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 2019  ottobre 28 Lunedì calendario

Biografia di Franco Coppi

Franco Coppi, nato a Tripoli il 29 ottobre 1938 (81 anni).
Avvocato penalista. Ordinario di diritto penale all’Università La Sapienza di Roma (fino al 2011) • Famoso per aver difeso Giulio Andreotti, accusato di contiguità con la mafia e di aver commissionato l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli (assolto) • «L’avvocato del diavolo» (Salvatore Merlo, Il Foglio, 10/7/2013) • «È diventato celebre per la cura meticolosa con cui studia le carte e sa far saltare fuori le contraddizioni di un castello accusatorio. Anche quello apparentemente più saldo» (Francesco Grignetti, La Stampa) • Tra i suoi clienti: il generale Vito Miceli, accusato di essere coinvolto nel tentato colpo di Stato del 1970 (assolto); l’ex ministro Luigi Gui, accusato di aver ricevuto tangenti dalla società americana Lockheed per favorire l’acquisto degli aerei da trasporto C-130 da parte dell’Aeronautica Militare italiana (assolto); don Pierino Gelmini, accusato di abusi sessuali (ha rinunciato all’incarico); l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, per lo scandalo Bancopoli; due dei cinque imputati per abusi sessuali a danno di 21 bambini della scuola elementare «Rovere» di Rignano Flaminio (assolti); Raniero Brusco, accusato di aver ucciso la fidanzata, Simonetta Cesaroni, in un ufficio di via Poma (condannato in primo grado, assolto in secondo); l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, accusato di istigazione alla falsa testimonianza nelle indagini sul G8 di Genova (assolto in primo grado, condannato in appello, assolto in Cassazione); il generale Nicolò Pollari, processato per aver favorito il rapimento dell’imam Abu Omar da parte della CIA (prosciolto, il caso fu coperto dal segreto di Stato); Bruno Conti e Francesco Totti, accusati di diffamazione per aver insultato il giornalista Fabrizio Failla (assolti); Vittorio Emanuele di Savoia, accusato di corruzione (assolto e archiviato); la ThyssenKrupp nel processo per il rogo alle acciaierie di Terni; Silvio Berlusconi nei processi Mediaset e Ruby; Piero Angela, accusato di diffamazione da alcune associazioni omeopatiche (assolto); Sabrina Misseri, accusata di aver ucciso una nipote Sarah Scazzi, assieme alla propria figlia (condannata) • «Sono un avvocato di vecchia scuola: reati societari e tributari possono essere interessantissimi ma un bell’omicidio rimane un bell’omicidio. Lì si manifesta il problema della prova che richiede analisi psicologiche ed esame dei testi; lì si dispiega il vero processo con lo scontro tra le tesi di accusa e difesa; lì si cerca di costruire, quasi a colpo di pollice, come se si dovesse plasmare una creta, questa verità che affonda le radici nell’uomo e nelle sfaccettature del suo animo» (a Annalisa Chirico, Il Foglio, 1/8/2019) • «Vim vi repellere licet. È lecito respingere la violenza con la violenza. Eleganza e concisione del latino. “Una frase brevissima […] riesce a contenere l’intero concetto di legittima difesa”. Il professor Coppi è come il latino: elegante, conciso, definitivo. Concreto. Autorevole. Radicato nell’hic et nunc eppure vivo al confronto costante con le radici classiche dell’Uomo. Colto. Snob se occorre» (Rita Sala, Il Messaggero, 3/3/2008) • «Ha come cifra la competenza, certo, ma soprattutto la grande umanità nascosta sotto un piglio spesso burbero e distante» • «Un avvocato lotta quotidianamente contro l’ignoranza, la volgarità, il pregiudizio, la cattiveria» (lui).
