Monica Colombo per il “Corriere della sera”, 28 ottobre 2019
ECCO COME E’ ANDATA L’ELEZIONE DI MICCICHE’ A PRESIDENTE DELLA LEGA - ANCHE SE CONTRASSEGNATA DA POSIZIONI DIVERSE AL SUO INTERNO, L'ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI DI A ERA UNANIME NELL'ELEGGERLO: IL VOTO PALESE E GIUDICATO REGOLARE PER LA LEGA - ORA UN'INDAGINE A SCOPPIO RITARDATO APERTA DALLA PROCURA FEDERALE DOPO LE DICHIARAZIONI DI PREZIOSI. MA DAL VERBALE E FILE AUDIO CONSEGNATI AL PROCURATORE PECORARO EMERGE CHE… -
Una scolaresca indisciplinata e turbolenta, abituata a ricorrere a toni coloriti e contrassegnata da posizioni diverse al suo interno. Ma alla fine fedele a rispettare la regolarità della procedura di elezione del presidente Gaetano Miccichè nell' assemblea di Lega del 19 marzo del 2018.
È quanto emerge dai verbali della riunione finita sotto la lente d' ingrandimento della Procura federale che ha aperto un' inchiesta dopo le dichiarazioni di Enrico Preziosi che in un' intervista aveva parlato di «non correttezza» delle modalità di votazione, avvenuta prima a scrutinio segreto e poi con dichiarazione del voto.
Dal verbale e file audio consegnati al procuratore Pecoraro emerge che già in una precedente riunione dei presidenti la convergenza sul nome di Miccichè, presidente di Banca Imi e membro del consiglio di amministrazione di Rcs, era unanime. «Gaetano mi ha riferito che per evitare condizionamenti preferisce non essere presente. Quando la sua elezione sarà completata vi raggiungerà per abbracciarvi» dichiara Malagò, commissario Lega dell' epoca, in apertura di seduta.
In avvio l' approvazione del nuovo statuto, con la formula individuata dal vice-commissario Paolo Nicoletti e che rende possibile l' elezione di Miccichè, membro del consiglio di amministrazione di Rcs: «Con riferimento alla sola figura del presidente, l' assemblea con voto unanime, può eleggere un presidente che, in virtù di incarichi di rappresentanza e/o amministrazione ricoperti in un' istituzione privata di rilevanza nazionale abbia rapporti con le società associate, e/o con il gruppo di appartenenza delle società associate, e/o con altra lega professionistica».
Aurelio De Laurentis e Claudio Lotito mostrano perplessità sulla fretta e preferirebbero votare prima i consiglieri. Gli animi si surriscaldano, qualche manager si rifugia in bagno. Il commissario chiede di votare per acclamazione ma il presidente del Collegio dei Revisori Ezio Simonelli fa notare che si debba procedere a scrutinio segreto. Dopo la chiamata e la votazione sulle schede, Mauro Baldissoni della Roma interviene per chiedere se qualcuno ha votato contro, situazione che creerebbe non pochi imbarazzi, e invita a procedere per acclamazione. Malagò si interroga su come procedere visto che in precedenza si era deciso di votare con le schede.
L' avvocato Nicoletti, che ha delega sulle questioni giuridiche, fuga i dubbi e spiega che se ogni presidente rinuncia allo scrutinio segreto è valida la rinuncia individuale. «Diverso è il voto di rinuncia allo scrutinio segreto. Ma se ognuno di voi individualmente dice quello che ha votato e consegna la scheda ...questa però è una scelta individuale». Non hanno nulla da eccepire il presidente del Collegio dei Revisori Ezio Simonelli e il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea. Si procede quindi alle dichiarazioni unilaterali di voto. Il consenso su Miccichè è unanime. «Le schede non si aprono più» conclude Malagò. «Ho avvisato Gaetano, il tempo di arrivare dal suo ufficio e poi sarà qui».