spazi cavernosi sottostanti il posto dove dovrebbe sorgere il piedistallo.
Animalisti e ambientalisti sono in rivolta. La Nabu, l’Associazione per la protezione della natura, si è rivolta a un giudice per bloccare il progetto. Chiede che prima di procedere, i poveri megadermi vengano trasferiti in un’area vicina al monumento, sempre lungo la Sprea, preventivamente attrezzata non solo per dare loro una nuova casa, ma anche per creare l’ecosistema che ne consenta la sopravvivenza. Costo previsto, oltre un milione di euro, senza contare ulteriori ritardi per la costruzione dell’altalena.
Milla&Partner contestano che i pipistrelli siano ancora nel piedistallo. Sostengono che a causa dei rumori siano già emigrati verso un’area boscosa sulla Sprea molto più a Est. Un dubbio s’insinua: dove sono finite le nottole?