Titoli di testa «“Buongiorno professore”. “Ossequi”. “Carissimo prof, permette un saluto?”. “I miei omaggi, avvocato”. Più che un’intervista è uno slalom fra ammiratori. Franco Coppi […] è a casa sua, in Cassazione, e qui non c’è collega, giudice, cancelliere, usciere che non lo conosca. […] Prof, non le danno tregua con le riverenze. Come fa a dar retta a tutti? “Io sono un noto chiacchierone”» (Giusi Fasano, Corriere della Sera, 4/12/2017)
Bugie «Chi dice le bugie al dottore, vedete figliuolo, è uno sciocco che dirà la verità al giudice» (l’Azzeccagarbugli, nei Promessi Sposi) • «Non capita mai che un cliente si confessi colpevole. Anzi tutti protestano la loro innocenza […] Il processo più difficile è quello in cui difendi chi si proclama innocente ma tu, suo avvocato, sospetti che invece sia colpevole» • «Certo, leggendo gli atti del processo ci si può accorgere se la situazione è più o meno chiara, ma il compito di un difensore è la valorizzazione di tutti gli elementi a favore dell’imputato» (a Maria Corbi, La Stampa 29/1/2011)«“Ricordo tanti anni fa l’arringa straordinaria di un collega che cercò di convincere tutti con un discorso aulico: ‘La vita di questo povero ragazzo è stata già messa duramente alla prova’ disse indicando il suo assistito. E poi cose tipo: ‘Vivrà il resto dei suoi giorni senza avere più accanto i suoi genitori’. Erano parole accorate”. E cosa c’era di bizzarro in quella difesa? “C’era che il presidente a un certo punto disse: ‘ma avvocato, i genitori li ha ammazzati lui!’ E la risposta fu: ‘E che c’entra? Rimane pur sempre orfano’. Indimenticabile”» (Fasano).
Vita Nato in Libia • «Mio padre era un dirigente Fiat finito laggiù per cercare petrolio, così io e mia sorella siamo nati a Tripoli. Scappammo che avevo quattro anni, mi tornano in mente flash di magazzini in fiamme, della carlinga di un aereo militare che ci portava in salvo. Mi sono sempre detto “ci torno prima o poi” e invece non l’ho mai fatto» (a Giusi Fasano, Corriere della Sera, 28/8/2014) • Va a Roma, ma ancora oggi si definisce «più romanista che romano» (alla Corbi) • «Quando parla lei capiscono tutti. […] Il segreto? “L’ho imparato a scuola. Finita la lezione, i professori costringevano i più bravi o i meno peggio a ripetere quanto da loro spiegato. Ci appioppavano libri e libri di letteratura latina. Da Cicerone alla satira di Seneca, passando per la storiografia di Tacito. Mi sono allenato così: ripetendo i testi di Paratore”» (Cristina Lodi, Libero, 22/8/2016) • «Da ragazzetto, a forza di girare per chiese e musei romani con mio padre, mi ero innamorato del bello e credevo di poter contribuire alle sorti dell’arte» • «Volevo fare il pittore» (alla Chirico) • «Non ho fatto il pittore per mancanza di coraggio. E mi sono ritrovato a fare l’avvocato» • «Forse il mestiere dell’avvocato è talmente banale da riuscire anche a una persona che non lo ama particolarmente. Lanciare un razzo nello spazio è più complicato» (alla Chirico) • «Il processo Andreotti è stato “il processo” della sua carriera? “È stato un processo impegnativo, molto coinvolgente anche sul piano umano, ma non certo il solo così complicato”. E il suo rapporto con Andreotti? “Grande stima reciproca, un rapporto basato sulla lealtà”» (Corbi) • «Una volta io e Andreotti rimanemmo bloccati in un ascensore piccolissimo […] Eravamo stretti stretti ed era il periodo in cui si discuteva del suo bacio con Totò Riina. Lui si voltò verso di me e chiese: “e adesso che facciamo?”. E a me venne spontanea una battutona. Dissi: “beh presidente, tutto ciò che vuole tranne che baciarci”. Non so nemmeno descrivere il modo in cui mi guardò...» (Fasano) • Sua assistente è Giulia Bongiorno, allora 28enne, che poi diventerà ministro • Nel 2007 esce dal collegio di difesa di Don Gelmini: «Il principe del foro, fautore da sempre del massimo riserbo, non ha condiviso certi commenti espressi […] dal suo assistito: la gaffe sulla lobby ebraica, per esempio, l’attacco ai “giudici anticlericali” e via dicendo. […] l’inchiesta della procura di Terni […] è ancora in corso e Coppi, strategicamente, avrebbe preferito che il suo cliente osservasse un rispettoso silenzio» (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera, 8/8/2007) • Il suo cruccio è non essere riuscito a far assolvere Sabrina Misseri per il delitto di Avetrana • Lui la chiama «La sventurata» • «Un dramma, ci vorrebbe Euripide» • È riuscito però a far assolvere Berlusconi per le cene eleganti • «Silvio doveva assumerlo trent’anni fa» (Fabrizio Cicchitto) • «Ha capito, alla fine, se erano davvero eleganti? “Di sicuro erano divertenti. Se mi avessero invitato, ci sarei andato”. Niccolò Ghedini soffriva un po’ il suo protagonismo. “Non è vero, è stato lui a chiedermi di associarmi nella difesa”. Il senatore le ha regalato un golden retriever che lei ha ribattezzato affettuosamente Rocky, di cognome Ghedini. “Non vedo perché il cane, la mia passione di questi anni, non debba avere un nome. È un omaggio a Ghedini, non certo una presa in giro”» (Chirico) • «È stato ovviamente Denis Verdini, l’uomo delle operazioni sotto copertura, a portare Franco Coppi alla corte di Arcore» (Merlo) • «Con il Presidente è stata la cosa più semplice e costruttiva. Essendo lui un uomo d’intelligenza straordinaria, abbiamo confrontato le nostre vedute e adottato insieme le indicazioni più idonee. Nessuno ha avuto bisogno d’imporsi all’altro» (Lodi) • «È giusto che un avvocato usi la propria perizia per allungare i tempi di un processo […] fino a far scattare la prescrizione? “È giusto che i processi, dopo un certo periodo, debbano chiudersi. Non si può ammettere che un imputato, dopo dieci o vent’anni, sia ancora in attesa di verdetto. Anche se colpevole, ha diritto di conoscere celermente la propria sorte […] Ciò detto, sul piano della lealtà, un avvocato non può e non deve far nulla per favorire il maturare della prescrizione. Non può presentare certificati medici compiacenti, né altre cose simili, per far slittare in avanti i tempi di un processo. La prescrizione non può mai essere un mezzo di difesa”» (Sala) • «“Finora molti hanno attribuito a Berlusconi e ai suoi difensori una volontà disperata di arrivare comunque alla prescrizione. Mentre, in realtà, non è così se uno vede le ragioni per cui sono stati chiesti i legittimi impedimenti” […] Berlusconi chiede mai del processo Andreotti? “Abbiamo abbastanza di che parlare del suo”» (Dino Martirano, Corriere della Sera, 15/07/2013)
La professione «Nel suo studio ai Parioli, circondato da boiserie e libri di diritto, Coppi passa più tempo che a casa […] Qual è la qualità che deve avere un grande avvocato? “La diligenza. E poi un venti per cento di cultura e un cinque per cento di genio. Ma se non conosci gli atti del processo dal primo all’ultimo il genio non serve a niente”» (Corbi) • «“Una sola volta […] ho rifiutato una difesa per problemi morali”. Era il 1981, sequestro del re del caffè, Giovanni Palombini. Il capo dei rapitori, Laudavino De Sanctis, gli sparò e mise il povero corpo in una cella frigorifera; ogni tanto lo fotografava e mandava le sue foto, come se fosse ancora vivo, alla famiglia con la richiesta del riscatto. Catturato, il De Sanctis voleva essere difeso dal professor Coppi. “Andai in carcere, gli misi una sola condizione: in aula doveva gettarsi per terra davanti ai parenti di Palombini e chiedere perdono. Rispose no. Non lo difesi”. Secondo Franco Coppi, il “processo impossibile” sulla carta non esiste. “A meno che non lo rendano tale certi avvocati! Anche nel processo più disperato si trova sempre un dettaglio, una pagina su cui costruire e ottenere (non uso mai la parola vincere, il processo non è una partita di calcio) le attenuanti generiche”» (Chiara Beria d’Argentine, La Stampa, 25/11/2008) • «Un grande avvocato può ancora concedersi la facondia di Ortensio o deve sempre preferire la stringatezza di Cicerone? “Distinguiamo. L’ornato per l’ornato, l’oratoria fine a se stessa, mai. Io non parto, in nessuna occasione, con l’idea di fare ‘la bella arringa’. L’arringa è uno strumento per convincere e tale deve sempre risultare. […] Ortensio non è morto. Va usato in alternanza con Cicerone. Con questo, l’aspetto estetico di un’arringa può risultare, quando è il caso, fondamentale”» (Sala) • «Nelle corti di assise capita di imbattersi in giurati con la maglietta da mare e la fascia tricolore, in magistrati con la toga buttata addosso a un paio di blu jeans e la camicia aperta fino all’ombelico […] la forma è manifestazione di rispetto verso il ruolo che si esercita nelle aule giudiziarie” (Chirico) • «Perché l’avvocato penalista ha più appeal, presso l’opinione pubblica, di quello civilista? “Una bella moglie che uccide il marito anziano per godersi i soldi con l’amante non può non interessare di più, a livello emotivo, di uno scontro fra due parti in lotta, poniamo, per un risarcimento» (Sala).
Vita privata Ha conosciuto la moglie, Anna Maria, in vacanza a Capri, dove lei lavorava • «Non so se un’altra donna avrebbe accettato di starmi accanto» (alla Corbi) • «Corteggiamento? “Una cosa semplice. Abbiamo cominciato a frequentarci e a un certo punto le ho detto: che ne diresti se ci sposassimo? […] Avete avuto tre figlie. “Sì. Francesca fa l’avvocato nel mio studio, Alessandra è ingegnere e Giuliana è consigliere parlamentare. Ho avuto e ho una vita familiare felice. Sono fortunato”» (Fasano 2017) • Cinque nipoti.
Personalità «Lei appare sempre misurato, quasi serafico. “Chi strepita deve nascondere la debolezza dei propri argomenti”. Lei è un moderato? “Non direi, io adoro gli eccessi, mi piace chi ha il coraggio di rompere una tradizione, il conformismo fa comodo a tutti”» (Chirico) • Quando si è fratturato la spalla durante una passeggiata al parco: «Ora confesso una cosa: lì non stavo passeggiando. Correvo. Ho visto tutti quei ragazzi correre al parco e mi sono detto: ci provo anch’io. Ricordo che quando sono tornato in aula il presidente mi chiese “avvocato, cosa le è successo”? Gli ho risposto: se le dico com’è andata mi caccia per manifesta stupidità» (alla Fasano, 2017).
Sangue «Caino e Abele sono sempre esistiti. […] l’Uomo è ancora uguale a se stesso. Ho scritto un libro sui maltrattamenti in famiglia nell’Ottocento e sfido chiunque a non ritenere efferata, anche nel confronto con l’oggi peggiore, l’azione di una padrona che preme il ferro da stiro bollente sulla mano di una servetta indisciplinata o il padre che lascia un’intera notte fuori dalla porta, in pieno inverno, la figlia che vuole punire. Semmai, possiamo sottolineare che è del nostro tempo, in modo accentuato, il delitto ‘per imitazione’. Basta un regista folle che metta qualcosa di tremendo in un film per creare nella realtà gli imitatori del delitto visto nella fiction».
Soldi Secondo Panorama gli avvocati impegnati nel caso Antonveneta guadagnarono tra i 30 e i 50 milioni di euro • «In molti si chiedono come può una ragazza di Avetrana, figlia di contadini, permettersi di essere difesa da lei. “Ho preso questo caso per le ragioni che le ho detto senza pormi il problema della parcella. Né tantomeno quello della pubblicità”» (Corbi).
Curiosità In udienza disegna le facce dei giudici con una penna rossa • Ama le piante, i cani, gli animali in genere • «Vacanza a Porto Recanati. Meta scelta a caso? “Ci vengo ogni anno con la famiglia. Si va con due macchine: una carica di umani, l’altra di animali”. Come quella volta in cui s’è portato la cornacchia? “Era una gazza ladra”. Scusi. “Io viaggiavo davanti. Col cane, due gatti e lei: la gazza ladra. Mia moglie e gli altri umani marciavano invece sulla macchina dietro. A un tratto, paletta! Mi ferma la Finanza. Gli agenti non credono ai loro occhi. Presento loro il mio zoo. Col cane che abbaia. La gazza ladra che li guarda diffidente e punta i distintivi incollati alle giubbe. ‘Non c’è niente di illegale e non sto facendo commercio clandestino di animali…’, spiego. Non fosse stato per mia moglie arrivata a testimoniare, sarei ancora là a discutere”» (Lodi) • Non gli piace andare a cena fuori o uscire la sera, si dedica molto al lavoro • «Cornetto e penna rossa, sono i suoi amuleti? “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta jella… Non crederci è da folli, diceva Benedetto Croce. Uso le mie precauzioni”» • «Di lui esistono poche fotografie. Non frequenta d’abitudine i salotti televisivi. Ama la fotografia, il teatro (un altro dei suoi cani si è chiamato Mila, come la Mila di Codro della Figlia di Jorio dannunziana), lo sport. Si dichiara, orgogliosamente, un romanista fradicio» (Sala) • Ha più di 200 cravatte: «ma durante il processo in difesa della Juve ne ho messa una giallorossa» • Non sa usare il computer, scrive ancora a penna • Non ha amici magistrati: «non li frequento, ma uso cordialità, certo» • «Non ho mai perso il sonno per un processo. Può essere stato o essere l’ultimo pensiero di una giornata, prima di dormire, e il primo di quella seguente, al risveglio. Ma nell’intervallo riesco a dormire benissimo» (alla Sala) • «La conclusione la prende in prestito dal giurista Giacomo Delitala: “Diceva: l’Italia è la culla del diritto, peccato che a forza di stare in culla si sia addormentata”» (Fasano).